Amnesty: “La Russia incrimina 92 soldati ucraini in violazione del diritto a un giusto processo”

L’organizzazione rende noto che le autorità di Mosca hanno avviato oltre 1300 indagini nei confronti di oltre 400 persone di nazionalità ucraina. Almeno 220 queste sarebbero sospettate di “crimini contro la pace e la sicurezza dell’umanità” e 92 soldati ucraini sarebbero stati già formalmente incriminati. “Profondo disprezzo per il diritto internazionale”

Amnesty: “La Russia incrimina 92 soldati ucraini in violazione del diritto a un giusto processo”

Secondo quanto riferito alla stampa governativa da Alexander Bastrykin, capo del Comitato per le indagini della Russia, le autorità di Mosca hanno avviato oltre 1300 indagini nei confronti di oltre 400 persone di nazionalità ucraina. Almeno 220 queste sarebbero sospettate di “crimini contro la pace e la sicurezza dell’umanità” e 92 soldati ucraini sarebbero stati già formalmente incriminati. Questa notizia fa seguito alla condanna a morte, emessa all'inizio di giugno da un “tribunale” separatista del Donetsk occupato dalla Russia, di due cittadini britannici e di un cittadino marocchino catturati in Ucraina.

“Mandando a processo 92 soldati ucraini attraverso procedure prive di trasparenza e basate sulla disinformazione, le autorità russe stanno ancora evidenziando il loro profondo disprezzo per il diritto internazionale umanitario e per il diritto a un giusto processo, sancito dal diritto internazionale”, ha dichiarato Denis Krivosheev, vicedirettore di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale. E ha aggiunto: “Le Convenzioni di Ginevra dicono chiaramente che i prigionieri di guerra, compresi i membri delle forze armate, sono protetti dai procedimenti penali riguardanti la loro partecipazione alle ostilità. Se le accuse riguardano presunti crimini contro l’umanità, devono esserci sufficienti prove a loro sostegno. Le autorità russe, al contrario, non hanno reso nota alcuna prova e, al contrario, hanno prodotto disinformazione sostenendo ad esempio che la distruzione del teatro di Mariupol fosse da imputare alle forze ucraine quando invece è evidente che si è trattato di un deliberato attacco russo contro un edificio civile”.  

“Se le autorità russe processeranno prigionieri di guerra con tali accuse, violeranno la Terza Convenzione di Ginevra. Privare volutamente un prigioniero di guerra del diritto a un giusto processo costituisce un crimine di guerra. Le autorità russe devono processare prigionieri di guerra solo in caso di prove autentiche e ammissibili di crimini di guerra o di crimini contro l’umanità e anche in quel caso devono rispettare il diritto a un giusto processo”, ha concluso Krivosheev.

A sua volta l’Ucraina sta portando avanti indagini su decine di migliaia di crimini di guerra attribuiti a soldati russi. In almeno un caso, la velocità con cui a maggio è stato condannato Vadim Shishimarin, un soldato russo di 21 anni, per aver ucciso un civile ucraino di 62 anni nei primi giorni della guerra, ha sollevato dubbi sull’equità delle procedure seguite.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)