Scuola e patti educativi, Bianchi: “Non c’è rilancio né resilienza se non si lavora insieme”

Intervenendo questa mattina a un convegno promosso dall’Alleanza per le cooperative di Bologna, il ministro ha parlato di impegno cooperativo, ruolo dell’istruzione e di scuola in estate: “A chi la critica dico: l’abbiamo già fatto. Nel 2012, l’anno del terremoto in Emilia”

Scuola e patti educativi, Bianchi: “Non c’è rilancio né resilienza se non si lavora insieme”

“Cooperare per ripartire deve essere il concetto al centro del Pnrr: non c’è rilancio né resilienza se non si lavora insieme. La responsabilità dell’Emilia-Romagna è grande: c’è chi ha pensato che le nostre modalità di lavoro siano naturali, ma non lo sono. Sono una grande conquista: ed è per questo che, adesso, dobbiamo metterci a disposizione del resto del Paese. L’ispirazione deve arrivare proprio dal mondo cooperativo, dalla convinzione dell’impossibilità di ragionare per compartimenti stagni”. A parlare è Patrizio Bianchi, il ministro all’Istruzione – ex assessore all’istruzione dell’Emilia-Romagna – intervenendo questa mattina nel corso del convegno online “Cooperare per ripartire. I patti educativi di comunità” organizzato dall’Alleanza delle cooperative di Bologna. Bianchi ha parlato di rilancio e ripartenza: “La pandemia ce l’ha dimostrato: nessuno è autonomo. Per recuperare una programmazione sul lungo periodo vanno coinvolte non solo le istituzioni, ma tutte le forze della società civile, perché siano partecipi e si facciano promotori di idee come i patti educativi di comunità, cruciali in questa fase ma anche sul lungo periodo”. Il Ministro Bianchi ha citato anche il Piano estate, “sebbene il nome più adatto sia ‘Dall’estate al nuovo inizio’. Significa che le attività che partiranno nei mesi estivi dovranno far sì che, il 1° settembre, si riparta con un nuovo entusiasmo. A chi critica la scuola in estate dico: noi l’abbiamo già fatto. Nell’estate del 2012, l’anno del terremoto, eravamo sotto le pietre, ma abbiamo continuato a stare con i nostri ragazzi e il primo giorno di scuola tutti tornarono in classe”. In chiusura, un appello preciso, diretto all’Alleanza: “Portate le vostre idee in tutta Italia, gemellatevi con scuole del Meridione. Lavorate insieme: il vostro compito è quello di ricucire il Paese. Perché, se dopo tutto quello che abbiamo fatto in regione, non fossimo capaci di rilanciarci a livello nazionale, non avremmo fatto bene il nostro lavoro. Scriviamo una storia nuova. Scrivete una storia nuova”.

patti educativi di comunità sono accordi tra enti locali, istituzioni pubbliche e private, realtà del terzo settore e scuole, promossi per rafforzare un’alleanza educativa, civile e sociale apparsa quanto mai necessaria nelle condizioni attuali. Il Piano Scuola 2020/21 ha individuato nell’ente locale il soggetto cui spetta il compito di promuovere e coordinare i lavori tra le parti, tramite apposite conferenze dei servizi, e di proporre un regolamento per la sottoscrizione dei Patti, in una logica di massima adesione al principio di sussidiarietà e di corresponsabilità educativa. La finalità è duplice: favorire la messa a disposizione di strutture o spazi, come parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei, al fine di potervi svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali; sostenere le autonomie scolastiche nella costruzione delle collaborazioni con i diversi attori territoriali che possono concorrere all’arricchimento dell’offerta educativa, individuando finalità, ruoli e compiti di ciascuno sulla base delle risorse disponibili.

In questo senso, l’Alleanza delle cooperative di Bologna ha lanciato la piattaforma educativa “Cooperare per ripartire”: obiettivo, proporre soluzioni in grado di rispondere ai nuovi bisogni della “comunità educante” derivati dall’emergenza pandemica e, insieme, progettare proposte coerenti con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030. Si va da progetti per l’inclusione scolastica che affrontano i problemi del digital divide, al recupero della socializzazione per i bambini, ragazzi e adolescenti disabili e vulnerabilità a laboratori teatrali e artistici per elaborare il trauma del lockdown e di come affrontare con responsabilità il distanziamento sociale. E ancora sportelli di ascolto per studenti, genitori e insegnanti con team di educatori, pedagogisti e psicologi per prevenire il rischio di dispersione e abbandono scolastico; messa a disposizione di medici competenti, corsi di prevenzione Covid 19, servizio di sanificazione ambienti e noleggio e lavaggio di mascherine “sostenibili”, laboratori di educazione alla sostenibilità e al consumo consapevole.

“Il mondo scolastico tutto è stato duramente colpito da questa pandemia – ha sottolineato nelle conclusioni la presidente dell’Alleanza Rita Ghedini – e questo potrà determinare effetti negativi di medio lungo periodo riguardo all’abbandono scolastico e le capacità di apprendimento determinando possibili gap nelle giovani generazioni quando si affacceranno al mondo del lavoro. La scuola è uno snodo della rete di relazioni sociali e produttive. Blocco, sostituzione digitale e nuove forme di riavvio hanno avuto e avranno impatto anche sulla vita delle famiglie e del tessuto produttivo, trasformandoli oggi e in prospettiva. Vorremmo avere di fronte una trasformazione progettata e condivisa. Vogliamo fare proposte concrete a tutta la ‘comunità educante’ per mettere a disposizione tutto il nostro know how al territorio, per dare un contributo concreto a studenti, famiglie e insegnanti per superare insieme questo momento e costruire basi più solide per il futuro prossimo. Tutti gli attori, pubblici, del privato sociale, fondazioni e terzo settore possono costruire assieme le condizioni per attrarre la finanza d’impatto e creare un Social Impact Bond Educativo, raccogliendo risorse economiche per contrastare la povertà educativa”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)