Superiore generali contro gli abusi, Mattarella e integrazione, Benedetto XVI su ebrei, sfruttamento del lavoro, indagine Eurobarometro

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Superiore generali contro gli abusi, Mattarella e integrazione, Benedetto XVI su ebrei, sfruttamento del lavoro, indagine Eurobarometro

Abusi nella Chiesa: Uisg, “trasparente denuncia di abuso alle autorità civili e penali” anche da parte delle religiose vittime

“Profondo dolore e indignazione per la serie di abusi perpetrati nella Chiesa e nella società odierna”. È quello espresso dall’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), costituita da 2.000 superiore generali delle Congregazioni religiose femminili di tutto il mondo, che rappresentano oltre 500mila religiose. “L’abuso di ogni sorta – sessuale, verbale, emotivo, o un uso improprio del potere all’interno di una relazione – lede la dignità e il sano sviluppo della persona che ne è vittima. Siamo accanto alle donne e agli uomini che hanno dimostrato coraggio, denunciando i casi di abuso alle autorità. Condanniamo i fautori della cultura del silenzio e dell’omertà – prosegue la dichiarazione dell’Uisg -, che si servono spesso del pretesto di ‘tutelare’ la reputazione di un’istituzione o che definiscono tale atteggiamento ‘parte della propria cultura’”. Le superiore generali sostengono “una trasparente denuncia di abuso alle autorità civili e penali, sia all’interno delle congregazioni religiose che nelle parrocchie o diocesi, o in qualsiasi spazio pubblico” e chiedono che “ogni donna religiosa che sia stata vittima di abusi denunci quanto accaduto alla superiora della propria congregazione e alle autorità ecclesiali e civili competenti”. Se la Uisg “riceve una denuncia di abuso, sarà presente con l’ascolto e l’accompagnamento della persona perché abbia il coraggio di denunciare quanto vissuto alle organizzazioni competenti”. Le religiose si impegnano “a collaborare con la Chiesa e le autorità civili per aiutare le vittime di ogni forma di abuso a sanare le ferite del passato attraverso un processo di accompagnamento e di richiesta di giustizia e ad investire nella prevenzione dell’abuso attraverso una formazione collaborativa e programmi educativi per bambini, donne e uomini”.

Europa: Mattarella, “integrazione viene guardata con ammirazione da altri continenti”

“Il modello di convivenza anziché di contrasto” rappresentato dall’integrazione europea “sta avendo nel mondo una forte capacità di esempio, di indicazione che viene percorsa dagli altri. La speranza e la volontà è che si prosegua questa strada senza pensare al ritorno di nazionalismi che fanno tornare indietro la storia e i rapporti tra i popoli”. Lo ha affermato questo pomeriggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la sua visita all’Arsenale della pace, a Torino. In quella che da 35 anni è la sede del Sermig il Servizio missionario giovani fondato da Ernesto Olivero, vennero fabbricate le armi impiegate nella Prima Guerra mondiale. Il Capo dello Stato ha ricordato che “cento anni fa si chiudeva la Grande guerra con milioni di morti, con distruzioni immani. Quella lezione non è stata sufficiente perché dopo neppure vent’anni vi è stata la Seconda Guerra con atrocità ed episodi di violenza consapevole praticata, con pervicacia perversa ancora maggiori”. A metà dello scorso secolo “all’improvviso vi è stata una svolta” dopo le esperienze dei due conflitti mondiali: “alcune persone che reggevano alcuni Stati d’Europa – ha proseguito Mattarella – hanno capito che era ora di voltare pagina. Che anziché pensare al futuro ognuno per sé contro gli altri fosse per tutti conveniente mettere insieme il futuro e crearsi prospettive comuni di carattere politico, economico, sociale. Di collaborazione insomma”.

Benedetto XVI: con gli ebrei non si tratta di “missione”, ma di “dialogo”

Non si tratta di “missione” ma di “dialogo”: è quanto afferma Benedetto XVI in una “correzione” inviata alla rivista cattolica tedesca “Herder Korrespondenz“ relativa ad un articolo firmato dal teologo di Wuppertal, Michael Böhnke, che nel numero di settembre della testata aveva commentato il pensiero del Papa emerito riguardo il rapporto tra ebrei e cristiani. Ebraismo e cristianesimo – afferma Benedetto XVI – sono “due modi di interpretare le Scritture”. Per i cristiani, le promesse fatte a Israele sono la speranza della Chiesa e “chi ci si attiene non sta assolutamente mettendo in discussione i fondamenti del dialogo ebraico-cristiano”. Le accuse contenute nell’articolo – prosegue – sono “stupidaggini grottesche e non hanno nulla a che vedere con quanto ho detto in merito. Per questo respingo il suo articolo come un’insinuazione assolutamente falsa”. Böhnke, tra l’altro, aveva scritto che Benedetto XVI avrebbe mostrato, in un suo scritto pubblicato nello scorso mese di luglio sulla rivista “Communio”, una comprensione problematica del giudaismo e taciuto le sofferenze che i cristiani hanno causato agli ebrei. Nella sua “rettifica”, Benedetto affronta – accanto ad altri aspetti teologici – anche la delicata questione della missione agli ebrei, cioè la domanda se la Chiesa debba annunciare agli ebrei la Buona Novella di Cristo. “Una missione agli ebrei non è prevista e non è nemmeno necessaria”, scrive letteralmente Ratzinger. È vero, Cristo ha inviato i suoi discepoli in missione presso tutti i popoli e tutte le culture. Per questo, “il mandato della missione è universale – con un’eccezione: la missione agli ebrei non era prevista e non era necessaria semplicemente perché solo loro, tra tutti i popoli, conoscevano il ‘Dio sconosciuto’”. Per quanto riguarda Israele, quindi – spiega Benedetto XVI – non si tratta di missione ma di dialogo sulla comprensione di Gesù di Nazareth: è “il Figlio di Dio, il Logos”, atteso – secondo le promesse fatte al suo stesso popolo – da Israele e, inconsapevolmente, da tutta l’umanità? Riprendere questo dialogo è “il compito che ci pone l’ora presente”.

Sfruttamento: Caritas, 5.000 lavoratori assistiti dal Progetto Presidio. Il 60% senza contratto. Al via Presidio 3.0

Sono stati 4.954, di 47 nazionalità differenti, i lavoratori incontrati nei 4 anni del Progetto Presidio promosso da Caritas italiana in 18 diocesi italiane per contrastare il caporalato e lo sfruttamento lavorativo, soprattutto nel settore agricolo. Il 60% non possiede un contratto di lavoro. Il 71% viene retribuito a giornata, il 9% a cottimo, il 10% ad ore.  Sono alcuni dati che emergono dal volume “Vite sottocosto” che racchiude i risultati della seconda edizione di Presidio, presentato oggi a Roma, nella sede di Caritas italiana, per dare il via a Presidio 3.0, che rilancerà le iniziative ed i servizi già realizzati. “Tra i nuovi obiettivi – ha spiegato Caterina Boca, dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana – una maggiore sensibilizzazione delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei sindacati per promuovere una cultura dei diritti umani e della legalità. Saranno utilizzati maggiormente anche strumenti giuridici per contrastare il fenomeno”. L’età media delle circa 5.000 persone che si sono rivolte ai presidi Caritas nelle diocesi coinvolte è di 34 anni, il 3,6% sono minori. L’87% sono uomini, il 13% donne. L’85% ha ricevuto una istruzione primaria e secondaria di primo grado, il 15% una istruzione secondaria e terziaria. Solo l’11% dichiara di conoscere la lingua italiana. Ci sono delle caratterizzazioni etniche a seconda dei territori: i romeni a Ragusa, i ghanesi a Caserta, i burkinabé ad Acerenza e Melfi-Rapolla-Venosa, i maliani a Saluzzo, i senegalesi a Foggia, i tunisini a Nardò-Gallipoli e Ragusa, i marocchini a Teggiano-Policastro, i gambiani a Foggia.

Elezioni 2019: indagine Eurobarometro, “grande maggioranza dei cittadini teme cyberattacchi e interferenze sul voto”

Due terzi dei cittadini Ue teme che le prossime elezioni del Parlamento europeo (23-26 maggio 2019) possano essere influenzate da attacchi informatici. Lo rivela un’indagine diffusa oggi da Eurobarometro (realizzata per conto dell’esecutivo Ue) a margine del convegno annuale sui diritti fondamentali promosso a Bruxelles dalla Commissione europea. “La democrazia in Europa” il tema affrontato, mentre Eurobarometro – che ha intervistato a settembre 27.474 persone al loro domicilio in 28 Stati membri – diffonde risultati carichi di preoccupazione. Le cifre odierne “mostrano che gli Europei sono preoccupati di interferenze nelle elezioni”: il 61% “teme che le elezioni possano essere manipolate tramite attacchi informatici”; il 59% teme che “le elezioni possano essere influenzate da soggetti stranieri e gruppi criminali”; il 67% teme invece che “i dati personali lasciati on-line possano essere usati per orientare i messaggi politici che si ricevono”.

Medio Oriente: da oggi a Baghdad la riunione dei Patriarchi cattolici d’Oriente dedicata ai giovani

Si svolge da oggi (fino al 30 novembre) a Baghdad la 26esima riunione dei Patriarchi cattolici d’Oriente, dedicata ai giovani come “segno di speranza in Medio Oriente”. Ad aprire i lavori la messa presieduta dal Patriarca siro cattolico Ignace Youssif III Younan, presso la cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, teatro il 31 ottobre 2010 di una strage compiuta da un commando di al Qaeda in cui morirono circa 50 fedeli e due sacerdoti. Il programma della riunione prevede per domani un incontro dei Patriarchi con un gruppo di giovani cristiani iracheni, che si svolgerà nella cattedrale caldea dedicata a san Giuseppe. All’incontro – che si concluderà con la pubblicazione di un comunicato finale sulla condizione delle comunità cristiane in Medio Oriente – parteciperanno anche il Patriarca maronita Bechara Boutros Rai, il Patriarca copto cattolico Ibrahim Isaac Sidrak, il Patriarca melchita Youssef Absi, il Patriarca armeno cattolico Krikor Bedros XX Ghabroyan, il vescovo William Shomali (in rappresentanza del Patriarcato latino di Gerusalemme) e Souraya Bechealany, segretario generale del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente.

Bernardo Bertolucci: Giraldi (Cnvf), “spartiacque negli anni Sessanta. Espressione di un nuovo cinema”

Muore all’età di 77 anni, dopo una lunga malattia, Bernardo Bertolucci, regista italiano nato a Parma nel 1941, formatosi all’inizio degli anni ‘60 con Pier Paolo Pasolini sul set di “Accattone” (1961) e arrivato poi a imporsi tra i grandi del cinema mondiale, a Hollywood, vincendo nel 1988 ben 9 Premi Oscar con “L’ultimo imperatore”. “Bertolucci – sottolinea al Sir Massimo Giraldi, presidente della Commissione nazionale valutazione film della Cei – è stato un regista molto importante: ha segnato uno spartiacque tra il cinema italiano del dopoguerra e la nuova tendenza degli anni Sessanta. È stato uno dei giovani autori della Nouvelle vague italiana. Per certi versi ha anticipato anche la carica di contestazione del cinema post-68 con ‘Prima della rivoluzione’ (1964), film di tono epico e sostanziale”. Dopo “Il conformista” e “Strategia del ragno”, sulla soglia degli anni Settanta Bertolucci gira “Ultimo tango a Parigi” (1972), che accende in Italia un duro scontro con la censura e la magistratura. “Dopo il controverso ‘Ultimo tango’ Bertolucci gira ‘Novecento’ – ricorda Giraldi – con Robert De Niro e Gérard Depardieu, film in due atti che racconta l’evoluzione sociale dell’Italia dall’inizio del XX secolo. Un’opera che possiamo definire come una ‘Meglio gioventù’ anzitempo. Bertolucci ha sempre uno stile innovativo e personale, segnato da uno sguardo estetizzante e provocatorio”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir