Alessandra Gosetto e Matteo Arata coppia di futuri ginecologi in Sierra Leone con Medici con l'Africa Cuamm

Da Padova a Freetown per garantire il parto assistito nel Paese con il più alto tasso di mortalità materna al mondo: «Un’esperienza che ci insegnerà molto, volevamo condividerla»

Alessandra Gosetto e Matteo Arata coppia di futuri ginecologi in Sierra Leone con Medici con l'Africa Cuamm

Alessandra Gosetto e Matteo Arata sono due giovani medici specializzandi in ginecologia a Padova, che martedì 18 agosto partiranno per la Sierra Leone con Medici con l’Africa Cuamm, per prestare servizio all’interno del Princess Christian Maternity Hospital di Freetown, la più importante maternità del Paese.

Ventinove anni, originaria di Farra di Soligo (TV) lei; trent’anni e originario di Abano Terme (PD) lui, Alessandra e Matteo oltre che colleghi sono una coppia nella vita e hanno scelto insieme di fare questa esperienza, nuova per entrambi.

«All’inizio l’idea è venuta a me – spiega Alessandra Gosetto – e subito Matteo mi ha seguito. Ci tenevamo a trovare un progetto che ci permettesse di partire insieme, per condividere questa esperienza completamente nuova per entrambi. Medici con l’Africa Cuamm, che è un’organizzazione che conosciamo dai tempi dell’università, fatta a Padova, ci ha dato modo di realizzare questo desiderio e ne siamo molto contenti».

«A Freetown staremo molto in sala parto – continua Matteo Arata – che è un aspetto del nostro lavoro che appassiona entrambi. Siamo abituati a lavorare insieme a Padova e sarebbe stato un peccato essere divisi proprio per questo progetto, che sarà estremamente formativo per entrambi. La scuola di specializzazione ha sostenuto fin da subito il nostro desiderio di partire con il Cuamm: abbiamo seguito il corso di formazione a gennaio e ora siamo pronti a partire. È stato tutto molto veloce, è tutto nuovo per noi, ma siamo felici».

Alessandra e Matteo partono nel quadro del progetto JPO di Medici con l’Africa Cuamm, che permette ai medici specializzandi in Italia di trascorrere un periodo di almeno sei mesi della propria formazione in un ospedale africano, affiancati da un tutor esperto. Grazie a questa esperienza, molti medici possono imparare cosa significhi lavorare in ospedali con risorse limitate, traendone vantaggio anche per la propria professione in Italia.

Il Princess Christian Maternity Hospital di Freetown, dove lavoreranno, è la più grande maternità della Sierra Leone, punto di riferimento per tutte le gravidanze a rischio e i parti complicati di un’area urbana che comprende un milione di abitanti. All’inizio dell’epidemia di Covid-19 si sono registrati dei casi positivi anche in ospedale: per questo è stato chiuso e sanificato, ma molte donne hanno paura ad andare in ospedale per paura di contrarre il virus e preferiscono correre il rischio del parto in casa, nel paese che però ha il più alto tasso di mortalità materna al mondo.

Per questo, in Sierra Leone come negli altri sette paesi in cui Medici con l’Africa Cuamm è presente, negli ultimi mesi si è lavorato intensamente per mettere in sicurezza gli ospedali e le comunità in cui l’organizzazione lavora contro il Covid-19. Occorre assicurare mascherine, tute e guanti per il personale dell’ospedale, ma anche termometri e saturimetri, oltre che formazioni del personale e delle comunità per la gestione di casi di Covid-19.

È possibile sostenere Medici con l’Africa Cuamm con una donazione online su wwww.mediciconlafrica.org

Fonte: Medici con l'Africa Cuamm

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Fonte: Comunicato stampa