Abitudini e rituali: legna sul fuoco

È nella logica dell’amore inventare uno stile di coppia, fatto  di tenere abitudini e di rituali, che rimane nel tempo e che sconfigge l’inevitabile monotonia che abita la vita quotidiana

Abitudini e rituali: legna sul fuoco

Ci stiamo interrogando, mese dopo mese, sulla realtà delle giovani coppie nei primi anni della loro nuova vita insieme. Abbiamo parlato di un tempo di grazia e di sfide nel quale ogni coppia si scontra anche con limiti e imperfezioni; di una graduale “costruzione artigianale” della vita insieme che se da una parte fa maturare la coppia, dall’altra provoca ciascuno a trovare nuove sintesi personali.

Il mese scorso ci siamo interrogati sul tempo, condizione necessaria e a volte sfuggente per realizzare tutto questo. Oggi ci incontriamo con un’altra consegna che papa Francesco fa alle giovani coppie: «I giovani sposi vanno stimolati a crearsi delle proprie abitudini, che offrono una sana sensazione di stabilità e di protezione, e che si costruiscono con una serie di rituali quotidiani condivisi» (AL 226).

Con tanta concretezza Amoris laetitia ricorda alcuni di questi “rituali quotidiani”: un bacio al mattino, la reciproca benedizione serale, aspettare l’altro e accoglierlo quando rientra a casa, uscire qualche volta insieme, condividere le faccende domestiche.
Credo che quasi tutte le coppie, più o meno consapevolmente, abbiano attivato rituali come questi o simili a questi. È nella logica dell’amore inventare uno stile di coppia che poi rimane nel tempo. Il cellulare, per esempio, permette oggi gesti che in passato non erano possibili e già da fidanzati si inventano piccoli rituali per sentirsi sempre “collegati” alla persona amata anche quando si è lontani. Ciò che può sembrare all’inizio quasi un bisogno, un po’ alla volta dovrebbe diventare uno stile, una modalità tutta personale e di coppia per nutrire la relazione nella sua quotidianità. 

Se ripercorre le proprie giornate, ogni coppia può trovare tantissimi rituali legati ai diversi momenti della vita. Come si inizia la giornata, il gesto del caffè o della colazione, come ci salutiamo prima di uscire di casa; quel messaggio nella pausa pranzo, come aspetto il partner quando rientra dal lavoro. E poi c’è il fine settimana, la festa, le pulizie di casa, la stessa cura del cibo in certe occasioni.
Se il primo passo è riconoscere e godere di questa ricchezza nella propria vita, il passo successivo è diventare consapevoli che c’è una differenza tra “abitudini” e “rituali” e fare il passaggio dalle prime ai secondi. Le abitudini ci aiutano a vivere senza dover iniziare tutto sempre di nuovo, e rendono più scorrevole la vita: c’è chi di solito prepara da mangiare e chi porta fuori le immondizie; chi pulisce la casa e chi si occupa del giardino. A volte fa bene rompere qualche abitudine per non legarsi a ruoli fissi. Un rito, invece, è una piccola celebrazione della nostra relazione, è legna che mettiamo nel fuoco perché non smetta di ardere e scaldare, è segno che l’altro mi sta a cuore, è un modo per non dare mai per scontato il nostro amore. Inventare dei rituali di coppia significa essere “custodi del fuoco” che è il nostro amore. 
Le abitudini valorizzano le capacità di ciascuno che vengono messe a servizio della coppia e della famiglia; i riti, invece, celebrano la coppia e racchiudono in un frammento d’amore la ricchezza di tanti progetti e scelte che motivano il nostro essere sposi. 

I riti sono anche un incentivo a ritrovarsi dopo qualche momento difficile. Se, per esempio, abbiamo avuto un piccolo o grande conflitto che non abbiamo elaborato, non è scontato darsi un bacio prima di dormire o prima di uscire di casa; può succedere così che quel piccolo rito che tante volte ha nutrito il rapporto, in quel momento provochi la nostra relazione e la faccia ripartire. Succede così anche nella vita cristiana: oggi esco di casa per andare a Messa perché ci credo; domani non ho voglia di andare a Messa, ma ci vado e poi quel rito mi ridona forza e serenità. Nella coppia si inventano dei riti che ci aiutano e questi a loro volta sostengono e provocano il nostro stare insieme. Così può capitare che quella mattina, dopo una certa distanza dovuta a un’incomprensione, sento che non posso venir meno a quel rito quasi sacro per noi e proprio quel rito mi porta ad avvicinarmi all’altro per abbattere quel piccolo muro che si era creato. 

Papa Francesco sottolinea un altro aspetto della ritualità coniugale chiamata a rompere le abitudini e anche l’inevitabile “monotonia” che abita la vita quotidiana. Scrive: «Quando si sa celebrare, questa capacità rinnova l’energia dell’amore, lo libera dalla monotonia e riempie di colore e di speranza le abitudini quotidiane» (AL 226). L’amore è sempre creativo e pieno di fantasia; basta poco per innestare una marcia nuova nello scorrere delle giornate. Basta inventarsi una cena, una passeggiata insieme, un regalo inaspettato, soprattutto quando uno dei due si accorge che quel fuoco si sta affievolendo. Quelle che molti chiamano buone abitudini, per una coppia cristiana sono i tratti della liturgia sponsale.

Aggiunge papa Francesco: «È bene interrompere le abitudini con la festa, non perdere la capacità di celebrare in famiglia, di gioire e di festeggiare le belle esperienze». E qui c’è tutto lo spazio della fantasia e della creatività che genera l’amore. Abbiamo bisogno di sorprenderci per i doni di Dio, scrive ancora il Papa, e alimentare insieme l’entusiasmo per la vita.

don Giampaolo Dianin

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