Siamo un Paese migliore? Serve tenacia

Tobias Jones non ne dubita. Il lockdown vero e proprio di un anno fa «ha cambiato non solo il modo in cui gli stranieri vedevano l’Italia, ma anche il modo in cui gli italiani vedevano se stessi.

Siamo un Paese migliore? Serve tenacia

Secondo uno stereotipo caro tanto agli stranieri quanto agli italiani – ha scritto il giornalista britannico sull’Observer – l’Italia è un Paese che ama aggirare le regole, sempre pronto a ignorare il bene pubblico in nome dell’interesse privato. Eppure durante la primavera l’Italia sembrava ordinata e ubbidiente».

Ringraziamo Tobias Jones per l’iniezione di autostima che periodicamente ci regala nei suoi scritti. Il suo è uno di quei casi in cui lo straniero – che si innamora dell’Italia e di un’italiana – vede molto meglio di noi il potenziale di questo Paese e dei suoi abitanti. In attesa di capire se davvero Covid-19 abbia inciso così positivamente sulla nostra cultura “scanzonata” e “mediterranea”, ritornano alla mente le parole del nuovo premier Mario Draghi, che nel discorso pronunciato al Senato ha parlato di «dolore» di fronte alla sfiducia che il nostro popolo nutre per se stesso.

Certo, dosi massicce di dati negativi (sull’evasione fiscale, sulla crescita economica, sulla lentezza della giustizia, sulla spesa sanitaria che sta causando oltre 100 mila morti causa Covid) non aiutano a tirare sul il morale. E probabilmente anche il sistema mediatico non collabora, preferendo evidenziare disfunzioni e lacune, piuttosto che solidarietà e condivisione.

Eppure, in tutto questo “buttarsi giù” non c’è solo del male. Tenere i piedi ben piantati a terra aiuta a sviluppare umiltà, tanto a livello personale quanto a livello comunitario. Sapere di non essere i primi della classe è importante per spingere sull’acceleratore della competenza e della tenacia: abbiamo bisogno di migliorare. Il problema semmai è di tenuta: quanto durerà la disciplina ammirata da Jones? Il web profondo – specie su Telegram – ribolle di frustrazione e di violenza, in particolare verso i medici che un anno fa erano eroi. Oggi è il momento dell’impegno, quello vero.

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