Africa. L'ambasciatore Sabatucci: l'Europa tifa mercato comune
"Dalla nascita dell'Unione Africana nel 2002 nessun trattato era mai stato approvato in tempi cosi' brevi; questa circostanza, insieme con la piu' recente adesione della Nigeria, conferma che l'operazione per il mercato comune e' giustificata": cosi' all'agenzia Dire Ranieri Sabatucci, ambasciatore dell'Ue presso l'organismo continentale, sull'intesa per l'integrazione ufficializzata ad Addis Abeba. Al centro del colloquio, a margine degli incontri dell'Arena internazionale del Meeting di Rimini, l'African Continental Free Trade Area (Afcfta).
"L'entrata in vigore annunciata in occasione del summit dell'Unione Africana di luglio dovrebbe permettere gia' da ora e poi sempre di piu' di creare un mercato continentale da un miliardo e 200 milioni di persone" sottolinea Sabatucci.
"Da parte dell'Europa c'e' grande interesse, sia perche' viene fatto qualcosa che abbiamo fatto anche noi prima e quindi c'e' simpatia tra soggetti che hanno scelto la collaborazione per la prosperita' e la pace, sia per le opportunita' economiche e commerciali che si possono creare". Secondo l'ambasciatore, i protocolli depositati in queste settimane nella sede dell'Unione ad Addis Abeba riguardano anzitutto lo scambio dei beni e mirano ad abolire barriere e dazi doganali per il 90 per cento dei commerci, "ma si parla gia' di servizi e di libero movimento di persone".
Difficile prevedere i tempi di un processo cosi' complesso anche se ci sono segnali positivi, sottolinea Sabatucci: "Penso all'adesione della Nigeria, che con sua popolazione di 200 milioni di abitanti sembrava ritenere di poter sostenere un protezionismo meglio di Paesi piccoli chiaramente bisognosi di rassicurazioni".
Nodi da sciogliere gia' nei prossimi mesi, a partire dai negoziati tra i 54 Paesi firmatari sulle regole per definire l'origine di manufatti e prodotti. A oggi il commercio inter-africano vale appena il 17 per cento dell'export degli Stati del continente, un dato molto piu' basso rispetto a quello corrispondente asiatico (59 per cento) o europeo (69 per cento). Una crescita degli scambi andrebbe letta allora come un'opportunita', evidenzia l'ambasciatore: "L'ottica resta quella dell'ampliamento e dell'integrazione dei mercati; se ne parlera' anche in occasione del prossimo vertice tra Unione Europea e Unione Africana, in programma il prossimo anno".