“Temptation Island”? Meglio cambiare canale

I sentimenti sono una delle “cose” più serie per l’essere umano, non avrebbe senso banalizzarli o ridicolizzarli immaginando che i concorrenti di “Temptation Island” possano davvero essere persone autenticamente impegnate in un rapporto di coppia...

“Temptation Island”? Meglio cambiare canale

Per questo, è conveniente e opportuno pensare che si tratti di una costruzione scenica con una sceneggiatura predefinita e cinicamente efficace. Il contrario sarebbe squallido e desolante

Partiamo dal presupposto che i partecipanti a “Temptation Island” (Canale 5, lunedì ore 21) siano tutti attori che recitano seguendo copioni predefiniti. È l’unico modo per poter parlare di un programma costruito su un presupposto più che discutibile: che l’amore di coppia debba essere pubblicamente messo alla prova da tentatori professionisti.
Posto, dunque, che si tratta di una messa in scena di storie, passioni, relazioni, fragilità e derive sentimentali varie, bisogna riconoscere che il meccanismo è efficace e, a suo modo, seducente, laddove va a solleticare la curiosità del pubblico televisivo, “guardone” per definizione.

In quanto rappresentazione, potremmo parlare di una telenovela, se non di una vera e propria fiction, la cui trama è rintracciabile sul sito dedicato: “Sei nuove coppie hanno deciso di mettere alla prova la loro relazione d’amore in un viaggio in cui verificheranno la forza dei loro sentimenti. Si renderanno conto di essere davvero felici nella loro vita di coppia? Lo scopriranno in un luogo in cui avranno modo di riflettere sulla propria relazione, rilassarsi e divertirsi con dodici donne e uomini single, che tenteranno le coppie”.

Il format è prodotto da Maria De Filippi con la sua casa di produzione Fascino Pgt, specialista dei reality show contemporanei ad alto contenuto voyeuristico (“C’è posta per te”, “Uomini e donne”…), che nelle prime puntate ne è stata anche conduttrice, per poi passare la palla a Filippo Bisciglia. I concorrenti si fanno una bella vacanzina di tre settimane, all’insegna delle escursioni, dello sport e dei bagni sotto il sole della Sardegna, mettendo al contempo “alla prova” i loro sentimenti.

Il meccanismo della trasmissione, basata su un format statunitense e giunta quest’anno alla sua sesta edizione, è lineare ed efficace. Le sei coppie in gara – non sposate e senza figli – alloggiano per tre settimane al Resort Is Morus Relais di Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari. Sistemati in gruppi separati (donne da una parte, uomini dall’altra), i membri di ciascuna coppia vengono tentati rispettivamente da dodici donne e uomini single e di settimana in settimana vengono chiamati intorno al falò per visionare i filmati relativi ai rispettivi partner e avviarsi verso la decisione finale: mantenere o rompere la relazione sentimentale (non parliamo di “amore”, sarebbe decisamente fuori luogo).

I sentimenti sono una delle “cose” più serie per l’essere umano, non avrebbe senso banalizzarli o ridicolizzarli immaginando che i concorrenti di “Temptation Island” possano davvero essere persone autenticamente impegnate in un rapporto di coppia che decidono di mettersi alla prova davanti agli occhi morbosamente curiosi di milioni di spettatori. Per questo, è conveniente e opportuno pensare che si tratti di una costruzione scenica con una sceneggiatura predefinita e cinicamente efficace. Il contrario sarebbe squallido e desolante.

Marco Deriu

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Fonte: Sir