Rem. Forum DD, ASviS e Gori: “Rischia di non arrivare a chi ne ha bisogno”

A pochi giorni dall’avvio della raccolta delle domande, l’analisi del gruppo di lavoro coordinato da Cristiano Gori. “Soddisfatti, ma preoccupano procedure per la richiesta e l’assenza di una campagna di comunicazione. Nelle prossime settimane sarà necessario monitorare la misura”

Rem. Forum DD, ASviS e Gori: “Rischia di non arrivare a chi ne ha bisogno”

Soddisfatti per l’introduzione di una misura “nata al di fuori del mondo politico e istituzionale”, tuttavia non mancano le preoccupazioni sul Reddito di emergenza per “le significative differenze presenti tra la proposta originaria e la misura effettivamente introdotta” che “convergono nell’alimentare un timore di fondo: quello di non riuscire a sostenere una parte della popolazione economicamente più fragile in un passaggio storico così complicato”. Il giudizio espresso dal Forum Disuguaglianze e Diversità (Forum DD), dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e da Cristiano Gori, docente di politica sociale all'Università di Trento, in merito al Reddito di emergenza a poche settimane dalla sua partenza è positivo nel complesso, ma ci sono delle criticità che potrebbero non far funzionare alla perfezione lo strumento voluto per intervenire tempestivamente a sostegno di quanti, per via della pandemia, si sono trovati in difficoltà. 

Secondo le stime del governo, sono 867.600 le famiglie che avranno diritto al Rem, cioè poco più di 2 milioni di persone. “Nell’ipotesi che tutti loro ricevano la misura per le due mensilità previste - spiega il documento congiunto pubblicato oggi da parte del team coordinato da Gori -, la spesa ammonterebbe a 954 milioni di euro”. In merito alla platea dei beneficiari, il documento solleva alcune domande a cui dovranno rispondere le istituzioni. Secondo alcune elaborazioni compiute da Irpet-Toscana contenute nel documento, “potrebbe esservi una quota di persone appartenenti al primo decile di reddito priva del diritto ad alcuna misura di sostegno economico (pur non disponendo di un livello di patrimonio tale da non averne bisogno); in ogni modo, non dovrebbe essere più del 15% di questo decile. Se così fosse, nel frammentato coacervo di prestazioni messe in campo sarebbero rimasti dei buchi”. Lo studio realizzato da Irpet-Toscana, inoltre, mostra come “contrariamente ad una diffusa percezione di questa misura, più della metà delle persone interessate si trovi nel centro-nord”.

Nella misura contenuta nel Decreto Rilancio, tuttavia, ci sono degli ostacoli che potrebbero non far arrivare il Rem a tutti i potenziali beneficiari, e riguardano “le procedure previste per farne richiesta e l’assenza di una campagna di comunicazione mirata”. Secondo una nota di Forum, Asvis e Gori, “la necessità di comunicare l’Isee per presentare la domanda per il Rem (non prevista nella proposta Forum DD-ASviS-Gori), potrebbe scoraggiare le persone che oggi sono fuori dalla rete del welfare pubblico e rendere la misura meno accessibile per i lavoratori del sommerso, per i quali non è prevista una strategia di aggancio con la prospettiva di regolarizzazione”. L’idea iniziale di realizzare una misura “facile” da richiedere e ricevere, quindi, risulta compromessa. A creare qualche difficoltà anche il problema della frammentazione delle misure adottate per far fronte alla crisi dovuta al coronavirus e la compresenza del Reddito di cittadinanza e del Reddito di emergenza. “Senza un’adeguata campagna informativa mirata sarà difficile per molti sapere se si rientra o meno tra gli aventi diritto al Rem”. Inoltre, il raggiungimento di tutti i possibili beneficiari, spiega una nota del gruppo di lavoro, “dipenderà molto anche dal lavoro di accompagnamento sui territori di enti locali, associazioni e altri soggetti del terzo settore”.

“Inesaudita” la richiesta di uniformare la durata del Rem a quella di altre prestazioni straordinarie di tutela del reddito. “L’elevata incertezza circa l’evoluzione della società italiana nei prossimi mesi rende complicato, in effetti, definire quale sia la durata più opportuna per il Rem - si legge nel documento -. Detto questo, le due mensilità attualmente previste sembrano un arco temporale troppo limitato per rispondere alle necessità fondamentali della popolazione interessata. Peraltro, sino a pochi giorni prima della sua approvazione, le bozze del Decreto Rilancio indicavano non due bensì tre mesi, cioè la lunghezza media attualmente individuata per interventi simili a livello internazionale”.

Per quanto riguarda gli importi (che vanno dai 400 euro per un singolo adulto agli 800 per un nucleo con cinque persone), secondo il documento risultano “adeguati alle esigenze delle famiglie coinvolte - si legge nel report -. Lo si comprende mettendo a confronto l’ammontare mensile del Rem con quello del Reddito di cittadinanza. Gli importi mensili del Rem sono assimilabili a quelli del Rdc, che tutti gli studi indicano essere consoni alle necessità delle famiglie cadute in povertà”. Tuttavia, il Rem presenta un limite di equità. “Famiglie con la medesima composizione ma redditi differenti ricevono la stessa somma di denaro - spiega il documento -. Questa, però, è una criticità inevitabile poiché calcolare gli importi come differenza tra una soglia e il reddito di ogni singola famiglia avrebbe comportato di richiedere a ciascuna informazioni più dettagliate sulla sua condizione, rendendo la procedura troppo complessa e lunga per una prestazione di natura emergenziale”.
I tempi stretti della misura, sia per quanto riguarda la finestra utile per farne richiesta (dal 22 maggio al 30 giugno), sia per la ridotta estensione della misura (soli due mesi) richiedono quindi un lavoro di monitoraggio certosino per mettere in campo azioni mirate. “Nelle prossime settimane sarà necessario monitorare non solo l’attuazione della misura nei territori, ma anche le condizioni delle persone e delle famiglie alle quali è rivolta. Ciò anche allo scopo di identificare possibili azioni finalizzate ad aiutare gli utenti del Rem a beneficiare di sostegni di natura non monetaria (formazione, assistenza per i minori, lotta alla povertà educativa, ecc.) oppure a usufruire di altri strumenti di sostegno”.(ga)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)