Regolarizzazione, per gli esperti è un flop: “Occasione sprecata”

A più di un mese dal via del provvedimento, i 250 esperti di Grei fanno il punto: “E' stata concepita soltanto per il 40 per cento degli irregolari stimati, ma nemmeno questi riusciranno a legalizzarsi tutti, per un’autentica trappola inserita nel testo del decreto”

Regolarizzazione, per gli esperti è un flop: “Occasione sprecata”

Abdoul, lavora alla Fincantieri con un ricorso pendente in Cassazione, e per regolarizzarsi è dovuto andare a Foggia fingendosi bracciante, per tornare poi a Trieste e sperare di essere riassunto da Fincantieri. Anche Mohammed, già destinatario di protezione internazionale, in Fincantieri lavora da anni con contratto in scadenza, ora cercherà di riprendere a lavorare lì, una volta regolarizzato come lavoratore domestico. Katia, mamma di due bambini,  ha un permesso scaduto il 30 ottobre del 2019, e per un giorno manca l’appuntamento con la regolarizzazione e resta irregolare. 

Sono questi solo alcune delle storie che il Grei, Gruppo di riflessione sulla regolarizzazione, formato da  250 studiosi, avvocati, medici, attivisti dell’immigrazione ha raccolto nel primo mese in cui ha preso il via la misura di regolarizzazione. Che per molti sembra essere un flop. Secondo i dati del ministero dell’Interno sono oltre 80mila (80.366, di cui 69.721 già perfezionate e 10.645 in corso di lavorazione) le domande di regolarizzazione dei migranti inoltrate al 30 giugno. L’88 per cento delle domande già perfezionate (61.411) e il 76% di quelle in lavorazione (8.116) riguarda il lavoro di cura e domestico. Molto poche sono quelle che riguardano l’agricoltura.  

Doveva essere la volta buona per riportare alla luce del sole un mondo di oltre 600 mila invisibili, con vantaggi per l’integrazione e la sicurezza sanitaria, ma l’occasione è stata sprecata - spiega Grei -. La delusione è forte per il testo di emersione in uscita dalla Commissione Bilancio della Camera, che minaccia di passare immutato al voto dell’aula e a quello del Senato, dal momento che il Parlamento deve licenziarlo entro il 19 luglio, pena la non conversione in legge del decreto di Rilancio in cui è inserito. La regolarizzazione, di cui si avvertiva forte il bisogno, è stata concepita soltanto per il 40 per cento degli irregolari stimati,  e cioè  per quanti operano in agricoltura, nella pesca, nell’allevamento, nel lavoro domestico e di assistenza familiare. Ma nemmeno questi immigrati riusciranno a legalizzarsi tutti, per un’autentica trappola inserita nel testo del decreto”.

Le domande potranno essere infatti presentate (sino al 15 agosto) soltanto da e per coloro che siano diventati irregolari a partire dal 31 ottobre 2019, non un giorno prima. La doppia restrizione, di settori e di data d’inizio dell’irregolarità, rende del tutto incomprensibile una norma nata, come è scritto nelle prime righe del testo, per meglio tutelare la popolazione di fronte alla minaccia del Covid 19. “Gli emendamenti che Grei 250 aveva consegnato ai partiti della maggioranza non sono stati più messi in votazione. Neppure quello che obbligava il cittadino straniero a iscriversi provvisoriamente al sistema sanitario nazionale al momento della domanda, né l’altro che dava la possibilità di accedere al permesso temporaneo a 135 mila richiedenti asilo, che hanno perso la protezione umanitaria e sono impegnati nel contenzioso giudiziario - conclude la nota -.  L’auspicio è che vi sia presto una nuova occasione per porre rimedio a questa sconfitta non solo di numeri, ma di politica sociale e di salute pubblica”. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)