Quella fretta maledetta di schierarsi. Senza ascoltare le ragioni altrui con cui si fa la pace

Siamo sconvolti da quanto accade in Ucraina. Alcuni flash: l’attacco all’ospedale di Mariupol, i video di razzi e ordigni che cadono in centro città, mentre cittadini ucraini camminano per fare le cose di tutti i giorni. I soldati russi prigionieri che si scusano: credevano fino all’ultimo di essere in un’esercitazione. 

Quella fretta maledetta di schierarsi. Senza ascoltare le ragioni altrui con cui si fa la pace
E poi le collette per dare sepoltura ai morti, l’assedio alle città che punta ad affamare e assetare la popolazione. Tutto questo accade dietro l’angolo. Un Paese come il nostro, in cui oramai neanche tutti i nonni hanno visto la guerra, ha bisogno di rendersene conto. Da qui un profluvio di domande: il fatto di inviare armi e imporre sanzioni fa di noi una nazione in guerra? Fin dove si spingerà la Russia? Tutto quello che i media ci raccontano è verità o espressione di una sola parte? Dopo oltre venti giorni di...