Un’estate sicura. In questo momento emergenziale il rischio è di sacrificare la salute della mente in nome di quella del corpo

Dopo l'isolamento forzato si riconosce l'esigenza di assicurare alle giovani generazioni il binomio “socialità e gioco”.

Un’estate sicura. In questo momento emergenziale il rischio è di sacrificare la salute della mente in nome di quella del corpo

Per quelli che non sono impegnati nella preparazione febbrile degli esami di Stato, le “lezioni al tempo del Coronavirus” si chiudono. Di colpo le classroom si svuotano e la voce stentorea dei docenti, o il chiacchiericcio degli studenti, lasciano spazio al silenzio e alla riflessione domestica. Resta l’incertezza rispetto all’organizzazione della scuola per il prossimo autunno, ma nel frattempo c’è di mezzo l’estate ed è tutta da vivere.
I ragazzi sono stanchi e anche un po’ svuotati. L’esperienza della DaD (Didattica a Distanza) ha avuto la sua portata di stress e di difficoltà. Si sono trovati a misurarsi con una scuola emergenziale, in alcuni casi pressante e in altri latitante, o comunque non bastevole a coprire le esigenze legate all’apprendimento e alla necessità di relazione fra i pari. E poi ci si è misurati con la sperimentazione di qualcosa che, anche soltanto una settimana prima del lockdown, mai avremmo creduto di dover fare.

E ora? Come sarà l’estate che ci si prospetta? Le notizie sono poche e poco rassicuranti. Ad animare tutti noi: fiducia, ottimismo e voglia di ricominciare. Un tempo, per lo meno nei romanzi di formazione, l’estate era la stagione giusta per le domande esistenziali, ma soprattutto era il tempo delle esperienze che segnavano i passaggi cruciali della crescita. La pelle bruciava sotto il sole e le gambe ossute crescevano nei pantaloni corti. Si prendevano le misure con sentimenti nuovi, a cui spesso era difficile dare un nome preciso. L’estate più che mai era la stagione dell’inquietudine e della ricerca frenetica e ribelle, delle corse a perdifiato e dello spaesamento.
L’estate 2020 dei nostri ragazzi con tutta la sua portata emotiva e sentimentale è ora, anch’essa – esattamente come la nostra attuale quotidianità -, condensata nei paragrafi di un decreto, per meglio dire di un allegato. La narrativa e l’immaginario cedono il passo al diritto, è doveroso. Così, prima di affrontare qualsiasi tipo di esperienza, sarà bene consultare l’allegato 8 al D.P.C.M. del 17 maggio scorso contenente le “Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini e adolescenti nella fase 2 dell’emergenza covid-19”.
Nel fascicolo vengono proposte delle opportunità di svago e delle proposte educative che troveranno progressiva realizzazione nella fase temporale che ci separa dalla riapertura dei servizi educativi e delle scuole per il prossimo autunno e riportano in maniera dettagliata le precauzioni igienico-sanitarie da adottare per ridurre al minimo il rischio contagio.

Dopo l’isolamento forzato si riconosce l’esigenza di assicurare alle giovani generazioni il binomio “socialità e gioco”. Soprattutto, sempre nel documento, si dedica attenzione all’outdoor education, un ambito in cui siamo – a livello pratico – un po’ indietro rispetto agli altri Stati europei.
In un certo senso torniamo a percorrere il sentiero intrapreso già prima del Covid-19: l’attenzione all’ambiente e la ricerca di un nuovo equilibrio tra esseri umani e natura. Oggi più che mai ne abbiamo bisogno!
Soprattutto i nostri ragazzi hanno urgenza di tornare a confrontarsi con l’aspetto esperienziale della crescita e dello sviluppo. In questo momento emergenziale il rischio è di sacrificare la salute della mente in nome di quella del corpo. Al benessere dell’individuo concorre non soltanto l’integrità fisica, ma anche la cura delle relazioni personali, affettive e la possibilità di poter misurare le proprie capacità e i propri limiti con la realtà circostante.

La salute è strettamente legata all’ambiente e deve essere tutelata in una prospettiva “socio-ecologica”. Non esiste cura senza reciprocità e non esiste crescita senza confronto.
Coraggio, dunque! Ne servirà per riattivare tutte le nostre funzioni vitali e anche quelle dei nostri figli e per tornare a guardare il mondo con la voglia di “conoscerlo”, al netto di tutti i contagi.

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Fonte: Sir