Anziani, il cardinale Bassetti: "Ampliare il tipo di offerta per l'assistenza"

A Milano convegno di Uneba e Aris sul futuro di Rsa e assistenza domiciliare dopo l'esperienza della pandemia. Entro il 2030 gli anziani non autosufficienti saranno circa 5 milioni

Anziani, il cardinale Bassetti: "Ampliare il tipo di offerta per l'assistenza"

“L’assistenza all’anziano, paradigma dell’assistenza alla persona in generale, deve cogliere 'i segni dei tempi' ampliando il tipo di offerta, accentuando e differenziando la presenza di nuove professionalità pur all’interno del mandato unico di 'curare il tuo prossimo'”. È il messaggio del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, al convegno promosso da Aris e Uneba e organizzato per il 4 ottobre dall’Istituto Auxologico a Milano, sulla cura e l'assistenza degli anziani dopo il Covid-19. Un convegno che cerca di delineare il futuro delle Rsa e delle cure domiciliari, dopo l'esperienza della pandemia. “I contesti ospedaliero, di Rsa, o di cure domiciliari non devono essere mondi isolati e antagonisti -sostiene il cardinale-: scienza di qua, assistenza di là. Ciascun modello deve rappresentare un'offerta anche tecnica, un’opportunità non preclusa da posizioni ideologiche. Probabilmente soltanto uomini illuminati dalla Luce del Vangelo, oggi, hanno la capacità di declinare concretamente la difficile missione di ricucire il crescente distacco fra scienza e assistenza: anziani e disabili sono un campo di confronto importantissimo”.

Al convegno, dal titolo “Cura il tuo prossimo come te stesso: prenditi cura dell’uomo che invecchia”, è stata presentata una ricerca condotta dal Centro di ricerca sul Lavoro “Carlo Dell'Aringa” (Osservatorio sull’invecchiamento attivo) dell’Università Cattolica di Milano, a cura di Claudio Lucifora e di Elena Villar. Dalla ricerca emerge che “se è vero che l’Italia è il paese più anziano d’Europa, la qualità dell’invecchiamento è tra le peggiori”, seppur con grande eterogeneità nelle condizioni di salute degli over 65 ed entro il 2030 il numero di anziani non autosufficienti raddoppierà, raggiungendo i 5 milioni. L’Italia conta 14 milioni di over 65, il 23% della popolazione, 5 milioni e mezzo soffrono di tre o più malattie croniche, 4 milioni presentano disabilità. Un terzo degli over 65 e la metà degli over 85 presentano difficoltà nello svolgere normali attività della vita quotidiana. Analizzando i tassi di cronicità per regioni emerge che la Campania è la regione che presenta le peggiori condizioni di salute degli over 65. Ipertensione, artrosi/artriti sono le patologie più comuni, seguite da osteoporosi, malattie del cuore e diabete.

Per Uneba, organizzazione di categoria del settore sociosanitario, assistenziale ed educativo con quasi mille enti non profit associati in tutta Italia, e Aris, associazione religiosa istituti socio-sanitari, “sarebbe un suicidio sociale dimenticare il ruolo estremamente importante che rivestono istituti come le Rsa”. “Si tratta di strutture fondamentali per rispondere alle esigenze di questa fetta importante della popolazione -sottolineato Virginio Bebber, presidente Aris-, anche se appare necessaria una loro riorganizzazione. Una riorganizzazione che le renda più rispondenti alle nuove conquiste tecnico-scientifiche e professionali e che soprattutto le valorizzino nello stesso modo nel territorio in cui sono inserite, sia esso il Mezzogiorno, il centro Italia, o ancora più su, a Nord del Paese. In modo tale da renderle capaci cioè di intercettare la domanda economica e sociale di questo popolo di anziani spesso soli, con scarse disponibilità economiche e senza aiuto, traducendola in un’offerta di servizi di sostegno che sappia dare risposte concrete”.

“Nel progettare le cure per gli anziani non servono contrapposizioni ideologiche né manicheismi-, aggiunge Franco Massi, Presidente Uneba -. Rsa e assistenza domiciliare, ospedali e Rsa (e mi permetto di ricordare che in Italia ci sono più posti letto in Rsa che in ospedale!) comunità alloggio e appartamenti protetti non sono alternative tra cui scegliere. Sono opzioni diverse a seconda dei diversi bisogni della persona assistita. E' in base ai bisogni che si scelgono le modalità di assistenza. Poiché il welfare del futuro sarà ancora più sotto pressione di adesso, desidero evidenziare ancora una volta che siamo già in ora in emergenza per il personale”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)