Senza dimora e Covid 19, appello di Caritas: “Subito Piano freddo e strutture ponte”

Richiesta inoltrata al prefetto e alla sindaca di Roma. Nell’Ostello della Caritas aumentati i positivi anche per i ritardi nei trasferimenti. “Garantire salute della popolazione più fragile è fondamentale”

Senza dimora e Covid 19, appello di Caritas: “Subito Piano freddo e strutture ponte”

Subito un piano per l’emergenza freddo a Roma. Don Benoni Arbus, direttore della Caritas di Roma lo ha chiesto direttamente al prefetto di Roma, Metteo Pantedosi. In questi giorni, infatti, sono saliti a 67 gli ospiti dell’Ostello “Don Luigi Di Liegro” positivi al Covid-19, su un totale di 80 accolti. Dall’8 ottobre, giorno in cui è stato effettuato il primo tampone, sono stati molte le persone trasferite negli hotel Covid predisposti dalla Regione Lazio. Attualmente sono presenti in Ostello 29 ospiti, 19 dei quali positivi e in attesa di trasferimento. Molti di coloro che erano malati stanno invece per essere dimessi dalle strutture sanitarie regionali ed hanno bisogno di accoglienza.

Per questo Caritas di Roma torna a lanciare un appello alle istituzioni, in particolare verso il Comune di Roma, affinché venga approntato quanto prima un Piano di emergenza per i mesi invernali.

“L’anno scorso come Caritas di Roma avevamo predisposto una struttura di emergenza per il Piano freddo con 72 posti che quest’anno volevamo portare a 100. Altri 70 posti erano garantiti dall’accoglienza fatta nelle parrocchie - spiega Don Arbus -. Quest’anno per poterlo attuare abbiamo bisogno di una struttura di isolamento dove si faccia una pre-accoglienza per l’isolamento e i tamponi. Senza struttura d’isolamento salta tutto, non solo per la Caritas, e siamo già molto in ritardo”. 

Il 13 ottobre 2020 l’Ostello “Don Luigi Di Liegro” della Caritas di Roma alla Stazione Termini ha annunciato pubblicamente, a seguito di alcuni casi di ospiti positivi al Covid, la sospensione della sua attività ordinaria per garantire la sicurezza degli ospiti, degli operatori e dei volontari. In quella data ha diffuso un accorato appello per una “sollecita presa in carico totale degli ospiti contagiati da parte delle Istituzioni in quanto il loro stato di salute non è compatibile con la permanenza nella struttura”. Già dal 5 ottobre era stato segnalato alla Asl un primo ricovero di un ospite e la comunicazione della sua positività al Covid e a seguito di ciò si è attivato, in piena collaborazione con la Asl, un sistema di tracciamento dei contatti e a un primo screening, a partire del 6 ottobre, degli 80 ospiti presenti nella struttura: 23 sono risultati positivi al tampone Covid-19, con loro anche 2 operatori; 5 ospiti con vari sintomi sono stati ricoverati per sospetto Covid. Purtroppo il trasferimento delle persone positive è avvenuto con estrema lentezza (nellaprima fase solo 4, il 13 ottobre) per indisponibilità di posti nelle strutture per l’isolamento. Nonostante gli sforzi e l’aiuto della Croce Rossa per la separazione delle persone in aree diverse dell’Ostello che però strutturalmente non permette tale possibilità, al secondo screening effettuato il 16 ottobre, altri 25 ospiti si sono positivizzati e solo il 20 ottobre sono iniziati i trasferimenti presso 4 strutture per Covid positivi e dal 21 al 23 ottobre sono state trasferite altre 25 persone a Casa tra noi, struttura appena aperta specificatamente per senza dimora. Questi ritardi hanno però mantenuto per diverso tempo una promiscuità all’Ostello e ciò ha prodotto altri positivi al terzo screening (26 ottobre): altri 19 ospiti dei 29 rimasti che attualmente sono in fase (speriamo) di trasferimento. Nessun operatore si è infettato nello stesso periodo.

Attualmente sono presenti all’Ostello 29 persone (di cui 19 positivi che speriamo possano essere trasferiti al più presto), 39 sono accolte in strutture d’isolamento messe a disposizione dalle Istituzioni, 4 sono ancora ricoverati (di cui uno in gravissime condizioni anche per patologie pregresse e sovrapposte) e 5 sono stati i dimessi e poi trasferiti in strutture d’accoglienza protette.

“Problema attuale, oltre al tempestivo trasferimento dei positivi, è la necessità di accoglienza di persone che si sono nel frattempo negativizzate che necessitano di lasciare gli alberghi Covid+ e che però non possono essere accolte in Ostello se permangono le persone positive - spiega Caritas -. Come richiesto da mesi da parte della Caritas di Roma e dalle varie associazioni che si occupano dell’accoglienza di persone fragili, oltre al tracciamento dei contatti stretti e test immediati, per questa popolazione è fondamentale il trasferimento tempestivo delle persone positive in strutture specifiche (come previsto per l’intera popolazione che non può gestire un isolamento domestico) per realizzare un efficace isolamento ed evitare, come purtroppo è successo, che si creino dei clusters “iatrogeni”. Inoltre è ormai improcrastinabile l’attivazione di “strutture ponte” per garantire nuove accoglienze in sicurezza, se vogliamo tutelare non solo queste persone particolarmente fragili, ma l’intera popolazione”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)