La scuola (che riparte) "non lasci indietro nessuno"

Contrastare ogni forma di discriminazione, rilanciare i patti educativi per tenere aperte le scuole tutto il giorno e attività differenziate secondo i bisogni di ognuno, tra le priorità sottolineate dalle organizzazioni. "Contrastare ogni forma di discriminazione"

La scuola (che riparte) "non lasci indietro nessuno"

"In questi mesi di emergenza in cui 9,8 milioni di giovani hanno interrotto le normali attività scolastiche, si è accentuato il disagio di chi già aveva difficoltà di apprendimento. Per questo, alla riapertura delle scuole, oltre alle precauzioni sanitarie obbligatorie, è necessario l’impegno di tutti per contrastare ogni forma di discriminazione, affinché nessuno venga lasciato indietro e tutti abbiano la possibilità di sviluppare le proprie capacità. Nella difficile gestione delle classi, complicata dai distanziamenti, nel programmare ove necessario l’alternarsi di lezioni a distanza e in presenza, occorre la massima attenzione affinché i ragazzi e le ragazze con difficoltà di apprendimento o fragilità di altra natura non vengano per nessuna ragione isolati o emarginati". Lo chiedono le organizzazioni impegnate nel campo dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che hanno sottoscritto il documento "educAzioni" (Alleanza per l’Infanzia, Appello della Società Civile per la ricostruzione di un welfare a misura di tutte le persone e dei territori, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – CNCA, Forum Disuguaglianze e Diversità – ForumDD, Forum Education, #GiustaItalia Patto per la Ripartenza, Gruppo CRC, Tavolo Saltamuri).

Per la Rete educAzioni "per affrontare la grave crisi in atto c’è bisogno di più cultura, più istruzione, più educazione. Per questo vanno rilanciati con convinzione i patti educativi in grado tenere aperte le scuole tutto il giorno, a partire dai territori dove è più grave e diffusa la povertà educativa, per risarcire, con tutti gli strumenti possibili e attraverso scelte coraggiose e sperimentazioni didattiche, bambine e bambini, ragazze e ragazzi del tempo scuola perduto".

"I corsi di recupero promessi dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a fronte della lunga chiusura delle scuole - sottolineano in una nota - stanno partendo con fatica e a macchia di leopardo, mentre in alcune regioni si prospetta di rimandare ulteriormente l’inizio delle lezioni a dopo le elezioni e referendum del 20 settembre, visto che, al contrario di quanto promesso dal Governo, anche questa volta le scuole ospiteranno i seggi elettorali. Questo non è un buon segnale, tanto più che quest’anno invece dei corsi di recupero si dovrebbe parlare di restituzione e risarcimento nei confronti degli studenti e delle studentesse.  Le alunne e gli alunni rimasti ‘sconnessi’, con bisogni educativi speciali, in situazione di fragilità e difficoltà di contatti, con famiglie non in grado di sostenerli, non hanno tanto bisogno di “recuperare” apprendimenti mancati, quanto di ritrovare la fiducia e la motivazione necessarie.

Per la Rete "non è accettabile che si creino gruppi in spazi separati per chi è ‘rimasto indietro’, ma servono invece attività stimolanti, di ricerca, espressivo-creative, comunicative, logiche, in cui mettersi in gioco e non essere ricettori passivi di esercizi e schede di verifica. Occorre riannodare le attività scolastiche con attività differenziate secondo i bisogni di ognuno, nello stesso tempo facendo percepire che ciascuno è parte di una comunità e va accolto in quanto tale, con le sue potenzialità e propensioni".

Inoltre "tutte le bambine/i e adolescenti, a prescindere che siano o meno “rimasti indietro”, hanno bisogno di elaborare l’esperienza di questi mesi e le nuove norme di comportamento rese necessarie dal perdurare della pandemia. La riflessione su questa esperienza, le sue cause, le sue conseguenze anche per i comportamenti e responsabilità individuali, declinata a seconda dell’età, dovrebbe entrare nel programma educativo in questi mesi, dando contenuto non solo all’educazione civica introdotta quest’anno, ma anche ad altre materie – dalle scienze alla storia e geografia – in un’ottica interdisciplinare. "In questo modo - concludono - sarà possibile individuare percorsi capaci di promuovere dialogo, democrazia e partecipazione attiva degli alunni e degli studenti perché le regole da condividere siano assunte con consapevolezza, tenendo conto del loro punto di vista".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)