Corte Ue su respingimenti, dialogo ebrei-cristiani, elezioni europee, movimento cooperativo, Paraguay, alcol, bambini maltrattati

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Corte Ue su respingimenti, dialogo ebrei-cristiani, elezioni europee, movimento cooperativo, Paraguay, alcol, bambini maltrattati

Migranti: sui respingimenti la Corte Ue dice no in qualsiasi caso in cui ci sia “un timore fondato persecuzione nel Paese d’origine”

“Fintanto che il cittadino di un Paese extra-Ue o un apolide abbia un fondato timore di essere perseguitato nel suo Paese di origine o di residenza, questa persona dev’essere qualificata come rifugiato”: significa che non può essere respinto “verso uno Stato dove la sua vita o la sua libertà possono essere minacciate” e che, nel caso di revoca dello status di rifugiato o di diniego del riconoscimento, non perderà “lo status di rifugiato” chi ha “un timore fondato di essere perseguitato nel suo Paese d’origine”. Questo dice oggi la Corte di giustizia dell’Unione europea che illustra alcune indicazioni contenute nella Direttiva sui rifugiati del 2011 alla luce della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue che, in alcune circostanze, pone per i rifugiati maggiori tutele rispetto alla Convenzione dei diritti fondamentali. Il caso in questione è quello di “persone che rappresentano una minaccia per la sicurezza o, essendo state condannate per un reato particolarmente grave, per la comunità dello Stato membro ospitante”. Sono stati giudici del Belgio e della Repubblica Ceca a sottoporre alla Corte casi di cittadini non-Ue che hanno visto revocato o non riconosciuto lo status di rifugiati.

Ebrei-cattolici: aperto a Roma incontro su “Popoli, idee e confini in movimento”. Card. Koch, “risolvere grande sfida della migrazione con una più grande solidarietà in Europa”

Il fenomeno migratorio, l’antisemitismo crescente soprattutto in Europa, la persecuzione dei cristiani oggi. Queste le sfide al centro quest’anno del 24° Incontro dell’International Liaison Committee, al quale prendono parte la Commissione vaticana per i rapporti religiosi con l’ebraismo e l’International Jewish Committee for Interreligious Consultations. L’incontro che si svolge a Roma presso la Cei, fino a giovedì 16 maggio, prevede oltre ad uno scambio di riflessioni tra esperti, rappresentanti di movimenti e associazioni, giornalisti sul tema “Popoli, idee e confini in movimento”, anche un incontro sul campo con rifugiati siriani, eritrei e afghani alla scuola di lingua e cultura della Comunità di Sant’Egidio a Trastevere. Domani mattina, i partecipanti saranno ricevuti alle 11 in udienza privata da Papa Francesco. Di “dialogo profondo” e “avviato da lungo tempo”, parla il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e della Pontificia Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo. “Si scelgono tematiche comuni alla luce delle sfide del nostro mondo”, ha spiegato al Sir il cardinale a margine dell’incontro. “E quest’anno la scelta è caduta sul grande tema dell’immigrazione, dell’antisemitismo che è un fenomeno crescente in Europa, ma anche della persecuzione dei cristiani e della libertà religiosa. Sono tematiche che interpellano ebrei e cattolici ed è molto importante condividere i nostri approcci a queste sfide e trovare insieme risposte comuni”. “L’Europa – afferma Koch – vive oggi una grande crisi, soprattutto a causa della migrazione. Manca la solidarietà, anche tra i differenti Paesi. Possiamo risolvere questa grande sfida della migrazione soltanto con una più grande solidarietà tra i differenti Paesi. Non possiamo lasciare alcuni Paesi da soli a gestire l’accoglienza dei migranti”.

Elezioni europee: Francia, presidenti Consiglio Chiese cristiane invitano i concittadini al voto “carico di conseguenze”

“Gli ideali di giustizia, pace e democrazia devono essere costruiti insieme. Per questo l’Europa deve rispondere meglio alle domande dei suoi popoli, compiere le riforme, piuttosto che scomparire sotto la pressione dei populismi”. È un passo della dichiarazione in vista delle elezioni europee che hanno sottoscritto i tre presidenti del Consiglio delle Chiese cristiane in Francia, il pastore François Clavairoly, il metropolita Emmanuel, e l’arcivescovo Georges Pontier. Nel testo pubblicato oggi si parla del “processo” che in questi 70 anni ha garantito la pace in Europa e di come la Francia ne abbia beneficiato vivendo “serenamente con i Paesi limitrofi” e sperimentando “uno sviluppo economico senza precedenti”. “Certo”, scrivono i leader delle Chiese, “l’integrazione europea è stata accompagnata da difficoltà per troppi cittadini. Le istituzioni europee sono percepite come una tecnocrazia che sfugge al controllo democratico” e per contro “alcuni popoli o partiti politici hanno addirittura intenzione di lasciare l’Unione europea”, “temendo si dissolvano le identità nazionali”. Dai presidenti del Consiglio delle Chiese cristiane l’invito ai cristiani in Francia “a partecipare a questo voto, carico di conseguenze”.

Movimento cooperativo: Mattarella, dà un “contributo decisivo all’equilibrio del nostro Paese” promuovendo “lo sviluppo di gruppi e persone spesso ai margini”

“Quanto avete fatto in questi decenni e quanto fa il movimento cooperativo nel nostro Paese sottolinea che ancora una volta il ruolo fondamentale per le formazioni sociali è dei corpi intermedi che, non a caso, la Costituzione esprime come pilastro portante della vita della Repubblica e sottolinea il ruolo decisivo del terzo settore e l’esigenza di tutelarlo, sottolinea il grande rilievo dell’economia civile”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Roma alla cerimonia di celebrazione del centenario di fondazione della Confederazione cooperative italiane. Il Capo dello Stato ha ricordato che “nei primi decenni del secolo di attività, il movimento cooperativo ha promosso lo sviluppo di ampie fasce del nostro Paese, sostenendo, promuovendo e consolidando diritti di gruppi e di persone spesso ai margini della vita sociale”. Poi, “dopo le rovine della guerra ha fortemente contribuito alla ricostruzione dell’Italia e quindi alla crescita del nostro Paese nei decenni successivi”. “Il movimento cooperativo ha costituito, sin dall’inizio, un tessuto di protagonismo e partecipazione”, ha proseguito Mattarella evidenziando come la Costituzione repubblicana, all’articolo 45, “non soltanto riconosce la funzione sociale della cooperazione, ma dà mandato alla Repubblica di sorreggerla, di promuoverla, di svilupparla, cioè di sostenerla”. E ha posto l’attenzione anche sull’impegno per “la cura delle città e il contrasto allo spopolamento di zone interne”.

Paraguay: vaste zone colpite da alluvione. Vescovi convocano una “maratona nazionale di solidarietà”

Migliaia di abitanti del Paraguay sono vittime di una catastrofe naturale e si rende necessaria una “maratona nazionale di solidarietà”. Ad annunciarlo, di fronte alle inondazioni che coinvolgono la regione del Chaco e altri numerosi dipartimenti (Concepción, San Pedro, Asunción, Misiones e Ñeembucú), è la Conferenza episcopale del Paraguay che, in occasione della Giornata del vescovo, celebrata domenica scorsa, ha diffuso un comunicato a questo proposito. Si parla di “comunità e abitazioni sommerse dall’acqua e isolate, mentre sono già andate perdute le coltivazioni e gli animali domestici”. Attualmente le popolazioni si trovano “in una situazione di grave e urgente necessità di aiuti umanitari”. La Chiesa, segnalano i vescovi, “è presente in queste comunità, nelle quali vivono e soffrono queste persone, attraverso i vescovi, i sacerdoti, i religiose e le religiose, gli operatori di pastorale sociale, sia a livello diocesano che parrocchiale”. In questo contesto, prosegue la nota della Conferenza episcopale, “vogliamo stare a fianco del nostro popolo e invitiamo tutta la Chiesa del Paraguay alla solidarietà, per mitigare la sofferenza dei nostri fratelli colpiti in tutto il Paese, organizzando azioni immediate per raccogliere alimenti, vestiari e denaro, almeno in un primo momento, e in seguito per pensare a strategie solidali per aiutare la ricostruzione delle case, il recupero delle coltivazioni e perché si torni ad avere animali domestici”.

Alcol: Relazione al Parlamento, otto milioni e 600mila consumatori a rischio. Minori e over 65 i più inconsapevoli

“Otto milioni e 600mila consumatori a rischio, 68mila persone alcoldipendenti prese in carico dai servizi alcologici, 4.575 incidenti stradali rilevati soltanto da Polizia e Carabinieri”. Questi alcuni dati contenuti nella Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2018 in materia di alcol e problemi correlati, trasmessa dal ministro della Salute Giulia Grillo alle Camere. La prevalenza dei consumatori a rischio, elaborata dall’Istituto superiore di sanità, è stata nel 2017 del 23,6% per uomini e dell’8,8% per donne di età superiore a 11 anni, per un totale di oltre 8,6 milioni di persone, 6,1 milioni maschi (M) e 2,5 milioni femmine (F), che nel 2017 non si sono attenute alle indicazioni di salute pubblica. L’analisi per classi di età mostra che “le fasce di popolazione più a rischio per entrambi i generi sono quelle dei 16-17enni (M=47,0%, F=34,5%), che non dovrebbero consumare bevande alcoliche e dei ‘giovani anziani (65-75 anni). Verosimilmente a causa di una carente conoscenza o consapevolezza dei rischi che l’alcol causa alla salute, circa 700mila minorenni e 2,7 milioni di ultra sessantacinquenni sono consumatori a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate, persone, quindi, non precocemente identificate e che andrebbero sensibilizzate sul loro consumo non conforme alle raccomandazioni di sanità pubblica”.

Bambini maltrattati: Cesvi, quasi 100mila, più della metà bimbe. Allarme Sud, maglia nera a Campania. Emilia Romagna regione più virtuosa

In Italia sono quasi 100mila i bambini vittime di maltrattamenti e abusi; più della metà (52,5%) bambine. Quasi 460mila sono in carico ai servizi sociali per problemi di vario tipo. La maggior parte degli abusi e delle violenze avviene in famiglia, ma si tratta di un fenomeno sul quale è difficile avere dati certi. Lo ha rivelato il Cesvi che ha presentato oggi a Roma, presso la Camera dei deputati, la seconda edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia, “L’ombra della povertà”. Dai dati diffusi, emerge che resta forte il divario tra il Nord e il Sud del Paese per quanto riguarda il rischio di maltrattamento – abusi, violenze e trascuratezza – nei confronti dell’infanzia. È ancora allarme nel Mezzogiorno, dove la Campania rimane in ultima posizione, preceduta da Sicilia, Calabria e Puglia, mentre si riconferma al primo posto come Regione più virtuosa l’Emilia Romagna, seguita da Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Toscana.

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Fonte: Sir