Migranti. Filippo Grandi (Unhcr): “Salvataggio in mare è imperativo umanitario”

L’Alto commissario per i rifugiati della Nazioni Unite interviene alla presentazione online del rapporto annuale del Centro Astalli. “Non siamo di fronte a un dilemma, si possono adottare quarantene, non permettere che paura e intolleranza minaccino il rispetto dei diritti”

Migranti. Filippo Grandi (Unhcr): “Salvataggio in mare è imperativo umanitario”

Anche a fronte della pandemia da Coronavirus il salvataggio in mare resta un imperativo umanitario. Lo ha sottolineato l’Alto Commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite Filippo Grandi, intervenendo questa mattina online alla presentazione del rapporto annuale del Centro Astalli. “E’ un imperativo non voltare le spalle a chi fugge in cerca di salvezza. Garantire la salute pubblica e proteggere i rifugiati è possibile: non si tratta di un dilemma, si possono adottare quarantene - afferma Grandi -. Il salvataggio in mare è imperativo umanitario e obbligo internazionale”. 

L’Alto commissario dell’Unhcr ha ricordato che il 90 per cento dei rifugiati vive in paesi dove le strutture sanitarie sono fragili. “Un impatto del Covid 19 sarebbe catastrofico - continua -. Gli effetti sociali ed economici della pandemia sono già tangibili, noi di Unhcr ci battiamo perché rifugiati e migranti siano inclusi sia in campagne prevenzioni e cura che nei programmi dei governi. L’obiettivo è proteggere gli strati più fragili della popolazione. Le misure per proteggere la salute dei cittadini sono comprensibili ma l’imperativo è non voltare le spalle a chi fugge”. Infine Grandi ha ricordato che oggi ci sono più di 70 milioni di persone in fuga, che aumentano anno dopo anno. “La comunità internazionale stenta a trovare soluzioni -dice -. Il  rispetto dei diritti dei rifugiati da parte degli stati è stato oggetto di attacchi e limitazioni:penso alle morti nel Mediterraneo, al conflitto in Siria, alle violazioni in Myanmar e alla  crisi in Venezuela. Il coronavirus ha reso il quadro ancora più drammatico”.  

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)