Vaccino, una paura da accogliere. Ma lucrare consensi sui “no-vax” non è civile
Quando la preoccupazione e la tensione si trasformano in violenza – verbale e fisica – condannare non basta più. Il popolo “no-pass–nomask–no-vax” sta nelle piazze (a Padova ogni sabato al Duomo per la rabbia dei commercianti) e non intende retrocedere di un millimetro. Almeno a parole.
Ma se i proclami lasciano il posto ai pugni (ai giornalisti), agli inseguimenti (ai virologi), alle minacce (a chiunque non la pensi come loro) allora viene il momento di fermarsi. Che cosa c’è dietro lo stato d’animo di questo 10-12 per cento di italiani – stimano i sociologi – la cui resistenza non vacillerà?Di certo c’è la paura delle possibili conseguenze del siero, e questo è un sentimento che va accolto e rispettato (come dice Luca Zaia), ma non è tutto qui. C’è l’egoismo di chi aspetta vedendo gli...