Siamo tutti molto social e poco socialmente attivi per fare comunità

Le chat su whatsapp, e applicazioni similari, servono per la circolazione delle notizie – quando funzionano – ma non riproducono l’incontro.

Siamo tutti molto social e poco socialmente attivi per fare comunità

Le relazioni sono un tassello essenziale per la qualità della vita delle persone. Generalmente gli italiani sono anche contenti dei loro rapporti più intimi: la famiglia, gli amici. Si ha fiducia in loro: confidiamo che ci sosterranno di fronte a un problema che sia economico o di salute, lavorativo o affettivo. Quando, però, allarghiamo il cerchio delle nostre conoscenze tutto si scioglie.

Oltre il 90% e oltre l’80% dei cittadini si dichiarano soddisfatti o molto soddisfatti rispettivamente delle loro relazioni familiari e delle relazioni amicali. I dati Istat confermano questi risutati costantemente nelle loro periodiche rilevazioni. Il grado di intimità che riusciamo a instaurare nei rapporti faccia a faccia è alto e significativo. Questo dimostra che le nostre vite non sono così solitarie, come spesso vengono descritte. Eppure il tessuto sociale rimane debole.

Le prime crepe si osservano, quando consideriamo i rapporti più ampi (i gruppi, le associazioni, i movimenti) la nostra capacità di relazione si interrompe. La massima fatica raggiunge la capacità di organizzare una partita di calcetto. Lì ci fermiamo. Le chat su whatsapp, e applicazioni similari, servono per la circolazione delle notizie – quando funzionano – ma non riproducono l’incontro. Così la relazionalità diffusa quella di “comunità” diventa più fragile. Questo indebolisce il collante di una società.

Le insicurezze e le incertezze di cui ci lamentiamo, almeno in parte, sono dovute alla mancanza di regole o alla debolezza delle istituzioni. La vulnerabilità risiede nella fragilità dei corpi intermedi, che rendono vitale la convivenza sociale. Ci sono diversi tipi di solidarietà che si sviluppano nelle società complesse. Alcuni crescono dai legami di intimità e si basano sul dono e sulla gratuità, altri, istituzionali, si fondano su regole formali, contratti, leggi. Ci sono poi quei livelli intermedi che dovrebbero essere un filtro per comporre reti di reciprocità e insieme costruire alleanze che cementano la convivenza. Il ruolo di questi soggetti è essenziale, perché connette le persone e le famiglie in una rete più ampia, ne ascolta le necessità e i bisogni, alimenta il confronto per cercare possibili soluzioni, condivide le idee per farle diventare proposta politica di cambiamento.

La fragilità del sociale nasce dalla debolezza di questi soggetti, che spesso non sono coinvolgenti, ma nasce anche dall’individualismo interiorizzato dagli italiani, che investono su rapporti personali e sembrano disinteressarsi al gioco di squadra quando si perde un po’ del proprio protagonismo.

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Fonte: Sir