Seminario di Arabba. Sostenibilità: la via della Chiesa italiana

Quale può essere il contributo della Chiesa italiana attraverso l’azione territoriale delle Diocesi nel sostenere il difficile ma necessario cammino verso la sostenibilità? È questa la domanda di fondo che ha accompagnato i 60 partecipanti in prevalenza direttori degli uffici diocesani di Pastorale sociale provenienti da tutta Italia, al quarto seminario estivo che si è svolto dal 3 al 7 luglio ad Arabba promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.

Seminario di Arabba. Sostenibilità: la via della Chiesa italiana

Quale può essere il contributo della Chiesa italiana attraverso l’azione territoriale delle Diocesi nel sostenere il difficile ma necessario cammino verso la sostenibilità? È questa la domanda di fondo che ha accompagnato i 60 partecipanti, in prevalenza direttori degli uffici diocesani di Pastorale sociale provenienti da tutta Italia, al quarto seminario estivo che si è svolto dal 3 al 7 luglio ad Arabba promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.

Il seminario dal titolo “Chiamati alla sostenibilità: motivazioni e alleanze responsabili. A tre anni dalla Laudato Si”, al quale la Fondazione Lanza ha offerto un importante supporto scientifico, si è articolato in incontri e dialoghi con esperti, amministratori, tecnici alternati con passeggiate e visite nello splendido scenario dolomitico.

Al centro della riflessione, come detto, il tema della sostenibilità che nel corso degli anni è stata tradotto in norme, programmi, ricerche scientifiche e applicazioni tecnologiche attraverso cui è possibile progettare e praticare modalità di sviluppo differenti orientate a promuovere un approccio integrato alle diverse dimensioni – economica, sociale e ambientale - che determinano l’evoluzione e il progresso delle società tanto del Nord che del Sud del mondo.

Una sostenibilità che ha come orizzonte il pianeta casa comune e come fine la persona umana, tutte le persone di oggi e di domani e che riconosce che i beni della terra sono per tutti e non per pochi come ha sottolineato don Bruno Bignami, vice direttore dell’Ufficio nazionale di pastorale sociale.

In questa prospettiva, il pensiero della sostenibilità raccorda la riflessione sull’ecologia integrale con il mondo laico e delle istituzioni e consente di dare concretezza all’invito della Laudato Si’ di promuovere politiche e azioni capaci di innescare processi di cambiamento economico, sociale e culturale.

Ma se a livello economico e sociale vi sono già oggi, come hanno sottolineato Davide Pettenella dell’Università di Padova e Davide Maggi dell’Università del Piemonte Orientale, modelli e buone pratiche di economia civile e circolare che fanno dell’innovazione sociale percorsi concreti per costruire un’alternativa al degrado attuale e alla cultura dello scarto, ma anche al pessimismo e all’inazione, le maggiori resistenze si registrano a livello culturale.

Questo aspetto, che riguarda il cambiamento di mentalità necessario per la transizione allo sviluppo sostenibile, è stato uno dei temi su cui si è soffermato Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis). Giovannini ha sottolineato come una delle principali trasformazioni a cui siamo chiamati è quella che richiede una ridefinizione del concetto di “noi” e di “loro”, perché nel tempo della crisi socio ambientale è necessario considerare come parte del “noi” tutti gli abitanti della casa comune, le future generazioni e più in generale il mondo dei viventi. 

È questo l’ambito in cui, come chiese, siamo maggiormente chiamati ad agire per contribuire alla crescita di una nuova cultura della sostenibilità che richiede a fianco della necessità di ridurre l’impronta ecologica delle società umane sul pianeta, di rinnovare la comune appartenenza alla famiglia umana universale. L’impegno per il futuro è quello di accompagnare comunità e territori nella comprensione delle questioni ambientali e delle loro strette interconnessioni con le questioni economiche e sociali costruendo percorsi e linguaggi che, da un lato, sappiano dare motivazione al cambiamento e, dall’altro siano capaci di avviare nuove alleanze per costruire reali processi di cambiamento. In questa direzione, le attività di ricerca e di sensibilizzazione, così come le reti di relazioni sviluppate dalla Fondazione Lanza rappresentano una risorsa positiva per accompagnare la chiesa padovana nella definizione e attuazione di una pastorale dell’ecologia integrale.

Matteo Mascia

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