Brexit, Siria, Amazzonia, sinodalità in Francia, povertà in Ue, violenze su detenuti a Torino, assegno unico

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Brexit, Siria, Amazzonia, sinodalità in Francia, povertà in Ue, violenze su detenuti a Torino, assegno unico

Brexit: intesa raggiunta. Johnson, “abbiamo un nuovo grande accordo”.

(Bruxelles) “Abbiamo un nuovo grande accordo”: è twitter lo strumento con il quale il premier britannico Boris Johnson ha dichiarato nella tarda mattinata di oggi il buon esito dei negoziati con l’Ue per il recesso del Regno Unito. Per Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, “questo accordo è un giusto compromesso tra Ue e Regno Unito. È testimonianza dell’impegno e della volontà di entrambe le parti di fare ciò che è meglio per i cittadini dell’Unione e del Regno Unito. Ora abbiamo un protocollo che protegge la pace e la stabilità sull’isola d’Irlanda e protegge completamente il nostro mercato unico”.
Aprendo a Bruxelles i lavori del Consiglio europeo, David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, ha affermato che siamo “contenti dell’accordo, scontenti per il fatto che il Regno Unito lasci l’Ue. Ma è una libera decisione dei britannici e la rispettiamo”. “L’accordo deve avere il via libera del Consiglio, poi, sabato, del parlamento inglese. Poi toccherà all’Europarlamento. Siamo pronti ad esaminare il testo da lunedì e a votare, per tempo, l’accordo”, in vista del recesso fissato al 31 ottobre.
Di “una vittoria per il buonsenso e le relazioni di buon vicinato” ha parlato il card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Comece (Commissione degli episcopati dell’Unione europea) commentando l’accordo sul Brexit.

Siria: Nissan (Caritas Iraq), “rischio esodo siriano in Iraq concreto. Urgente lo stop all’offensiva turca”

Siamo molto preoccupati. Al momento la situazione è di relativa calma ma stiamo predisponendo eventuali programmi di aiuto per tutte quelle famiglie siriane che dovessero arrivare in Iraq a causa dell’operazione militare turca, ‘Fonte di Pace’, in corso oramai dal 9 ottobre”. Dal Kurdistan iracheno a parlare al Sir è Nabil Nissan, direttore Caritas Iraq. In questi giorni è in giro tra Zakho, Dahuk, i centri più vicini ai confini con la Turchia e la Siria, ed Erbil, capitale del Kurdistan. Le notizie che giungono da queste zone riferiscono che l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha allestito un campo profughi vicino a Bardarash nella zona di Dahuk per accogliere i civili in fuga. Oltre 800 i rifugiati siriani che sono arrivati nel campo dove sono state piantate tende e installate strutture idriche e sanitarie. Si tratta di aree già abitate da sfollati interni iracheni e che ora potrebbero tornare ad affollarsi di nuovo con l’arrivo di quelli siriani. “Almeno 130mila” secondo il governo del Kurdistan iracheno, quelli vicini alla frontiera, per ora chiusa, con l’Iraq. Qualora venisse aperta la stima delle persone in fuga salirebbe a 250mila. Numeri difficili da gestire senza adeguati aiuti internazionali. Il rischio che il Kurdistan si ritrovi ad affrontare da solo questo nuovo esodo non è da sottovalutare.

Sinodo per l’Amazzonia: “la Chiesa si assuma la responsabilità di difendere i popoli indigeni”

“La Chiesa si assuma, come istituzione, la responsabilità della difesa dell’Amazzonia”. È l’appello lanciato da Patricia Gualinga, leader indigena nella difesa dei diritti umani delle comunità Kichwa di Sarayaku, in Ecuador, durante il briefing di oggi sul Sinodo per l’Amazzonia. A chiedere di “rispettare i diritti dei popoli indigeni garantiti dalla Costituzione” sono stati anche mons. Roque Paloschi, arcivescovo di Porto Velho, e Felicio de Araujo Pontes Junior, procuratore della Repubblica, specialista in diritti dei popoli indigeni, entrambi brasiliani. Nella seconda tornata dei Circoli Minori, di cui domani saranno presentate le relazioni in una conferenza stampa, si è parlato di diritti dei popoli indigeni, celibato e inculturazione.

Francia: prove di sinodalità, per la prima volta un’Assemblea plenaria dei vescovi si apre a sacerdoti e laici

Prove di sinodalità in Francia. Per la prima volta nella storia, all’Assemblea plenaria dei vescovi francesi che si aprirà a Lourdes il 5 novembre, parteciperanno “non vescovi”. Alcuni giorni fa, il Consiglio permanente ha chiesto ai responsabili delle diocesi, di invitare, nei primi due giorni dell’assemblea, due rappresentanti ciascuno – donna, uomo, laico o sacerdote, diacono o consacrato – per un dibattito a tutto campo sulle sfide ambientali. Le persone che i vescovi dovranno invitare non devono essere “necessariamente degli specialisti” ma pronte a “riflettere sul futuro della missione nella loro diocesi”. La discussione infatti che si vuole avviare a Lourdes, non è tanto centrata sulle implicazioni ecologiche quanto piuttosto sulla opportunità che la questione ambientale può dare alla “missione della Chiesa”.

Povertà: Eurostat, un quinto degli europei a rischio indigenza. “Obiettivo 2020 ancora lontano”

(Bruxelles) Ci sono nell’Ue 109,2 milioni di persone, cioè il 21,7% della popolazione, a rischio di povertà o esclusione sociale: dopo gli anni tra il 2009 e il 2012 in cui la percentuale era salita al 25%, diminuisce il numero di persone che vivono con un reddito insufficiente, “gravemente deprivati materialmente” o “in famiglie con un’intensità di lavoro molto bassa”. È l’istituto di statistica dell’Ue, Eurostat, che in occasione della odierna Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà, diffonde i dati relativi al 2018. Ma segnala: l’obiettivo della strategia Europa 2020 è di far scendere al 20% la fetta di popolazione in difficoltà. Manca poco tempo e il ritmo è troppo lento. Analizzando i dati per Paese, emerge che a rischio di povertà o esclusione sociale è circa un terzo della popolazione in Bulgaria (32,8%), Romania (32,5%), Grecia (31,8%); più o meno un quarto in Lettonia (28,4%), Lituania (28,3%), Italia (27,3%) e Spagna (26,1%). I Paesi in cui la percentuale è più contenuta sono Repubblica Ceca (12,2%), Slovenia (16,2%), Slovacchia (16,3%, dati 2017), Finlandia (16,5%), Paesi Bassi (16,7%), Danimarca e Francia (entrambi 17,4%) e Austria (17,5%). Se la media europea è calata in questi anni, ci sono però nove Paesi in cui le persone in povertà o esclusione sociale sono aumentate dal 2008: Lussemburgo (+6,4%) Grecia (+ 3,7%), Estonia (+ 2,6%), Spagna (+ 2,3%), Italia e Paesi Bassi (entrambi + 1,8%), Svezia ( +1,3%), Danimarca (+ 1,1%) e Cipro (+ 0,6%). Sono invece diminuite in Bulgaria (-12%), Romania (-11,7%) e Polonia (-11,6%), Ungheria (-8,6 %) e Lettonia (-5,8%).

Violenze su detenuti: arrestati a Torino 6 agenti. Fra Grosso (cappellano), ora “tensione alle stelle”. “L’amministrazione sempre attenta a prevenire questi fenomeni”

“La tensione è alle stelle tra gli agenti”. Parola del cappellano della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, fra Silvio Grosso, che, raggiunto telefonicamente dal Sir, ha spiegato il clima che ha trovato stamattina in carcere, dopo gli arresti domiciliari comminati a sei agenti di polizia penitenziaria per ripetuti atti di violenza e tortura nei confronti dei detenuti. “All’interno del carcere l’amministrazione è molto attenta a prevenire e far fronte a questo tipo di fenomeni: c’è un impegno a tenere sempre sotto controllo situazioni del genere che potrebbero verificarsi”, racconta fra Grosso, insieme alla sorpresa di fronte alla notizia degli arresti. Ma, ammette, “si sono verificate delle difficoltà in sezione per il sovraffollamento”, ora, però, “occorre aspettare la conclusione delle indagini” per rispettare sempre la presunzione di innocenza. Il carcere di Torino, precisa, “è stato definito il più complesso d’Italia, perché ha al suo interno, tranne il 41bis, la presenza di tutte le tipologie di circuito penitenziario: agli agenti di polizia penitenziaria è richiesto, effettivamente, un lavoro delicato e molto faticoso. C’è un lavoro di sorveglianza molto più gravoso, perché ad esempio, alcuni circuiti penitenziari non possono venire in contatto gli uni con altri. E c’è un lavoro trattamentale molto più complesso”. Nella sua esperienza il cappellano ha trovato “agenti preparati e attenti. Se queste accuse verranno provate, la giustizia sicuramente farà il suo corso”. Qualche detenuto si è mai lamentato di violenze, parlando con lei? “Di modi bruschi sì, è successo – la risposta -; di violenze preferisco non parlare essendoci un’indagine in corso”.

Manovra: Forum famiglie, passeggini e seggioloni vuoti in piazza Montecitorio. “Bonus per decoder e cellulari, ma non per le famiglie”

Passeggini e seggioloni vuoti in piazza Montecitorio, a Roma, come simbolo dell’inverno demografico che sta colpendo il Paese. Sono quelli delle famiglie, che il Forum delle associazioni familiari ha portato oggi pomeriggio di fronte al Parlamento e a un passo da Palazzo Chigi, sede del Governo, per manifestare le conseguenze dell’inverno demografico e l’importanza dell’assegno unico per la natalità. Il Forum ha avanzato la proposta di un assegno mensile a figlio, per un determinato periodo, di circa 240 euro. La misura però non è stata inserita nella manovra economica dal governo. Sopra i passeggini, diversi cartelloni con slogan che indicano le conseguenze della denatalità. Diverse le testimonianze delle mamme al megafono, madri di famiglie numerose e a partita Iva che hanno segnalato l’assenza di aiuti da parte dello Stato. Sono intervenuti anche i noti volti televisivi, Beatrice Fazi, madre di 4 figli, e Giovanni Scifoni, padre di tre. “In Italia ci sono bonus per decoder e cellulari, ma non per le famiglie”, ha detto l’attore. Nelle parole del presidente nazionale del Forum delle famiglie, Gigi De Palo, l’intento dell’iniziativa: “Chiediamo l’assegno unico perché crediamo che possa essere la riforma strutturale che possa cambiare questo Paese. Possiamo aiutare le famiglie a consumare e vivere più dignitosamente”.

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Fonte: Sir