La metropolitana di Mosca
La mia amica Teresa è stata a Mosca. Mi ha mandato alcune foto di questo viaggio. Quelle che mi hanno colpito di più sono state le immagini delle stazioni della metropolitana di Mosca. Io avevo davanti gli occhi quella di Milano, di Roma, di Napoli, dove le varie fermate sono più o meno pulite, a volte imbrattate di scritte; altre fatiscenti o con le scale mobili rotte; altre chiuse perché inagibili. Quelle di Mosca sono dei piccoli musei a pronta disposizione...

La mia amica Teresa è stata a Mosca. Mi ha mandato alcune foto di questo viaggio.
Quelle che mi hanno colpito di più sono state le immagini delle stazioni della metropolitana di Mosca. Non potevo credere che quelle fotografie fossero riferite a una ferrovia sotterranea: io avevo davanti gli occhi quella di Milano, di Roma, di Napoli, dove le varie fermate sono più o meno pulite, a volte imbrattate di scritte; altre fatiscenti o con le scale mobili rotte; altre chiuse perché inagibili. Insomma, parlare di stazione della metropolitana non mi evoca certo qualcosa di bello.
Quelle di Mosca sono dei piccoli musei a pronta disposizione. Sembrano saloni di palazzi imperiali: larghi, grandi, pieni di lampadari magnifici che pendono dal soffitto; tondi con affreschi di varie immagini di natura; panchine in marmo circondate da stucchi di pregevole fattura.
Una tale meraviglia da lasciare senza parole. Investire così tanto nella bellezza di una stazione della metropolitana deve avere un suo scopo profondo, mi sono chiesta.
La motivazione data dalla guida è che Mosca doveva apparire come una città splendida in tutte le sue sfaccettature, anche in quelle che riguardavano le sue fermate della metropolitana. Una sorta di bisogno di esibire la propria supremazia, la propria bellezza anche in queste situazioni: Mosca doveva essere la capitale più bella del mondo e in effetti il centro è meraviglioso e curatissimo ovunque, mi ha detto Teresa.
Però questo fatto delle stazioni della metropolitana così belle mi evoca un pensiero più profondo.
È fondamentale saper dove andare, ma è importante anche che lungo il tragitto noi riusciamo a vedere la bellezza, perché ciò che fa crescere in noi la speranza, la gioia, la forza è proprio la bellezza. Perché la bellezza fa nascere in noi altra bellezza.
Ho sempre pensato che il Signore poteva darci anche soltanto la meta finale del Paradiso: sappiamo dove dobbiamo arrivare e non è poco, perché dà un indirizzo alla nostra vita. Ma non ha voluto privarci della gioia del cammino con delle “stazioni” che ci rinfranchino con la loro bellezza.
Sono le stazioni che riguardano, a esempio, la presenza dei fratelli nella nostra vita, la gioia della condivisione, ma soprattutto la Liturgia che ogni Domenica ci mette dentro la bellezza di Colui che ha voluto camminare con noi e lasciarci nell’Eucaristia il luogo d’incontro per stare con Lui. Questa stazione della bellezza è davvero un salone imperiale che ci fa incontrare con il Re dell'universo; è una zona accogliente che ci permette di attendere il suo arrivo, non fra le brutture della nostra piccolezza, ma mettendoci nella grandezza della Divina Maestà.
Il Signore non si è accontentato di darci delle misere stazioni dove sostare un po' sperando che passi velocemente il tempo, ma ci ha donato la Liturgia in cui la sala di attesa della sua venuta ha già tutto il sapore dell'incontro eterno. È una sala magnifica, splendida, ricca, sontuosa, avvolgente e bella... proprio come le stazioni della metropolitana di Mosca.