Buone notizie: la prima auto elettrica made in Italy è una 500 ed è fatta a Mirafiori

Rinasce la 500 e con lei lo stabilimento più iconico dell'industria automobilistica nazionale, Torino Mirafiori.

Modaiola, inconfondibile e decisamente premium: la 500 è sempre lei anche se il nuovo modello è solo elettrico e porta in dote tecnologie inedite per il gruppo italoamericano che, finalmente, ragiona come tale.

Buone notizie: la prima auto elettrica made in Italy è una 500 ed è fatta a Mirafiori

Doveva essere presentata a Ginevra durante il tradizionale Salone dell'auto ma il coronavirus ha spinto le autorità elvetiche ad annullare la kermesse, così la Fiat ha spostato armi e bagagli a Milano.

Olivier Francois, l'amministratore delegato del Lingotto, si aggira in una piazza Duomo deserta e presenta in differita su youtube l'auto delle speranze per l'azienda. Un simbolo di ripartenza ma anche un manifesto di quanto l'industria italiana possa fare a livello internazionale.

Negli ultimi tredici anni, la piccola di casa Fiat è stata stabilmente una delle vetture più vendute del suo segmento — una percentuale di vendite mai inferiore al 15% nell'ultimo triennio e immatricolazioni stabili sopra i 193 mila veicoli all'anno — assieme all'altra city-car della ditta, la Panda. 

Una questione di stile

La Fiat 500 si è presentata così, in quattro livree: la Prima, Giorgio Armani, Kartelle e Bulgari e un prezzo d'attacco non popolare ma in linea con la concorrenza: 38 mila euro per la versione più accessoriata e al lordo dinincentivi.

Di serie c'è tutto, dalla stazione di ricarica domestica ai più moderni dispositivi di sicurezza fino al sistema multimediale più aggiornato del gruppo FCA, capace di far dialogare la piccola cittadina anche con le auto più grandi del gruppo e gli smartphone.

Per le versioni speciali, invece, si spazia dagli inserti in materiale plastico dell'iconica azienda Kartell passando per i pellami e i legni di pregio della versione Armani fino alla verniciatura con polvere d'oro realizzata per Bulgari.

La tecnica

A muovere la nuova 500 c'è un propulsore elettrico da 87 kW che consente la velocità massima di 150 km/h (autolimitata) e una accelerazione in 9.0 secondi da 0-100 km/h, e di 3.1 secondi nello 0-50 km/h.

Una citycar scattante, come del resto tutte le elettriche contemporanee, alimentata da una batteria da 42 chilowattora capace di muovere il cinquino per 320 chilometri nel ciclo combinato e ricaricabile all'80% in 35 minuti.

Di serie la Prima ha tutti gli aiuti alla guida necessari per garantire una guida autonoma di livello 2, oltre a quelli necessari per il parcheggio automatico del veicolo.

Fra le chicche più interessanti della nuova 500 c’è il rumore: da sempre punto debole delle vetture elettriche in quanto più sim a quello di una lavatrice che di un’automobile, la piccola torinese sfrutta il dispositivo di avviso per i pedoni facendogli suonare le note di Amarcord, il celebre film di Federico Fellini. 

La Fabbrica

Lo storico stabilimento di Mirafiori ha iniziato a produrre gli esemplari di pre-serie alla fine del mese di febbraio dopo un lungo ciclo di aggiornamento degli impianti di produzione.

Un restyling completo della fabbrica, per usare un linguaggio automobilistico, che ne ha rinnovato tanto le linee produttive quanto i capannoni, dove sono stati installati anche  pannelli solari capaci di produrre 25 mega-watt di energia elettrica pulita a cui si vanno a sommare i 15 mega-watt prodotti dagli altri impianti fotovoltaici dislocati nel polo torinese.

«Mi ricordo i primi 60 giorni dopo che ero arrivato qui, nel 2004: giravo tutti gli stabilimenti e poi, quando tornavo a Torino, il sabato e la domenica andavo a Mirafiori, senza nessuno, per vedere quel che volevo io, le docce, gli spogliatoi, la mensa, i cessi. Cose obbrobriose. Ho cambiato tutto: come faccio a chiedere un prodotto di qualità agli operai e farli vivere in uno stabilimento così degradato?».

Sergio Marchionne

L'investimento di 2 miliardi di euro per Mirafiori andrà anche a potenziare la produzione di cambi a sei marce e, soprattutto, a dar vita al Battery hub: un centro per la produzione delle batterie per le Maserati ibride ed elettriche, come la Ghibli di cui è iniziata la produzione nel vicino stabilimento di Grugliasco.

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Fonte: Comunicato stampa