Giornata mondiale della gentilezza: basta poco per far rivivere le strade di Padova

Martedì 13 novembre (dalle 16 alle 18), in occasione della giornata mondiale della gentilezza, nel piazzale della parrocchia di Mortise ci sarà una "merenda gentile" dove ognuno può portare qualcosa da condividere con l'altro. È solo uno dei tanti eventi organizzati dagli studenti del primo anno di magistrale di Psicologia di comunità che, seguendo le linee guida del concetto di "città gentile" del docente Massimo Santinello, in giro per Padova promuovono gesti cortesi e volenterosi. Buone pratiche altruiste prestando attenzione a ciò che ci circonda.

Giornata mondiale della gentilezza: basta poco per far rivivere le strade di Padova

Nel 1998, in Giappone, giorno 13 novembre, è stata istituita la giornata mondiale della gentilezza per ricordarci di mettere in atto gesti cortesi e volenterosi verso gli altri. Buone pratiche, diremmo quotidiane anche se nel quotidiano si stanno perdendo come dire “grazie, per favore, prego, scusa”. Ma altresì essere altruisti, generosi e disponibili senza un tornaconto, prestando attenzione a ciò che ci circonda.

Da tre anni, Massimo Santinello, docente di Psicologia di comunità all’università di Padova, sta promuovendo ai suoi studenti del primo anno di magistrale, il concetto di “città gentile”, una serie di linee guida per un approccio diretto e concreto di gentilezza all’interno dei quartieri padovani.

«La gentilezza è uno stato emotivo in qualche modo contagioso che crea e favorisce rapporti e relazioni anche tra persone che non si conoscono – spiega il docente. – Magari fa anche sorridere, forse non fa più nemmeno parte del nostro vocabolario, ma negli Stati Uniti ci sono amministrazioni che puntano a politiche per favorire azioni che mettano in relazione gentilezza, benessere e salute delle persone. Dal mio punto di vista è anche una forma di resistenza ai tempi attuali che impongono sempre più virilità, forza, arroganza e individualismo».

KindFood: la merenda gentile

Diffidenza e indifferenza da contrapporre con azioni semplici e istintivi. Coesione contro esclusione, così per gli studenti, dal punto di vista didattico, è un’occasione per sperimentarsi nell’organizzazione di eventi, relazionandosi con la stampa, con le associazioni del territorio, istituzioni e cittadini.
Il gruppo che ha scelto di lavorare nel quartiere Mortise, per esempio, ha coinvolto la comunità di Sant’Egidio, Azione cattolica e l’Avis perché anche la donazione del sangue senza sapere a chi è destinato, può essere un atto di gentilezza.
Gli studenti Sofija Bojic, Alice De Martino, Francesca Gris, Ilaria Telazzi e Mattia Donati hanno organizzato per martedì 13 pomeriggio, nel piazzale della parrocchia di Mortise dalle 16 alle 18, l’evento “KindFood” , una “merenda gentile”, alla quale chiunque potrà partecipare portando del cibo da condividere con persone di età, idee e culture differenti: «L’intento è di creare un’occasione in cui poter compiere un atto gentile quotidiano: dunque, quale modo migliore del condividere del cibo? – raccontano i ragazzi –. Mangiare infatti è un’azione quotidiana che tutti compiamo, indipendentemente da ritmi di vita, razza, tradizione, ideologia ed età. “Conviviale”, infatti, rimanda proprio al banchetto, allo stare assieme: ognuno potrà offrire del cibo in maniera gratuita, senza avere la certezza che gli altri faranno lo stesso e quindi di essere in un certo qual modo “ripagato”; questo poiché riteniamo che l’azione di gentilezza sia per sua natura disinteressata e non esiga di nulla in cambio».

Le altre iniziative

A Chiesanuova ci sarà una caccia al tesoro gentile per tutti, grandi e piccoli; alla Guizza la gentilezza passerà di mano in mano attraverso piccole opere d’arte come disegni, frasi e parole realizzate dagli abitanti del quartiere. Al Altichiero, invece, ognuno è invitato a portare uno o più regali e prendere quello che desidera e chi è bravo a fare qualcosa, come riparare biciclette o suonare uno strumento, può offrire un po’ del tuo tempo per insegnarlo ad altri; ma ci saranno azioni anche alla Mandria, in zona Sacra Famiglia, Madonna Pellegrina, a Forcellini e nella parrocchia di San Carlo. Creatività, storie da condividere, instillare un po’ di empatia e partecipazione, lasciare gli smartphone in una cassetta e iniziare a parlare, realmente.

«I ragazzi acquisiscono una maggior competenza sulle reazioni delle persone – conclude Santinello. – L’altra cosa che notano è la diffidenza delle persone dinanzi a questi gesti, hanno paura che ci sia una telecamera nascosta per prenderli in giro, sono gesti inattesi. Molte volte, invece, questo ha creato piccoli gruppi di cittadini che hanno iniziato a incontrarsi con regolarità, utilizzando Facebook per organizzarsi. Ecco, è utile riattivare forme di relazioni di vicinato e di vicinanza, che è un po’ il paradosso di concetto di rete che si è talmente tanto ingigantito da vivere poi un senso di solitudine».

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