Lavoro. Orientare (ed orientarsi) è la nuova "responsabilità sociale"

In azienda c’è posto per 205mila super-tecnici, ma 1 giovane su 2 non si trova

Lavoro. Orientare (ed orientarsi) è la nuova "responsabilità sociale"

Per migliaia di ragazzi e di famiglie, il 2020 si apre con la scelta della scuola superiore (entro il 31 gennaio). Un passo cruciale nel loro percorso di crescita, che deve vederci tutti ingaggiati, comunità scolastica, genitori, imprese, istituzioni, società civile. Specialmente in un Paese dove ogni anno uno studente su cinque sbaglia la scelta. E si perde per strada. O abbandona anzitempo (è al 22,1% la dispersione scolastica implicita ed esplicita, 10,5% in Veneto). E che continua ad avere, contemporaneamente, la terza disoccupazione giovanile dell’Ue (28,7%, alle spalle di Spagna e Grecia) e il paradosso dei profili più richiesti nei prossimi tre anni, per i quali c’è maggiore domanda di quanti ne formerà la scuola superiore e l’università. Il cosiddetto “mismatch”.

Orientare (ed orientarsi), in questo avvio degli anni Venti, è la nuova ‘responsabilità sociale’, per una scelta scolastica consapevole, di fronte a trasformazioni rapidissime, competenze e professioni che ancora non esistono, ma per cui occorre prepararsi.

Confindustria stima che da qui al 2022 l’industria italiana avrà bisogno di 205mila super-tecnici, solo nei 6 settori chiave del Made in Italy, in cui siamo un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo e che hanno un continuo bisogno di giovani competenti: meccanico, Ict, chimico e alimentare, tessile-moda e legno-arredo. Ma vista l’offerta formativa attuale, cioè il numero degli studenti che sta uscendo dal nostro sistema educativo, quasi 70mila (1 su 3) saranno di difficile reperimento, addirittura 1 su 2 tra gli under 29, anche nel nostro Veneto. Soprattutto per le competenze tecniche e scientifiche medio-alte.  

Come imprenditori, facciamo nostre le aspirazioni dei più giovani, chiamati ad investire nella scuola per prepararsi alle sfide del futuro. I dubbi delle famiglie su come aiutarli a “fare la scelta giusta”, tenendo conto dei loro interessi e talenti, ma con un occhio anche a ciò che si muove nel mondo del lavoro e al fabbisogno delle imprese.

Vale allora la pena guardarsi intorno, approfondire, chiedere, studiare. Anche perché non mancano gli strumenti. Come i dati contenuti nella mappa sugli esiti universitari e occupazionali dei diplomati (Eduscopio: Fondazione Agnelli). Scopriamo allora che al Centro-Nord gli indirizzi tecnici-tecnologici, tra cui quelli in informatica, tlc, energia, meccanica e meccatronica, e i tecnici-economici, si piazzano stabilmente al di sopra del 60%, con percentuali anche superiori al 70% (in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna). Il punto, che purtroppo vale anche per l’inizio del 2020, è che oltre un terzo delle assunzioni programmate dalle nostre aziende andrà, molto probabilmente, “a vuoto”. Perché mancano candidati. Un danno incalcolabile per gli stessi ragazzi, ma anche per l’intero comparto manifatturiero.

In questo ‘spazio della scelta’ le imprese di Padova e di Treviso e la loro associazione sono parte attiva, determinata a costruire un dialogo positivo fra scuola e mondo del lavoro. Con investimenti e progetti di orientamento, mirati ai ragazzi, agli insegnanti e ai genitori, per raccontare la ‘fabbrica’ quale luogo accogliente di relazioni, in cui dare, imparare e mettere alla prova i saperi, il talento. Non un mondo da incontrare solo al termine degli studi, ma un soggetto attivo nei percorsi educativi, alleato delle nuove generazioni e del sistema formativo, in prima linea nell’identificare le competenze del futuro.

I nuovi lavori richiedono creatività e adattabilità, soft skills e pensiero critico, capacità di gestire problemi complessi e una tecnologia in continua evoluzione. Vogliamo far scoprire ai ragazzi questa realtà, cos’è la nuova ‘fabbrica’, digitale e connessa, quali e quante opportunità di formazione e di realizzazione potranno trovare in azienda, anche qui nel nostro territorio.

Giovani, famiglie, scuola, lavoro, sviluppo. Non sono agende separate, ma un’unica grande lavagna sulla quale dobbiamo scrivere assieme. Una scuola che cambia, moderna e accogliente e un’impresa-comunità che educa, orienta, accompagna al lavoro, sono al centro di questo impegno collettivo.  

Alessandra Polin
Consigliere Delegato Assindustria Venetocentro a Education, Scuola
Presidente Gruppo Giovani Imprenditori

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Fonte: Comunicato stampa