Sassoli presidente Parlamento Ue, eruzione Stromboli, incendio sommergibile russo, procedura d’infrazione, Libia, Hong Kong, demografia

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Sassoli presidente Parlamento Ue, eruzione Stromboli, incendio sommergibile russo, procedura d’infrazione, Libia, Hong Kong, demografia

Parlamento Ue: Sassoli nuovo presidente. “Nostra libertà figlia della giustizia che sapremo conquistare e della solidarietà che sapremo sviluppare”

(Strasburgo) David-Maria Sassoli è il nuovo presidente del Parlamento europeo. È stato eletto con 345 voti. Votanti 704; schede bianche e nulle 37; voti validi 667; maggioranza necessaria per l’elezione 334. Gli altri candidati hanno ricevuto voti: Ska Keller, 119; Sira Rego, 43; Jan Zahradil, 160. Nato a Firenze il 30 maggio del 1956, Sassoli ha alle spalle una lunga carriera giornalistica. Da giovane si è impegnato in associazioni educative e in movimenti giovanili cattolici. Il 7 giugno del 2009 è stato eletto europarlamentare del Partito democratico, forza politica per la quale è stato rieletto all’Euroassemblea nel 2014 e nel 2019. La presidenza dell’Europarlamento rimane dunque italiana: Sassoli raccoglie il testimone da Antonio Tajani che, nel discorso di insediamento, Sassoli ha ringraziato: “Permettetemi di ringraziare il presidente Antonio Tajani per il lavoro svolto in questo Parlamento, per il suo grande impegno e la sua dedizione a questa istituzione”. Dopo aver ringraziato emozionato gli eurodeputati che lo hanno eletto a guidare l’istituzione “che più di ogni altra ha un legame diretto con i cittadini, che ha il dovere di rappresentarli e difenderli”, Sassoli nel suo discorso inaugurale ha posto subito le pietre angolari della sua presidenza: “La nostra libertà è figlia della giustizia che sapremo conquistare e della solidarietà che sapremo sviluppare”.

Eruzione Stromboli: don Longo (parroco), “la paura dell’onda anomala è tanta”

“Sembrava di stare all’inferno per la pioggia di fuoco che veniva dal cielo”. A parlare a don Giovanni Longo, parroco Chiese di Stromboli e Ginostra, è un parrocchiano che ha vissuto in queste ore l’eruzione dello Stromboli alta due chilometri e che ha rilasciato lapilli di varia grandezza che hanno innescato una serie di incendi. “Un’altra parrocchiana era in lacrime, spaventatissima. So che molta gente sta scappando, in fretta e furia stanno tutti facendo le valigie e provano a scappare”, aggiunge il parroco. “In questo momento – prosegue il sacerdote – c’è molta paura e panico su tutte le isole. Per quanto riguarda Stromboli purtroppo non sappiamo se c’era gente in escursione sul vulcano. A volte i turisti si avventurano da soli, per conto loro, facendo gite senza accompagnatori ufficiali. Ma il problema vero è quanto sta accadendo a Ginostra, che è una frazione di Stromboli. La pioggia di lapilli ha incendiato e sta incendiando numerosi canneti. Molta vegetazione mi dicono è andata distrutta”.

Incendio sommergibile russo: Gisotti, “il Papa è stato informato”, “cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime”

“Il Santo Padre è stato informato della tragedia del sommergibile russo. Esprime il suo cordoglio e la sua vicinanza alle famiglie delle vittime e a quanti sono stati colpiti da questa sciagura”. Lo ha affermato, rispondendo alle domande dei giornalisti, il direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti. Almeno 14 marinai sono stati uccisi da un incendio scoppiato a bordo di un sommergibile russo, della Marina di Mosca. La tragedia, che segue di 19 anni quella terribile del Kursk, è avvenuta lunedì, ma il ministero della Difesa russo ne ha dato notizia solo ieri. Secondo alcune indiscrezioni, il sommergibile era progettato per studiare e mappare gli abissi e non è da escludere che fosse impegnato in attività di intelligence. Intanto, domani, il presidente russo, Vladimir Putin, è atteso in Vaticano, dove sarà ricevuto in udienza, per la terza volta, da Papa Francesco. L’ultima volta si sono incontrati l’ultima volta il 10 giugno 2015.

Ue: evitata la procedura d’infrazione per l’Italia. Commissione, “continueremo a vigilare” sui conti pubblici.

(Bruxelles) La Commissione prende “atto dello sforzo fiscale aggiuntivo annunciato questa settimana dalle autorità italiane e ha concluso che si tratta di uno sforzo sufficientemente sostanziale da non proporre al Consiglio l’apertura in questa fase della procedura per i disavanzi eccessivi per la non conformità dell’Italia al criterio del debito”. La procedura verso l’Italia per ora è evitata. Valdis Dombrovskis, vicepresidente per l’euro, responsabile anche per la stabilità finanziaria, commenta: “Accolgo con favore le azioni messe in atto dal governo italiano per garantire un migliore risultato di bilancio nel 2019. La garanzia di finanze pubbliche sane è il fondamento della fiducia e della crescita. Al riguardo, sarà importante rispettare l’impegno di predisporre un bilancio 2020 in linea con le norme fiscali dell’Ue, evitando così ulteriori incertezze”. Moscovici ha assicurato che “sorveglieremo attentamente l’esecuzione di queste misure nella seconda metà dell’anno. Inoltre siamo pronti a garantire che il progetto di bilancio 2020 che sarà presentato in autunno sia conforme al patto. Non ho dubbi sul fatto che al riguardo sarà possibile lavorare senza soluzione di continuità con la prossima Commissione” che “continuerà a vigilare sull’effettiva attuazione del pacchetto”.
In un post pubblicato su Facebook, il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha commentato: “Oggi è un giorno importante per l’Italia, che porta a casa il risultato che merita. Nessuna procedura di infrazione, l’Europa ci riconosce serietà e responsabilità”. E ha aggiunto: “Il nostro è un modello economico che coniuga stabilità dei conti pubblici con la crescita e lo sviluppo sociale. Anche la prossima Legge di bilancio, sulla quale siamo già al lavoro, proseguirà in questa direzione”.

Libia: Neri (Terre des hommes), “a Tajoura volevamo aiutare donne e bambini, stiamo accertando le vittime”

“Stiamo cercando di capire se ci sono donne e bambini tra le vittime dei due bombardamenti aerei sul centro governativo per migranti di Tajoura. In Libia molti pensano che sia stato un atto di ritorsione del generale Haftar contro l’Italia, per l’incontro segreto tra il presidente Fayez al Sarraj e il ministro dell’interno Matteo Salvini. Proviamo un senso di grande impotenza, rabbia e angoscia, perché i migranti vengono usati come strumento politico e target umano e non si vede una soluzione”: a parlare al Sir è Bruno Neri, responsabile dei progetti di Terre des hommes in Libia. L’organizzazione a tutela dei bambini è presente da un anno in Libia con una quindicina di operatori, ma le condizioni di lavoro e sicurezza sono sempre più complesse e difficili e cambiano in continuazione. Attualmente operano nel centro di Zawia (dove sono stati trasferiti i migranti che erano prima a Qasr Bin Ghashir) e a Zintane, e stanno cercando di aprire attività anche a Misurata e Sirte, in aiuto a migranti e sfollati libici, con priorità bambini e donne. Nell’hangar bombardato, vicino Tripoli, c’erano almeno 120 persone. Le fonti ufficiali parlano di 40 morti e 80 feriti.

Hong Kong: appello dei leader religiosi, “violenza mina la pace e l’armonia sociale e non offre soluzioni all’attuale impasse”

Un appello alla pace, a rinunciare ad ogni forma di violenza, a mettere da parte le divergenze e costruire canali di comunicazione e dialogo “sincero” con lo scopo di lavorare tutti insieme al bene comune di Hong Kong. È quanto chiedono in un messaggio congiunto i leader delle maggiori tradizioni religiose: il venerabile Kuan Yun, presidente dell’Associazione Buddista, il card. John Tong Hon, amministratore apostolico della diocesi cattolica di Hong Kong, Tong Yun Kai, presidente dell’Accademia del Confucianesimo e Sat Che Sang, Ibrahim, presidente del Centro culturale cinese musulmano. I leader religiosi sono scesi in campo ieri dopo che lunedì un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nel palazzo del Consiglio legislativo vandalizzando l’aula della Camera. In risposta a questi atti di violenza, i leader religiosi chiedono al popolo di “esercitare il loro diritto di protesta in modo razionale e pacifico, e non ricorrere a atti di violenza che non solo sono contro la legge e l’ordine, ma minano anche la pace e l’armonia sociale”. L’appello si rivolge anche al governo locale di Hong Kong (Sar, Special Administrative Region) e a coloro che “hanno punti di vista diversi a mettere da parte le loro divergenze e le proprie convinzioni, per costruire insieme canali efficaci di comunicazione reciproca e impegnarsi in un dialogo sincero”.

Demografia: Istat, prosegue il calo della popolazione in Italia. I residenti a fine 2018 erano 60.359.546. Stranieri all’8,7%

Prosegue anche nel 2018 la diminuzione della popolazione residente già riscontrata nei tre anni precedenti. Al 31 dicembre risiedevano in Italia 60.359.546 persone, di cui 5.255.503 di cittadinanza straniera, pari all’8,7% dei residenti a livello nazionale (tra il 10,8% e l’11,1% nel Centro-nord, 4,6% nel Sud, 3,9% nelle Isole). È quanto certifica oggi l’Istat, diffondendo i dati del “Bilancio demografico nazionale”. Nel 2018 la popolazione in Italia è diminuita di 124.427 unità rispetto all’anno precedente. “Il calo – spiega l’Istituto nazionale di statistica – è interamente attribuibile alla popolazione italiana, che scende al 31 dicembre 2018 a 55 milioni 104mila unità, 235mila in meno rispetto all’anno precedente (-0,4%). Rispetto alla stessa data del 2014 la perdita di cittadini italiani (residenti in Italia) è pari alla scomparsa di una città grande come Palermo (-677mila)”. L’Istat sottolinea poi che negli ultimi quattro anni i nuovi cittadini per acquisizione della cittadinanza sono stati oltre 638mila. Senza questo apporto, il calo degli italiani sarebbe stato intorno a 1 milione e 300mila unità. Confermato anche il continuo calo delle nascite in atto dal 2008. Già a partire dal 2015 il numero di nascite è sceso sotto il mezzo milione e nel 2018 si registra un nuovo record negativo: sono stati iscritti in anagrafe per nascita solo 439.747 bambini, il minimo storico dall’Unità d’Italia. Rispetto al 2017, si è registrata una diminuzione di oltre 18mila unità (-4,0%).

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Fonte: Sir