Cena per tutti: un piatto insieme per sfatare paure reciproche

Domenica 9 settembre dalle 18 piazza dei Frutti a Padova si scalderà con la Cena gratuita e per tutti, segno di apertura e speranza. Decine le anime solidali padovane coinvolte con la rete Abracciaperte.

Cena per tutti: un piatto insieme per sfatare paure reciproche

«Le merci girano il mondo senza problemi, le persone no. Noi invece scegliamo di vivere insieme; anche in famiglia siamo uno diverso dall’altro. Il nostro mondo e il nostro futuro li vogliamo riconoscendo la dignità, la bellezza e l’originalità di ogni persona. Organizziamo non la paura, ma la speranza. Per tutti». Sono alcuni punti salienti della presentazione dell’undicesima edizione della Cena gratuita e per tutti di domenica 9 settembre dalle 18 a Padova, in piazza dei Frutti, realizzata dalla rete Abracciaperte che, con il coordinamento dei Beati i costruttori di pace, mette insieme decine e decine di anime solidali padovane, da quelle più propriamente ecclesiali (Caritas, Ac, scout, Acli…) a quelle più laiche (Asu, Legambiente, Rete studenti medi, Popoli insieme…) o appartenenti al mondo della cooperazione (El Tamiso, Caresà, Coop Alleanza 3.0…).

Il tema scelto per quest’anno è la valorizzazione dell’armonia tra le persone, pur nelle reciproche diversità. «Era il 2008 quando organizzammo la prima Cena per tutti – ricorda don Albino Bizzotto – E ci fu un minuto di silenzio per coloro che non ce l’avevano fatta in mare. Quest’anno si ripeterà lo stesso gesto simbolico, perché le nostre motivazioni a ritrovarci, ad accoglierci reciprocamente per dare un segnale diverso e positivo alla città e alle istituzioni, partono da quest’attualità sconcertante che ci interroga e non ci lascia indifferenti. Di fronte a tante forme di paura e rifiuto dell’altro, anche da parte di chi si definisce cattolico, chi accoglie il nostro invito a partecipare alla Cena vuole dimostrare che un altro modo di pensare e vivere è possibile».

L’invito di don Albino a esserci in piazza domenica 9 settembre, come volontario o come semplice partecipante, non può per lui che ancorarsi al Vangelo: «La Parola di queste ultime domeniche – continua il fondatore dei Beati – ci provoca nell’intimo a essere vita e a coltivare la vita. Dobbiamo essere “pane quotidiano” per gli altri, per chi soffre, per i poveri: ricevere dentro di noi un piccolo segno come l’Eucaristia, ma non lasciarsi cambiare da Dio, vuol dire tradire Cristo».

La cena può, dunque, diventare un’opportunità per scegliere un nuovo stile aperto all’accoglienza, lasciandosi cambiare dall’altro: «La nostra iniziativa è una risposta positiva, che non nasconde equivoci, e a tavola si può stare bene con tutti, insieme» per iniziare a dialogare, a far cadere magari qualche reciproco “muro” d’indifferenza o pregiudizio. 

Per dare una mano nell’organizzazione che ogni anno coinvolge centinaia di persone: beati@beati.eu oppure abracciapaerte@hotmail.it

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