Migration pact, Oxfam denuncia: “L’Europa continua a chiudersi in sé stessa”

Il progetto di riforma del sistema di asilo presentato dalla Commissione europea è un “nuovo passo falso”. Secondo Oxfam è prevalsa la linea degli Stati che hanno chiuso i confini a chi fugge da guerre e persecuzioni. Presentata, inoltre, una denuncia per le violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Grecia

Migration pact, Oxfam denuncia: “L’Europa continua a chiudersi in sé stessa”

La fortezza Europa continua a chiudersi in sé stessa”. Oxfam lancia un appello per un immediato cambio di rotta della Commissione europea che oggi, 23 settembre 2020, ha presentato il progetto di riforma del sistema di asilo. Il testo resta, infatti, lontano dalla realizzazione di una vera visione comunitaria nella gestione del fenomeno migratorio. “Siamo di fronte ancora una volta ad un visione puramente securitaria e di corto respiro – denuncia Paolo Pezzati, policy advisor per la crisi migratoria di Oxfam Italia -.  Nel tentativo di trovare un compromesso, infatti, è prevalsa la linea di quei Paesi che hanno come unico obiettivo la riduzione del numero di persone a cui concedere protezione e una vita dignitosa in Europa”.

Secondo Oxfam, dopo l’incendio che ha distrutto il campo di Moria nell’isola greca di Lesbo non si registrano necessari e significativi cambi di direzione. “La Grecia ha infranto le normative europee, violando i diritti umani dei migranti, ma l’Europa ha chiuso gli occhi – prosegue Pezzati -. Per questo abbiamo presentato assieme a We Move Europe, una denuncia alla Commissione perché venga aperta una procedura di infrazione nei confronti del Governo greco”.

Rimane incerta, prosegue la Confederazione internazionale di organizzazioni non profit, la condivisione di responsabilità degli stati sui ricollocamenti dei migranti. “La solidarietà tra Stati membri si sarebbe dovuta concentrare sulla condivisione di responsabilità per proteggere coloro che chiedono asilo, trovando strumenti vincolanti, piuttosto che suddividere il peso dei rimpatri forzati” continua Pezzati.

Gli aiuti internazionali ai paesi poveri, inoltre, non possono essere utilizzati per fermare il flusso migratorio. Queste politiche hanno avuto il solo risultato di screditare l’Europa come partner presso i paesi africani – spiega il policy advisor - Sono risorse indispensabili e preziosissime che non dovrebbero più essere investite in addestramento e supporto a forze dell’ordine e polizia di frontiera, che spesso non fanno che accrescere la dimensione di pericolo per migranti e popolazione locale”.

Senza il riconoscimento del valore delle migrazioni, infine, nessuna vera integrazione è possibile. “La ripresa dell’Europa non potrà che avvenire attraverso il riconoscimento del ruolo che i migranti hanno svolto in questi duri mesi, rendendoli pienamente partecipi delle nostre economie. – conclude Pezzati – Il successo di questa impresa è tutta nelle mani dei governi dei paesi membri”. Un cambiamento ancora tutto nelle mani dell’Unione Europea.

Camilla Canale

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)