Parrocchie, centro di relazioni? Alcune riflessioni su una ricerca dell'università Cattolica

La costruzione di relazioni dunque non è soltanto basata sull’incontro faccia a faccia, ma anche sull’utilizzo degli spazi dei social network.

Parrocchie, centro di relazioni? Alcune riflessioni su una ricerca dell'università Cattolica

In una società incerta e molto individualizzata cresce la solitudine. Fatichiamo a incontrare spazi sociali capaci di promuovere le relazioni. Il distanziamento fisico che abbiamo praticato per contenere la diffusione del Covid certamente non ha aiutato a costruire legami di comunità. Una ricerca coordinata dalla sociologa Lucia Boccaccin si propone di osservare se le parrocchie riescono a essere luoghi di relazionalità. Lo studio ha iniziato a rilevare i primi dati nel 2019, prima dell’inizio della pandemia, e ha concluso la raccolta nella primavera del 2021. L’indagine ha prodotto dati quantitativi, che sintetizzano i risultati di 420 parrocchie nella prima fase (144 di queste sono state coinvolte nella seconda fase per evidenziare i cambiamenti dopo il lockdown), e dati qualitativi che si sono concentrati su alcune esperienze specifiche.

Significativo è il titolo della ricerca “Generare relazioni di comunità nell’era del digitale: la sfida delle parrocchie italiane prima e dopo la pandemia”. La costruzione di relazioni dunque non è soltanto basata sull’incontro faccia a faccia, ma anche sull’utilizzo degli spazi dei social network. Sono emerse tre diverse tipologie di comunità nelle parrocchie, come si spiega nella presentazione.

Ci sono innanzitutto le comunità di attaccamento (il 40% del campione), che mostrano un atteggiamento pragmatico, caratterizzato da un’attenzione alle attività educative e alla risposta di bisogni materiali. In queste comunità si riscontra la presenza associazioni e gruppi ecclesiali che realizzano incontri culturali, mentre l’utilizzo delle tecnologie digitali non molto diffuso è confinato alla funzione informativa.

Poi si incontrano sono le comunità generative (30,6%). Questo secondo gruppo è composto da parrocchie molto attive, impegnate in attività di solidarietà promosse da varie realtà associative interne e in collaborazione con la società civile del territorio. Per le comunità generative la digitalizzazione è un’opportunità di coinvolgimento.

Infine si trovano le comunità di luogo (il rimanente 29,4%). In esse le persone trovano uno spazio fisico di incontro. La parrocchia continua a vedere riconosciuto la sua funzione di consolidamento dei legami sociali e lo stesso utilizzo degli strumenti digitali è finalizzato alla ricerca della cura di relazioni.

Come ha affermato Lucia Boccaccin durante una sua intervista, rilasciata alla rivista Famiglia Cristiana: “le persone hanno un desiderio di appartenenza situata … Le parrocchie restano tra i pochissimi luoghi sociali in cui le diverse generazioni possono scambiarsi contenuti, knowhow, esperienze e generare comunità nuova e vivace”. Siamo in un periodo in cui si moltiplicano le forme e le modalità con cui entriamo in relazione con gli altri. La sfida per le parrocchie sarà saperle coglierle.

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Fonte: Sir