"Aprire futuro", Grillo (Casa Emmaus): "Nel futuro della sanità servono umanità e valori"

"Bisogna intercettare bisogni per tempo e avere visione di lungo periodo". Il tema al centro dell'evento organizzato e promosso da Casa Emmaus e in corso fino a stasera a Cagliari

"Aprire futuro", Grillo (Casa Emmaus): "Nel futuro della sanità servono umanità e valori"

"Ci sembra sempre più fondamentale e urgente restituire alle logiche di un certo tipo di governance anche un'umanità e un'attenzione ai valori che vanno al di là della spesa sanitaria". Parte da qui Giovanna Grillo, presidente della cooperativa sociale Casa Emmaus, rappresentante del coordinamento delle comunità terapeutiche della regione Sardegna, del Coordinamento nazionale delle comunità terapeutiche accreditate e supervisore del Centro Soranzo, per spiegare il senso profondo di 'Aprire Orizzonti', l'evento organizzato e promosso da Casa Emmaus e in corso fino a stasera a Cagliari. "La spesa sanitaria è importante - dice - però se non si ha l'attenzione alla persona, ai processi, all'ascolto di chi può spiegare cosa va fatto e come, si rischia di spendere molto di più". Da qui il significato del titolo che dà il nome alla giornata, un titolo che vuole essere un invito "ad allargare lo sguardo, a fare posto a idee nuove, ai valori, a fare posto ai più fragili, tenendo gli occhi fissi sull'orizzonte che serve per orientarsi e capire dove si deve andare", spiega la presidente di Casa Emmaus.

L'iniziativa, giunta alla settima edizione, è inserita all'interno del Cartellone Inclusione Sociale, finanziato dal bando Grandi eventi della Regione Autonoma della Sardegna e ha l'obiettivo di riflettere in maniera critico-costruttiva, attraverso il contributo di importanti ospiti del panorama nazionale, quali esperti del servizio pubblico e del privato accreditato, su alcuni aspetti riguardanti il futuro della Sanità italiana e del welfare con il fine di mettere in luce le criticità del sistema di cura con uno sguardo nuovo, e di produrre soluzioni funzionali rispetto a queste criticità.

E di problematiche "ce ne sono diverse- evidenzia Grillo- innanzitutto il fatto che il sistema di cura generalizzato, le politiche della scuola, dell'istruzione, del sociale, non riescono a intercettare e curare i bisogni per tempo e questo fa sì che questi bisogni si cronicizzino, poi- continua- manca una visione di lungo periodo. Non basta, ad esempio, mettere in piedi un progetto di un anno sulla prevenzione locale, perché finito l'anno i ragazzi si trovano di nuovo senza questo supporto in una fase importante della crescita".

"Quando si hanno delle difficoltà - continua Grillo - non è un progetto di 12 mesi che ti fa cambiare rispetto alla possibilità di ricucire alcune ferite, rispetto a dei traumi o a delle disabilità".

Ecco allora che è necessario fare degli interventi. Primo tra tutti "l'opportunità della Conferenza nazionale delle dipendenze che non veniva convocata da 13 anni (si terrà a Genova dal 27 al 28 novembre prossimi, ndr)- sottolinea Grillo- nonostante tutti i dati, sia della relazione al Parlamento, sia delle relazioni sull'Europa, continuino a evidenziare un aumento lento e progressivo delle dipendenze. Il problema è che innanzitutto bisogna sedersi e discutere e avere un decisore politico che abbia la voglia di ascoltare, di trovare soluzione nuove".

Dal canto suo la cooperativa Casa Emmaus tenta da oltre trent'anni ad Iglesias di dare risposte a tante sofferenze di persone minori e adulte. I suoi servizi accreditati cercano di riabilitare persone con disturbi dell'alimentazione, patologie psichiche, dipendenze patologiche, immigrazione, povertà educativa e disagio sociale. In questo lungo periodo Casa Emmaus ha curato oltre diecimila persone. Un numero considerevole che fotografa con immediata chiarezza l'incidenza di queste problematiche nei nostri territori.

'Aprire orizzonti' è oggi alla settima edizione e "ha avuto un'evoluzione che ha seguito la crescita di Emmaus perché man mano che la cooperativa è cresciuta ha portato con sé contenuti nuovi, come per esempio il disturbo alimentare che nelle prime edizioni non c'era perché come cooperativa non ce ne occupavano- spiega Grillo- e poi è legata alle relazioni che Emmaus ha portato, nazionali e internazionali. Oggi, ad esempio, ci concentriamo anche sull'approfondire un modo diverso di fare cura, magari partendo dal corpo. Ci sono tanti modi per lavorare sui pazienti fragili ed è bene conoscerli tutti perché ci possono dare risorse in più", conclude.(DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)