Armi in casa. Beretta (Opal): “Sono un grave pericolo. Necessaria una revisione della legge sulle licenze”

La vicenda del tabaccaio di Ivrea e quella dell’anziano che la notte tra sabato e domenica, in provincia di Napoli, infastidito dal chiasso è sceso in strada e ha sparato uccidendo il titolare di un chiosco e ferendo altre due persone confermano la pericolosità della detenzione, ancorché legale, di armi in casa. Per l’analista di Opal si rischia una sorta di "giustizia-fai-da-te" e occorre una revisione in senso restrittivo della legge sulle licenze

Armi in casa. Beretta (Opal): “Sono un grave pericolo. Necessaria una revisione della legge sulle licenze”

Legittima difesa o no, detenere armi in casa, ancorché legalmente, è molto pericoloso perché spinti dall’emotività si è portati ad usarle con troppa facilità e in modo improprio. Lo confermano – ma non sono che gli ultimi, tragici episodi di cronaca – la vicenda del tabaccaio di Ivrea e quella dell’anziano che la notte tra il 15 e il 16 giugno a Palma Campania, in provincia di Napoli, infastidito dal chiasso è sceso in strada armato di pistola semiautomatica calibro 9 regolarmente detenuta, uccidendo il titolare di un chiosco e ferendo altre due persone. Al momento dell’arresto l’arma aveva ancora un colpo in canna e uno nel caricatore. A casa dell’anziano i carabinieri hanno trovato un vero e proprio arsenale: 5 fucili, una pistola semiautomatica Beretta “Px4 Storm”, una rivoltella Colt, tutti regolarmente denunciati, e circa 290 munizioni di vario calibro. E intanto in alcuni campi da tiro vengono allestiti ambienti che simulano stanze di casa per allenarsi a sparare al buio contro un eventuale aggressore armato che tenti un’intrusione.

Mentre si conosce il numero delle auto immatricolate in Italia – l’ultimo dato è stato reso noto proprio oggi –  non esistono dati ufficiali e pubblici sul numero delle licenze rilasciate per armi. Solo su richiesta, il ministero dell’Interno fa sapere che tra porto d’armi e licenze di diverse tipologie sono 1.315.700 (dati aggiornati a luglio 2018). Altre fonti non ufficiali parlano di circa un milione e mezzo ma non esiste un censimento delle armi, un data base che raccolga tutte le denunce di possesso effettuate a livello di questura o di stazione dei carabinieri. Non si conosce pertanto il numero effettivo di quelle custodite legalmente nelle abitazioni dei cittadini, ma “fonti di polizia parlano anche di 10 – 12 milioni di armi in circolazione”, rivela al Sir Giorgio Beretta, analista dell’ Opal, l’Osservatorio sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa di Brescia che, membro della “Rete Italiana per il Disarmo”, svolge attività di ricerca e di informazione sulla produzione e il commercio di sistemi militari e di armi leggere e di piccolo calibro. Paradossalmente, afferma, Beretta, “oggi è più facile ottenere una licenza per detenzione di arma da fuoco che la patente di guida”

Dunque, quante sono le armi in circolazione in Italia?
I “porto d’armi per difesa personale”, rilasciati dal Prefetto a fronte di motivate ragioni, sono circa 20 mila cui vanno ad aggiungersi le licenze per “attività venatorie” (circa 700 mila) e per guardie giurate (circa 50 mila). Negli ultimi anni sempre più persone hanno fatto richiesta di licenze per uso sportivo (oltre 560 mila): queste ultime, aumentate negli ultimi tre anni del 27%, sembrano essere divenute la modalità più semplice per poter tenere un’arma anche per scopi di difesa personale, della propria abitazione o esercizio commerciale. Essere incensurati, non soffrire di problemi psichici, non avere dipendenze croniche (droga o alcol), fare un esame presso l’Asl e un esame di maneggio delle armi sono le condizioni per ottenere queste licenze, ognuna delle quali consente di detenere tre pistole con caricatore fino a 20 colpi, 12 armi per uso sportivo tra cui i fucili semi automatici AR 15 tristemente noti perché utilizzati in diverse stragi negli Usa, un numero illimitato di fucili da caccia, oltre a 200 munizioni per armi corte e armi sportive e 1500 munizioni per fucili da caccia.

Quindi, con una semplice licenza di detenzione si può tenere a casa un vero e proprio arsenale come quello dell’anziano di Palma Campania?
Sì, e a queste licenze si aggiunge quella per mera detenzione, il cosiddetto “nulla osta” che si può richiedere anche on line e consente di tenere lo stesso numero di armi delle altre, probabilmente la più diffusa ma sulla quale, inspiegabilmente, non sono mai stati resi noti dati numerici.

Armi, dimostrano di continuo le cronache, utilizzate non solo per “legittima difesa” o per respingere un ladro, ma per compiere omicidi familiari, interpersonali, femminicidi o per “risolvere” in modo tragico liti di diversa natura. Come se la mera detenzione legale giustificasse in qualche modo il loro utilizzo.
Questo è infatti il vero pericolo. Come è allarmante il messaggio che sembra essere passato in parte dell’opinione pubblica con l’entrata in vigore di una legge dannosa e pericolosa come quella sulla legittima difesa.

Il provvedimento legittima la difesa armata solo in caso di “aggressione” e intrusione con “violenza o minaccia di uso di armi”.
Questo prevede la legge; ma di fronte al diffuso sentimento di insicurezza cavalcato da alcune forze politiche, nella testa di molte persone sta entrando la percezione fuorviante che la difesa armata sia sempre lecita e che un’intrusione nella propria abitazione o nel proprio negozio possa giustificare una reazione con conseguenze potenzialmente letali.

Il rischio è che stia passando l’idea di una sorta di giustizia fai-da-te: tu entri in casa mia e io ti ammazzo.

I fatti di Ivrea sembrano del resto dimostrarlo. Occorre ribadire che nessuno, nemmeno con la nuova legge, è legittimato ad uccidere un eventuale aggressore che receda e men che meno a sparare le spalle ad una persona in fuga.

Secondo lei, con questa legge si è verificata una “corsa alle armi”?
Non siamo in grado di dirlo perché il Viminale non ha ancora fatto sapere quante siano le nuove licenze rilasciate nel 2019. Personalmente ritengo il trend sia in crescita ma non credo si possa parlare di corsa alle armi. Gli italiano mi sembrano tutto sommato persone di buon senso, consapevoli dei pericoli di tenere un’arma in casa. Tuttavia è necessaria una revisione in senso restrittivo della legge sulle licenze per armi. Ad ogni licenza dovrebbe essere riportata la sua ragione d’essere e non dovrebbe essere consentito la detenzione di munizioni in casa. Si potrebbe anche pensare, ad esempio, ad una specifica licenza per difesa abitativa o commerciale che preveda l’uso di armi e munizioni non letali (Taser, armi ad aria compressa) a mero scopo difensivo per “neutralizzare” l’aggressore in attesa delle forze dell’ordine.

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Fonte: Sir