A Lugo il vescovo Claudio visita le aziende. Quella perizia che ispira la Chiesa

Visita pastorale. Il vescovo Claudio a Lugo negli stabilimenti Amcor e Burgo. L'attenzione al prodotto e la qualità delle relazioni umane in azienda al centro dei dialoghi con i lavoratori. Valori che ispirano anche la Diocesi alla ricerca di un nuovo modello verso il futuro

A Lugo il vescovo Claudio visita le aziende. Quella perizia che ispira la Chiesa

La visita pastorale è così: il vescovo Claudio è in festa con i ragazzi con disabilità del centro diurno che l’Ulss 7 Pedemontana gestisce a Lugo in contrada Boschetti, e un attimo dopo – compilato il test sulla sicurezza – fa il suo ingresso nello stabilimento vicentino di Amcor Flexibles Italia, uno dei 200 che la multinazionale del packaging possiede in 40 Paesi del mondo.

I 430 dipendenti, praticamente tutti dagli stretti dintorni, provengono proprio dal gruppo di parrocchie che costituiscono la dodicesima tappa – Lugo, Fara, Calvene, Mortisa, Covalo, San Giorgio, Salcedo, Laverda, Mure – ma altri sono di Zugliano, Lusiana, Thiene, qualcuno anche del Padovano. In molti stringono la mano al pastore ricordandogli altri incontri, dentro o fuori la visita pastorale, oppure chiedendogli quando sarà il turno della propria comunità.

Il benvenuto nel sito produttivo fondato nel 1971 come costola della vicina cartiera Burgo, tocca al direttore di stabilimento Elena Peron, che saluta a nome delle molte famiglie che sul lavoro in Amcor basano i propri progetti di vita e di un territorio che risente da quasi 50 dell’effetto benefico, in termini economici, della fabbrica. Don Claudio plaude alla prospettiva, ma di fronte a 40 lavoratori in rappresentanza di tutti i reparti mette l’accento sulla parola qualità, più volte toccata anche nel filmato introduttivo alle attività aziendali: «La persona è una, nella famiglia, nel lavoro, nel tempo libero. Per la realizzazione personale la qualità di vita è fondamentale, e molto dipende dalle relazioni umane, da cui derivano la nostra serenità o la nostra preoccupazione. La vostra attenzione al prodotto mi colpisce e ispira anche noi Chiesa, alla ricerca di un modello nuovo. Per questo sto visitando tutte le parrocchie della Diocesi, con attenzione particolare alle piccole comunità: costruire comunità è profezia oggi, stiamo bene quando stiamo con gli altri e da lì deriva anche la nostra creatività sul lavoro». «Direi che possiamo assumerla!», ha chiosato con una battuta Elena Peron, sottolineando l’identità di valori e la significatività della presenza del vescovo.

Due passi, e don Claudio entra alla Burgo. Qui la carta si produce almeno dal 1636. Quando Bernardino Nodari ha installato la sua macchina per la produzione continua nel 1834, in Italia non ce n’erano più di qualche decina. Anni Trenta? Mille lavoratori, molte donne: interi paesi del circondario sfamati prima del boom del Nordest e il mitico posto in Cartiera vagheggiato e atteso dai giovani. Siamo in uno degli undici stabilimenti del gruppo, tutti italiani tranne uno in Belgio: qui si produce carta di qualità – riviste, calendari, carte da gioco, packaging di pregio, ignifuga, per affissione – 230 dipendenti. Dalle parole del direttore Gasbarrini e dei rappresentanti dei lavoratori emerge la perizia e l’impegno necessari all’arte cartaria, ma anche i sacrifici fatti dalle maestranze per mantenere aperto il sito produttivo: una storia di perizia e resistenza capace di ispirare anche la Chiesa.

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