A un mese dalle elezioni europee. Il voto è responsabilità

Tra un mese esatto voteremo per l’Europa. Che parlamento nascerà è difficile dirlo, ora che persino il numero di deputati è nuovamente cambiato: non più 705 come era previsto ma ancora 751, visto che alla fine la Gran Bretagna voterà regolarmente.

A un mese dalle elezioni europee. Il voto è responsabilità

Quanto al peso dei singoli gruppi, l’ultima proiezione rilasciata dall’ufficio studi del Parlamento europeo vede ancora i due gruppi di Popolari e Socialisti & democratici in testa, seppur in forte diminuzione di seggi. Crescono euroscettici e nuovi movimenti che ancora non fanno parte di un eurogruppo, ma non fino a poter immaginare di prendere in mano le redini del continente.

Ma poi, sarà davvero così? Quanto è possibile affidarsi ai sondaggi, e quanto sarà invece opportuno prepararsi a una sorpresa? Che il voto sia un momento di svolta, è chiaro a tutti: verso che direzione, non lo sa davvero nessuno. Anche perché, ed è forse il dato più preoccupante, l’Unione Europea la conosciamo troppo poco, sia nei suoi meccanismi sia nei suoi poteri. E quando non si ha un’esatta percezione, il rischio di un voto “di pancia” aumenta.

Dallo scorso settembre ci siamo impegnati a raccontare l’Europa ogni settimana. In questo numero proseguiamo il percorso con l’inserto di Toniolo ricerca, interamente dedicato alle prossime elezioni. Lunedì 29, all’istituto Don Bosco, avremo l’occasione di un confronto con Gianni Borsa, che l’Europa la vive e la racconta ogni giorno da Bruxelles come corrispondente del Sir, l’agenzia di stampa dei settimanali cattolici italiani. «Noi cristiani abbiamo una grande responsabilità, perché oggi l’Europa rischia di perdersi, lacerarsi, dividersi»: facciamo nostre le parole della Commissione delle conferenze episcopali europee, e ve le riproponiamo come un impegno da condividere. Nulla è perfetto, e l’Unione Europea non fa eccezione. Ma un continente capace di camminare insieme dopo secoli di guerre fratricide, di costruire un modello di welfare ineguagliato, di abbattere frontiere fisiche e culturali, rimane un orizzonte per cui vale la pena impegnarsi. Per quanto imperfetto, è sicuramente migliore delle alternative.

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