Sviluppo sostenibile, la pandemia frena i progressi

Rapporto SDGs dell’Istat che monitora gli obiettivi dell’Agenda 2030: segnali positivi nell’ultimo decennio, ma nel 2020 “l’intensità dei segnali favorevoli diminuisce significativamente: in calo le misure in miglioramento, crescono quelle in peggioramento. Mappa regionale:  “Vantaggio consolidato del nord-est rispetto a sud e isole”

Sviluppo sostenibile, la pandemia frena i progressi

E’ “un quadro complessivamente positivo rispetto a 10 anni prima” quello che emerge dal Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs), pubblicato oggi da Istat, che monitora i progressi verso uno sviluppo sostenibile in Italia, rispetto ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030, adottata dalle Nazione Unite nel 2015. Nell’ultimo decennio gli osservatori segnalano il 60,5% delle misure in miglioramento, il 19,1% invariate e il 20,5% in peggioramento. Tuttavia “l’intensità dei segnali favorevoli diminuisce significativamente considerando i dati aggiornati al 2020: rispetto all’anno precedente scende al 42,5% la quota di misure in miglioramento mentre sale al 37% quella di misure in peggioramento”.

“La mappa regionale dello sviluppo sostenibile mostra un vantaggio consolidato del nord-est rispetto a Sud e Isole”, spiegano gli osservatori. In particolare, nelle Province Autonome di Bolzano e Trento più del 40% degli indicatori si trovano nel quinto quintile, quello più virtuoso. Anche la Valle d’Aosta presenta una distribuzione particolarmente favorevole (40,6%). Nel Nord-ovest gli indicatori assumono una distribuzione più favorevole in Lombardia (25,2% nel quinto quintile) rispetto a Liguria e Piemonte (rispettivamente 13,5% e 12,9%). Nelle regioni centrali emerge la posizione meno favorevole del Lazio, che presenta un numero più elevato di indicatori nel secondo quintile (32,7%) rispetto a Marche, Toscana e Umbria, caratterizzate da una prevalenza di indicatori nel terzo e quarto quintile. Nelle regioni meridionali i valori degli indicatori sono tra i più bassi, con una prevalenza nel primo quintile (quello più svantaggiato) soprattutto in Sicilia, Campania e Calabria (rispettivamente 56,8%, 54,1% e 49,3%) mentre in Abruzzo la distribuzione appare più vicina a quella del Lazio.
Ecco alcuni dei dati del rapporto.

In povertà assoluta 5,6 milioni di persone

Nel 2020 oltre 2 milioni di famiglie (pari al 7,7%), per un totale di oltre 5,6 milioni di individui (9,4%), risultano in condizioni di povertà assoluta. Rispetto allo scorso anno, l’incidenza della povertà cresce soprattutto nel Nord-ovest (10,1% individui in povertà assoluta; +3,3 punti percentuali rispetto al 2019) e nel Nord-est (8,2%, +1,6 p.p.). L’incidenza della povertà assoluta aumenta in misura significativa in tutte le fasce di età, tranne per gli over65. Nel 2020 l’appartenenza a famiglie composte da soli anziani o nelle quali è presente un anziano - spesso titolare di un reddito da pensione - riduce il rischio di trovarsi in condizione di povertà assoluta. La diffusione dei contagi ha avuto un impatto significativo sulla mancata richiesta di prestazioni sanitarie. La quota di persone che dichiarano di aver rinunciato a una visita medica pur avendone bisogno è salita al 9,6% nel 2020 dal 6,3% del 2019 e tra questi circa la metà ha segnalato come causa un problema legato al Covid-19.

Lotta alla fame

Nel 2019, l’1,6% delle famiglie italiane dichiara di non aver avuto, in alcuni periodi dell’anno, denaro sufficiente per comprare cibo e di non potersi permettere un pasto proteico almeno due volte a settimana. Il dato è in leggero rialzo per la prima volta dal 2013. Tra i bambini più piccoli (3-5 anni) quasi uno su tre è in sovrappeso, uno su quattro se si considerano bambini e adolescenti (3-17 anni). La situazione è più grave nel Mezzogiorno. I dati 2019 interrompono la tendenza positiva degli ultimi anni, rafforzando le preoccupazioni per la salute dei più giovani e degli adulti di domani. Nel 2019, l’estensione delle coltivazioni biologiche raggiunge il 15,8% della superficie agricola utilizzata in Italia, quasi il doppio della media Ue. Tuttavia, il tasso di crescita annuo delle superfici convertite all’agricoltura biologica o in fase di conversione (+1,8%) è il più basso dal 2012 e negativo nel Mezzogiorno. Migliorano gli indicatori di pressione dell’agricoltura sull’ambiente. Nel 2019 sono stati distribuiti 485 kg di fertilizzanti e 13,2 di fitofarmaci per ettaro, rispettivamente il 5% e il 3,1% in meno dell’anno precedente. Diminuiscono anche le emissioni di ammoniaca (-1% sull’anno precedente e -7,4% dal 2009), che restano entro i limiti fissati dalle direttive comunitarie.

Salute e benessere

Nel 2020 i decessi per il complesso delle cause sono stati 746.146, il valore più alto mai registrato in Italia dal secondo dopoguerra (100.526 in più rispetto alla media 2015-2019, con una percentuale di eccesso di mortalità del 15,6%). Nella stagione invernale 2020/2021 la copertura vaccinale antinfluenzale per la popolazione sopra i 65 anni è sensibilmente aumentata rispetto alla stagione precedente passando dal 54,6% al 66,5%. Nel 2020 torna ad aumentare dopo oltre 10 anni la quota di uomini di 14 anni e più che presentano comportamenti a rischio nel consumo di alcol (23,6%; +1,3 punti percentuali rispetto al 2019). Stabile invece la quota di donne (10,2%). Resta invariata anche la percentuale di uomini e donne di 14 anni e più che dichiarano di fumare: 15,8% per le donne e 22,5% per gli uomini.

In Italia 281 centri antiviolenza

Nel 2020 più di 49 donne ogni 100 mila si sono rivolte al numero verde 1522 perché vittime di violenza (27 ogni 100mila nel 2019).  Nel 2019 sono stati commessi 111 omicidi di donne (133 nel 2018). Nell’84% dei casi l’omicidio è avvenuto in ambito domestico (da partner, da ex partner o altro parente). Nel 2019 risultano attivi 281 Centri Anti Violenza (24 in più rispetto al 2018) e 257 Case Rifugio. Il tasso medio di copertura nazionale è di 2 servizi offerti ogni 100mila donne di età superiore ai 14 anni.

Parità di genere

Nel 2020 il rapporto tra il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e il tasso di occupazione di quelle senza figli si attesta al 73,4%, in lieve diminuzione (-0,9 punti percentuali) rispetto all’anno precedente. La ripartizione delle cure domestiche continua a essere a sfavore delle donne. Nel 2020 l’indice di asimmetria nel lavoro familiare è al 62,8%, un valore molto superiore al 50% che rappresenta l’equa distribuzione tra i sessi. Nelle ultime elezioni amministrative la percentuale di donne che presiedono i consigli regionali sale al 22%. Raggiunge invece il 39% la quota femminile negli organi di amministrazione delle società italiane quotate in borsa, posizionando l’Italia al secondo posto, dopo la Francia (45%), nell’Europa a 27.

Case sovraffollate e trasporti  difficili

Più di un quarto dei residenti in Italia reputa insoddisfacente la qualità delle abitazioni in cui vivono. Nel 2019, il numero delle persone che vivono in abitazioni sovraffollate continua ad aumentare, raggiungendo il 28,3%, la percentuale più alta registrata negli ultimi 10 anni. Tre famiglie su dieci (30,2%) dichiarano, nel 2020, di avere molta o abbastanza difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici di trasporto nella zona in cui risiedono, in calo rispetto all’anno precedente (33,5%). Nel 2019 prosegue la diminuzione della quota di rifiuti urbani conferiti in discarica, dal 21,5% al 20,9%, ma aumentano i volumi di rifiuti urbani raccolti per abitante, che superano quota 500 chilogrammi. I livelli di inquinamento atmosferico continuano a ridursi, ma a ritmo sempre più lento e con valori che rimangono, nel 2019, superiori alla media Ue27.

Tasso di omicidi in calo per gli uomini, stabile per le donne 

Nel 2019 in Italia sono stati commessi 0,5 omicidi volontari per 100mila abitanti. Il tasso di omicidi diminuisce significativamente nel corso degli anni per gli uomini mentre rimane stabile per le donne. Al 31 dicembre 2020 i detenuti in attesa di primo giudizio sono 8.685, pari al 16,3% della popolazione carceraria. Il numero di detenuti presenti in istituti di detenzione è superiore al numero di posti disponibili definiti dalla capienza regolamentare (105,5 per cento posti disponibili). Nel 2020 la durata dei procedimenti civili nei tribunali ordinari rimane elevata (in media 419 giorni), anche se in diminuzione di due giorni rispetto all’anno precedente.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)