Vaccini anti-Covid, la cooperazione italiana a Draghi: “Si a una deroga ai diritti di proprietà intellettuale”

Il presidente di Link 2007, Roberto Ridolfi, si rivolge con una lettera al premier e ai ministri Di Maio, Franco, Giorgetti e Speranza, chiedendo che il Governo italiano “esprima in ogni sede competente, a partire dal Wto, l’Ue e il G20, una ferma posizione a favore del superamento di tali diritti”

Vaccini anti-Covid, la cooperazione italiana a Draghi: “Si a una deroga ai diritti di proprietà intellettuale”

“Egregio Presidente, Egregi Ministri, unendoci alla richiesta di più di cento Paesi, istituzioni delle Nazioni Unite, centinaia di organizzazioni della società civile a livello globale, Civil-20 e Labour-20 perché sia adottata una temporanea deroga ai diritti di proprietà intellettuale per i vaccini anti-Covid, chiediamo che il Governo italiano esprima in ogni sede competente, a partire dal Wto, l’Ue e il G20, una ferma posizione a favore del superamento di tali diritti, in questa particolare e difficile fase che l’umanità sta attraversando”. Inizia così la lettera che Roberto Ridolfi, presidente di Link 2007 – Cooperazione in rete, ha inviato al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ai ministri Di Maio (Esteri), Franco (Economia e Finanze), Giorgetti (Sviluppo Economico) e Speranza (Salute) in merito ai vaccini anti-Covid e alla deroga ai diritti di proprietà intellettuale.

Spiega infatti il presidente di Link 2007 nella lettera: “Di fronte ad una situazione globale di 110 milioni di contagi, un bilancio di oltre 2,4 milioni di morti, la diffusione di nuove minacciose varianti del Covid-19, i leader dei Paesi del G20, a partire dall’Italia che ne ha la presidenza, hanno l'obbligo morale e politico di adottare e promuovere ogni misura che possa porre fine alla pandemia. È anche nel loro interesse. Le decisioni assunte in sede G7 sull’aumento degli impegni finanziari per COVAX sono da lodare, dato l’obiettivo di accelerare lo sviluppo e la produzione di vaccini e garantirne la distribuzione a tutti i paesi del mondo e la donazione a quelli a basso reddito. COVAX sarà comunque insufficiente se la produzione dei vaccini dovesse continuare a rimanere in mano a poche imprese farmaceutiche rendendone più lenta la distribuzione e mantenendo alto il loro costo. Poche saranno le speranze di raggiungere in tempi congrui una globale immunità, in particolare nel quarto più vulnerabile dell'umanità - ben due miliardi di persone - aggravando i costi umani e allungando il tempo necessario per la fine della pandemia”.

“Il Consiglio TRIPS (Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights) del Wto presenterà a giorni una relazione sui diritti di proprietà intellettuale relativi ai prodotti anti-Covid, sulla quale il Consiglio Generale dell’Organizzazione si esprimerà nei giorni 2-3 Marzo – continua la lettera -. L’Italia, i governi dell’Ue e quelli del G20 dovranno pronunciarsi. Nel mese di ottobre India e Sudafrica chiesero infatti al Wto di dotare i Paesi membri del potere di non concedere né applicare brevetti legati ai farmaci e ai vaccini contro il coronavirus Sars-CoV-2, fino al raggiungimento dell'immunità globale. La richiesta è sostenuta dall’ampia maggioranza dei paesi in sviluppo che chiedono l’avvio con urgenza di negoziati sulla deroga ai TRIPS. Se è vero che la protezione della proprietà intellettuale può favorire l’ampliamento della ricerca, l’assunzione del rischio, gli appropriati investimenti, è altrettanto vero che, per il vaccino anti-Covid, le aziende farmaceutiche produttrici hanno già potuto beneficiare di ingenti finanziamenti pubblici per la ricerca e la copertura del rischio e che l’attuale commercializzazione dei prodotti sta loro producendo ricavi da capogiro”.

Continua Ridolfi: “Ci sono paesi, in Europa e in ogni altro continente, che hanno le conoscenze, competenze e capacità tecnologiche per produrre localmente i vaccini anti-Covid in modo sicuro e scientificamente controllabile e quindi per aumentarne la produzione globale e rendere più facile e rapida la loro somministrazione in ogni area del mondo. Aspettano solo le licenze per poterlo fare, come efficacemente avvenuto di fronte a precedenti gravi epidemie. Gli stessi accordi TRIPS prevedono la possibilità di flessibilità e perfino di licenze obbligatorie per esigenze di salute pubblica. È il momento di negoziarne l’attuazione: ogni ritardo costerà ulteriori contagi, morti e pericolose varianti del virus”.

“Facciamo nostra la Sua affermazione al G7, Presidente Draghi: ‘La salute deve essere intesa come un bene pubblico globale e per questo l’Italia chiede che l’accesso equo, universale e di massa ai vaccini sia un imperativo non negoziabile’. Quest’imperativo richiede ora la decisione del Wto sulla temporanea deroga ai diritti di proprietà intellettuale e ai brevetti, facilitando la diffusione delle conoscenze mediche esistenti e la produzione di vaccini equivalenti, sicuri, controllati e a minore costo fino a che non si otterrà l’immunità di comunità”.

Ed ancora: “La pandemia continua a diffondersi e sta assumendo forme più gravi. Nonostante le affermazioni di buona volontà, nelle aree del mondo a basso reddito i vaccini non potranno essere in quantità adeguata per lungo tempo, forse oltre il 2022. Il mondo scientifico ammonisce che fino a quando il virus non sarà controllato ovunque e continuerà a circolare, fino a quando non si vaccinerà la popolazione a livello globale, sarà impossibile eradicare la malattia: ogni nazione sarà a rischio di ulteriori forme epidemiche e nessuna economia potrà riprendersi completamente. Nessuno, quindi, può essere lasciato indietro. Se scriviamo questa lettera, signor Presidente, signori Ministri, è perché viviamo il problema direttamente, così come tante altre organizzazioni italiane, con il nostro lavoro solidaristico di cooperazione internazionale nelle comunità di molti paesi in sviluppo, alcuni ad alto grado di fragilità – scrive Ridolfi per conto delle organizzazioni di Link 2007 -. La salute è una delle nostre priorità e grande è stato e continua ad essere il cammino di coinvolgimento e maturazione delle persone, a partire dalle donne, più attente e preoccupate per i figli e l’intera famiglia, così come è ampio sul territorio il supporto ai sistemi sanitari locali, sia di cura che di prevenzione, con un’attenta dimensione formativa. Le comunità aspettano l’arrivo del vaccino. Ne hanno diritto come l’abbiamo noi in Italia e in Europa. Non è difendendo solo gli interessi e i privilegi di pochi che si può costruire pace e maggiore giustizia nel mondo, come tutti auspichiamo. La tutela della salute, ‘bene pubblico globale’ è al di sopra di qualsiasi protezione della proprietà intellettuale di fronte a pandemie che possono compromettere la vita di milioni di persone e il futuro delle comunità. Confidiamo sul Suo impegno e quello del Ministri – conclude - per il sostegno dell’Italia alla proposta di un avvio immediato dei negoziati su deroghe ai TRIPS per i vaccini anti-Covid sia nel Consiglio del WTO che nelle sedi dell’Unione Europea e del G20 di cui ha la presidenza”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)