Scuola, tra orari ridotti e mascherine tutto il tempo: per i presidi ancora troppe criticità
Intervista al presidente dell'ANP Giannelli, che ha appena scritto una lettera alla ministra Azzolina, segnalando le problematiche che rendono estremamente difficoltosa la prosecuzione delle attività didattiche in sicurezza. Carenza di docenti, banchi in ritardo, mascherine in classe, orari ridotti e prassi difformi i nodi da sciogliere. “Sia convocato il Tavolo nazionale permanente”
La scuola è iniziata, ma la fase di “avvio” sembra non finire mai. Quello che doveva essere “provvisorio”, o “temporaneo”, è ancora di fatto realtà quotidiana, per la maggior parte degli studenti e delle loro famiglie: orari ridotti, insegnanti che non ci sono, banchi mai arrivati, studenti in classe con la mascherina tutto il giorno sono le difficoltà con cui stanno ormai familiarizzando bambini, ragazzi, docenti e genitori. Per consentire l'avvio dell'anno scolastico, il Cts aveva concesso delle deroghe, ad agosto: le scuole potevano riaprire, anche senza banchi e perfino senza quel metro di distanza, a patto però che le mascherine fossero indossate tutto il tempo e che la misura fosse temporanea.
La situazione però, a quasi tre settimane dalla prima campanella, è tutt'altro che normalizzata. Per questo l'Anp (Associazione nazionale Presidi) ha scritto ieri alla ministra Azzolina: “Sono pervenute all’Anp numerose segnalazioni su problematiche che rendono estremamente difficoltosa la gestione delle misure necessarie a garantire la prosecuzione delle attività didattiche in sicurezza – scrive nella lettera il presidente Giannelli - Chiedo pertanto che, in applicazione del Protocollo d’Intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di Covid 19 del 6 agosto 2020, sia convocato con urgenza il Tavolo nazionale permanente presso il quale è previsto che siano 'riportate, con cadenza periodica, le questioni di maggiore interesse e le criticità pervenute al ministero tramite il servizio di help desk o tramite richieste dei direttori generali o dei dirigenti preposti agli Uffici Scolastici Regionali o direttamente dalle organizzazioni sindacali”. Abbiamo interpellato il presidente di Anp Giannelli, per fare il punto della situazione.
Quali sono le principali criticità che inchiodano ancora la scuola alla sua fase di “avvio”?
Innanzitutto l'organico, che ancora è carente. La ministra ha dichiarato che a breve dovrebbe essere tutto risolto: vorremmo conferme in tal senso. Poi c'è la consegna dei banchi monoposto, sulla quale vorremmo conoscere le tempistiche. Secondo quanto dichiarato dal commissario Arcuri, 2,4 milioni di banchi dovrebbero essere distribuiti entro la fine di ottobre. Quindi, in teoria, dovrebbe esserne stata già consegnata la metà circa: non abbiamo dati, ma l'impressione e che non sia così e che ci siano notevoli ritardi.
Ma perché i banchi sono così importanti?
Perché se non arrivano i monoposto, la scuola deve decidere se continuare a usare i vecchi biposto, che però non garantiscono il distanziamento e quindi impongono l'uso della mascherina anche da seduti; oppure, in alternativa, togliere i banchi dall'aula e lasciare solo le sedie, garantendo la giusta distanza e quindi permettendo di togliere la mascherina, ma al prezzo di una una notevole scomodità Anche su questo non abbiamo dati, ma penso che la maggior parte delle scuole abbia finora optato per l'eliminazione dei banchi.
Queste soluzioni sono però frutto di una deroga, concessa dal Cts: c'è un termine fissato entro il quale la situazione dovrebbe normalizzarsi?
Ad agosto il Cts ha dichiarato che, nei casi in cui la distanza di un metro non potesse essere garantita, la scuola avrebbe comunque aperto ma gli studenti avrebbero dovuto indossare tutto il tempo la mascherina. Questo doveva durare non oltre le due settimane.
Insomma, la deroga è teoricamente scaduta...
Sì, se parliamo di banchi biposto e distanze inferiori a un metro sì, la deroga valeva per le prime due settimane. Lo stesso termine non vale invece nel caso in cui i banchi siano rimossi e restino solo le sedie, nel rispetto del metro di distanza: in questo caso, dal punto di vista sanitario, la situazione è sicura e le mascherine non sono necessarie quando i ragazzi sono seduti. In teoria, si potrebbe andare avanti anche tutto l'anno, ma ovviamente nessuno pensa che questo sia davvero fattibile.
Vi risulta che ci siano difficoltà maggiori in alcune regioni piuttosto che in altre?
Sicuramente registriamo maggiori difficoltà al nord, dove minore è la disponibilità di docenti. Le differenze territoriali riguardano però sopratutto le prassi sanitarie ed è questa un'altra criticità che vorremmo evidenziare alla ministra: vorremmo che le Asl adottassero procedure uguali su tutto il territorio nazionale, invece non ci risulta che questo accada. Sempre dal punto di vista sanitario, c'è una problematica legata all'utilizzo dei tamponi, che comporta un rallentamento nelle operazioni. Ora speriamo che la situazioni si risolva, con l'introduzione dei test veloci autorizzata dal ministro Speranza.
In molte scuole è ancora in vigore un orario ridotto, con tutte le difficoltà che questo comporta per le famiglie dal punto di vista della conciliazione. Perché questa situazione?
E' una criticità legata alla carenza di organico: laddove non sia presente il 100% dei docenti, l'orario non può essere completato. Per questo riteniamo che innanzitutto sull'organico la ministra debba dare risposte certe.
Chiara Ludovisi