Q come Qualità. La qualità della vita familiare dipende per una buona percentuale dal saper andare oltre la routine

Da un lato porsi traguardi sempre nuovi è insito nell’uomo ed è come un principio vitale di per sé salutare, dall’altro non sapersi accontentare è altrettanto umano ma non altrettanto benefico.

È la qualità del nostro lavoro che piacerà a Dio e non la quantità
(Mahatma Gandhi)

Q come Qualità. La qualità della vita familiare dipende per una buona percentuale dal saper andare oltre la routine

Q come Qualità.  Siamo sempre alla ricerca di qualcosa che ci manca, insoddisfatti e ansiosi, volitivi o depressi, tutti siamo accomunati dal desiderio di avere qualcosa di più di quel che abbiamo, di raggiungere un obbiettivo più alto, una meta un poco più in là di dove siamo arrivati. Da un lato porsi traguardi sempre nuovi è insito nell’uomo ed è come un principio vitale di per sé salutare, dall’altro non sapersi accontentare è altrettanto umano ma non altrettanto benefico. Alla base di questo istinto c’è la ricerca di qualità. Ma che qualità andiamo cercando? Prima fra tutte la qualità dell’ambiente in cui viviamo. Oggi abbiamo ormai tutti gli strumenti per sapere se il luogo in cui viviamo è salubre oppure no: la qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo, siamo consapevoli che spesso molte delle comodità a cui siamo abituati sono ottenute attraverso processi produttivi che incidono sull’inquinamento ambientale e spesso di fronte a noi si pone una scelta. Per esempio la iperconnessione a cui ormai siamo abituati mal si coniuga con un habitat più libero da interferenze acustiche ed elettromagnetiche.

Se vogliamo che ci sia sempre campo attorno a noi, dobbiamo sapere che questo significa vivere in un luogo meno incontaminato. Che qualità cerchiamo? Quella di un luogo ancora poco antropizzato e in cui si può godere maggiormente di un rapporto più diretto con la natura, o quella di un ambiente completamente avvolto nella Rete, in cui la maggior parte delle nostre attività sono mediate attraverso gli ultimi ritrovati della tecnologia? Vi è poi un altro tipo di qualità che andiamo cercando ed è quella del cibo. Oggi la garanzia di qualità compare su moltissimi prodotti da noi acquistati e nonostante questo non sempre siamo consapevoli delle loro caratteristiche. Cerchiamo frutta e verdura a chilometro zero, ma poi non sappiamo come sono stati coltivate e con quali accorgimenti o sofisticazioni. Ci fidiamo di marchi che sono consolidati nella nostra memoria, magari grazie a martellanti campagne pubblicitarie, ma non andiamo a vedere la filiera di produzione, per non parlare delle appartenenze delle ditte alimentari che ci sono care a multinazionali del tutto spregiudicate nello sfruttamento dei territori e magari anche nella manodopera utilizzata.

La qualità sulla nostra tavola non dovrebbe mai essere ottenuta a discapito della qualità della vita e della dignità delle persone che hanno lavorato alla preparazione e realizzazione dei prodotti che mangiamo. Sono i principi alla base del commercio equo e solidale e del consumo critico, dimensioni che sono sempre più presenti nell’agenda delle nostre priorità ma che ancora possono essere messe in risalto per una sostenibilità globale sempre più urgente. Al di là di ciò che dall’esterno entra in contatto coi nostri corpi, l’ambiente e il cibo, vi è poi un altro ambito in cui siamo chiamati a misurare la qualità del nostro vivere, ovvero le relazioni che intessiamo quotidianamente. C’è un galateo non scritto, che però è inciso nel nostro dna, che ci induce a instaurare relazioni belle, buone e felici con il prossimo. Per quanto inquinati da comportamenti scorretti, dall’egoismo, dall’avidità o dalla gelosia, i rapporti che allacciamo con chi ci sta di fronte sono il diuturno terreno in cui sperimentare la nostra umanità. I legami famigliari sono il primo campo in cui siamo messi alla prova. Il saluto, la gentilezza, la cura, i gesti disinteressati di premura, la sollecitudine, il conforto: c’è un alfabeto con cui l’affetto si declina e dove nulla può essere dato per scontato.
La qualità della vita famigliare dipende per una buona percentuale da questo saper andare oltre la routine, oltre il già detto e già vissuto, per sperimentare ogni giorno la bellezza di un incontro che può essere sempre nuovo.

Contro le chiusure fra marito e moglie o le incomunicabilità fra genitori e figli siamo chiamati ad una vita appunto di qualità in cui al primo posto vi sia il bene dell’altro e la sua felicità. Vi è infine una qualità nella relazione con il Creatore, una dimensione di preghiera contemplativa che sottende ogni altro gesto di amore. Quando il segnale di questa lunghezza d’onda è forte e chiaro, è già in discesa il crinale di tutti gli altri incontri e rapporti in cui siamo coinvolti. La pace interiore nutrita da una costante gratitudine per la vita è la spezia che dà profumo ad ogni giornata e la rende occasione di incontro felice e positivo con il prossimo che incontriamo sulle nostre strade.

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Fonte: Sir