Safer Internet Day. Cismai: “Adolescenti e bambini, connessi ma soli”

Parla Giovanni Visci, presidente del Coordinamento italiano contro l’abuso e il maltrattamento su minori: “La solitudine e un’intensa vita online sembrano essere due caratteristiche della vita dei più giovani. Un paradosso, se non sapessimo che essere virtualmente amici non è come esserlo davvero”

Safer Internet Day. Cismai: “Adolescenti e bambini, connessi ma soli”

Secondo i dati dell’Osservatorio Indifesa di Terre des Hommes e Scuola Zoo, presentati in occasione della Giornata internazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, il 61 per cento dei giovani dichiara di esser stato vittima di bullismo o cyberbulllismo, il 68 per cento di avervi assistito. “Giornate come il Safer Internet Day o quella appena trascorsa contro il cyberbullismo – spiega Giovanni Visci, presidente Cismai, il Coordinamento italiano contro l’abuso e il maltrattamento sui minori – servono a ricordarci che la rete è uno strumento di per sé utile, ma che un utilizzo scorretto porta con sé conseguenze gravi, a volte irrimediabili, soprattutto per i più piccoli. Un utilizzo esclusivo anziché integrativo della rete, l’esposizione continua e fuori dal controllo attento degli adulti, mettono a rischio un’intera generazione. I recenti e dolorosi fatti di cronaca collegati a un uso improprio dei social ci dimostrano quanto resta da fare per rendere la rete un luogo sicuro per i giovani. Sono tante e tutte gravi le possibili conseguenze che derivano da un errato uso della rete”.

Come spiega Visci, “sono in gioco le competenze cognitive, emotive e relazionali delle nostre bambine, bambini e adolescenti. Spesso è la loro stessa vita a essere messa ‘in gioco’ in una dimensione che deforma la realtà in modo pericoloso. Perdita di memoria, disattenzione, distorsione della realtà sono tra i danni possibili in un’età che invece dovrebbe essere caratterizzata dalla creatività e dalla prontezza di reazione agli stimoli. Ovviamente questo lungo tempo di pandemia ha peggiorato le cose e ha reso spesso ancora più inaccessibili i nostri adolescenti”. Poi un riferimento ai dati dell’Osservatorio Indifesa: il 93 per cento dei 6 mila giovani italiani, tra i 13 e 23 anni, intervistati nel 2020, dichiara di sentirsi solo. Sono un 10 per cento in più dell’anno precedente. “La solitudine e un’intensa vita online sembrano essere due caratteristiche della vita dei più giovani: connessi ma soli. Un paradosso, se non sapessimo che essere virtualmente amici non è come esserlo davvero, dove gli abbracci e l’ascolto, le pacche sulle spalle e le risate, il confronto e le discussioni sono vere, tangibili e arricchenti. Il nostro è un appello perché si continui con il contrasto degli abusi e delle violenze sulla rete e si rafforzi la prevenzione a cominciare dalla scuola”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)