Grazie per queste nostre-vostre opere

Nella ricorrenza della Festa liturgica di sant’Antonio (13 giugno) rinnoviamo la nostra gratitudine a quanti sostengono la rivista Il Santo dei miracoli e le Opere di carità sorte nel suo nome, sollecitando a mantener vivo l’impegno.

Grazie per queste nostre-vostre opere

A.A.A. cercansi Zelatrici e Zelatori per l’Associazione Universale di Sant’Antonio!
È un annuncio dal piglio pubblicitario, ma in questo momento ci sentiamo in dovere di lanciarlo perché continui a vivere in freschezza la nostra Istituzione antoniana.

Mai come in questo periodo, infatti, è indispensabile l’aiuto di chi abbia a cuore le opere che richiamano alla vita e all’esempio di sant’Antonio, propagandone il culto e diffondendo il giornale “Il Santo dei miracoli” che esemplifica l’impegno a vivere cristianamente.

In che modo spiegare le caratteristiche di queste persone?
«Nella Chiesa cattolica – dice un vocabolario di lingua italiana - si chiamano zelatrici e zelatori quei fedeli, di solito organizzati in gruppi e associazioni, che con la preghiera e con l’azione diretta procurano di diffondere particolari forme di devozione e di culto o si impegnano in missioni di carità e opere di beneficenza».

La nostra Associazione fin dal suo nascere, per iniziativa di don Antonio Locatelli, ha riconosciuto il nobile servizio che queste persone, indispensabili, potevano arrecare.
Nel gennaio 1884 don Antonio, costituendo “La Società delle Donne Padovane per gli interessi cattolici”, antesignana dell’Azione Cattolica femminile, e l’“Accademia Antoniana”, nel primo Statuto da lui pubblicato indicò i doveri dei soci, le condizioni per l’aggregazione, i vantaggi spirituali e i tre ordini di soci: accademici, benefattori e zelatori, fra i quali i coadiutori, cioè i diffusori dell’Opera nelle grandi città.

Don Antonio nel 1886 inviando a papa Leone XIII il Regolamento della Pia Opera, comprendente tutte le sue fondazioni (Accademia Antoniana, Tipografia Antoniana, Librerie circolanti, Organi di pubblicità) e Regolamenti, ne chiese l’approvazione, avvenuta il 18 dicembre di quell’anno. Chiari i fini della stessa e il compito degli “zelatori” che “cercano di propagare la Pia Opera con speciale incarico del Direttore”.

L’Associazione ha tenuto sempre in gran conto il lavoro dei “Sacerdoti coadiutori”, grazie ai quali veniva diffuso nelle chiese o negli istituti lo spirito dell’Istituzione locatelliana.
Non solo i sacerdoti della Diocesi di Padova, impegnati pure tra gli emigrati nell’Europa a partire dai primi del ’900, ma soprattutto i religiosi, precipuamente francescani, e i missionari che operavano in Sud America (Brasile, Argentina) a fine ’800 e poi negli USA e Canada.
Esistono nelle pagine de “Il Santo dei miracoli”, edito in varie edizioni (in portoghese, inglese e francese), testimonianze commoventi corredate da foto e cronache in cui è documentato il lavoro di queste anime generose.

Su tutti l’esempio di fra Marie Antoine Lavaur, chiamato “il santo di Tolosa”, di cui è in corso la causa di beatificazione, che si adoperò in ogni modo per diffondere il culto antoniano in Francia e l’opera del Pane dei Poveri. Lo fece recandosi un paio di volte a trovare don Locatelli, in Padova, inviando numerosa corrispondenza a lui, chiedendogli pubblicazioni, libri di preghiere, medaglie antoniane e procurando numerosi associati per i quali raccoglieva le quote d’adesione, oltre che promuovendo celebrazioni in onore di sant’Antonio.

Nel Natale 1932 il Direttore dell’Associazione così ringraziava gli zelatori: «I miei ringraziamenti a voi, benemeriti zelatori, cui tanta parte è dovuta della prosperità di questa nobile Istituzione!». Durante quell’anno in 50 Paesi del mondo venivano inviate, in più lingue ed edizioni, 300.000 copie del nostro giornale, delle quali 158.000 nella sola Italia, grazie al lavoro di 1.400 zelatori.

Ricordiamo con affetto e riconoscenza zelatrici e zelatori che giungevano annualmente negli Uffici dell’Associazione anche dagli USA e dall’Australia, recando le liste su cui erano annotati i nominativi di coloro che desideravano ricevere il nostro giornale, iscrivere i Defunti alle Messe Perpetue, affidare i piccoli al Santo e offrivano aiuto alle nostre opere di carità, in particolare al Pane dei Poveri.
A zelatrici e zelatori venivano consegnati pagelline e un piccolo dono, segno di grazie per l’opera gratuitamente svolta. In periodiche scadenze (anni di servizio e di matrimonio) solevamo inviare dei diplomi per testimoniare l’indefessa stima nei loro confronti. Quanti ne vedemmo venire che ora non sono più e le cui anime raccomandiamo alla bontà del Signore!

Nel 1986, in occasione del Centenario di fondazione dell’Associazione, abbiamo accolto nella nostra sede di piazza del Santo un buon numero di queste persone propagatrici della devozione antoniana, riservando loro una particolare giornata culminata nella celebrazione d’una speciale santa Messa alla tomba del Santo.

Ora, cari lettrici e lettori, urgono nuove forze per diffondere nel mondo il messaggio antoniano di fede, carità e fratellanza. Non abbiate paura a offrire la vostra disponibilità!

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