Programmi elettorali, “ignorati i problemi di medici e ospedali”

Negativo il giudizio del sindacato dei medici sulle proposte dei partiti per la sanità ospedaliera. Quici: “Caduto nel vuoto l’appello della Federazione Cimo-Fesmed. Non nascondiamo amarezza, delusione e rabbia”

Programmi elettorali, “ignorati i problemi di medici e ospedali”

“È evidentemente caduto nel vuoto l’appello che la Federazione Cimo-Fesmed, un paio di settimane fa, aveva rivolto ai partiti e alle coalizioni in corsa per le prossime elezioni politiche”. E’ l’amara considerazione del sindacato dei medici, che aveva chiesto di inserire nei programmi elettorali proposte concrete e realistiche in grado di superare i problemi del Servizio sanitario nazionale. “E invece i capitoli dedicati alla tutela della salute risultano in buona parte superficiali, demagogici e talmente inconsistenti da risultare irrealizzabili”, afferma il sindacato. Che in una nota elenca le criticità e le mancanze dei partiti.

“Nessun cenno alla necessità di aumentare i posti letto, i Livelli Essenziali di Assistenza (o LEA) non vengono mai citati, nessuna soluzione alla crisi dei Pronto soccorso (se non la promessa di ‘incentivi’ da parte del Movimento 5 Stelle), qualche impegno ad abbattere le liste d’attesa ma senza prevedere soluzioni innovative che possano realmente superare un problema grave che il Paese si trascina da anni – si afferma -. E sebbene sia comune l’intenzione di potenziare gli organici, lo spazio riservato a medici e ospedali è pari quasi a zero, senza alcun cenno alle condizioni di lavoro massacranti per tutto il personale sanitario”.

Continua il Cimo-Fesmed: “Basta una semplice ricerca di alcune parole chiave per rendersi conto quanto la cosiddetta ‘questione medica’ e la sanità ospedaliera siano ignorate da chi si contende il prossimo governo del Paese: la parola ospedale/ospedali è del tutto assente dai programmi di centro destra, Pd e M5S; compare invece una volta nel programma di Azione-Italia Viva (che intende ‘assicurare un continuum assistenziale tra casa del paziente, territorio, ospedale e viceversa’) e tre volte nel programma di Europa Verde e Sinistra Italiana (che vorrebbe superare ‘il vecchio modello centrato sull’attesa e sull’ospedale’ e affiancare chi combatte ‘apparati burocratici incancreniti o complici del malaffare’, come fatto all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli)”.

Ed ancora: “La parola medico/medici, d’altro canto, non compare mai nei programmi di centro destra e Movimento 5 Stelle; è presente due volte nel programma del Pd (nella premessa in cui si ricorda ‘l’abnegazione di tanti medici, infermieri e operatori sanitari’ durante la pandemia e nella promessa di ‘incentivare la presenza sul territorio dei Medici di Medicina Generale e degli infermieri di comunità’); ricorre due volte nel programma di Azione-Italia Viva (che cita i ‘medici di laboratorio’ e i ‘medici di Medicina generale’ rispettivamente nei progetti di revisione della Medicina Generale e di contrasto alla mancata aderenza ai piani terapeutici); e infine cinque volte nel programma di Europa Verde e Sinistra Italiana (che propone il ‘superamento delle convenzioni nazionali dei medici di famiglia’, ‘l’introduzione di medici sentinella per l’ambiente’ e ‘la piena attuazione della Legge 194 anche attraverso normative che consentano solo a personale infermieristico e medico non obiettore di partecipare ai concorsi pubblici’)”.

“Pensavamo che la pandemia avesse finalmente acceso i riflettori sulle criticità dell’ospedalità pubblica e che fosse finalmente giunto il momento di invertire la rotta - commenta Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed (cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED) e vicepresidente Cida -. Invece era solo una momentanea illusione, scandita da elogi, riconoscimenti e applausi rimasti gesti senza conseguenze. Ne prendiamo atto, senza nascondere amarezza, delusione e rabbia”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)