Con ago e filo, una mappa dell'Arcella intreccia storie e cammini per scoprirsi simili nelle singole diversità

Il laboratorio artistico "Ri-tratti urbani – Sguardi al femminile sull’Arcella" ha lavorato sulla realizzazione di una tela, una mappa - esposta all’interno del cocktail bar Aperture - che ritaglia una frammento di Padova sulla quale le partecipanti hanno ricamato e cucito le proprie vite. Bottoni, stoffe particolari e fili dai colori sgargianti: “Fibre umane” mostra gli intrecci che si vivono e si creano unendo i propri cammini, in cui diversità e senso di appartenenza si miscelano in numerosi punti di contatto.

Con ago e filo, una mappa dell'Arcella intreccia storie e cammini per scoprirsi simili nelle singole diversità

Se è pur vero che noi siamo i legami che intrecciamo con gli altri, con chi ci sta attorno, come possiamo rappresentare la nostra vita, la nostra quotidianità e le nostre abitudini? Quale altro medium narrativo si presterebbe ai nostri passi in città, alla ciclicità delle azioni o delle scoperte?

Il laboratorio artistico “Ri-tratti urbani – Sguardi al femminile sull’Arcella” al termine del suo progetto che si è sviluppato negli ultimi mesi del 2019, ha lavorato sulla realizzazione di una tela, una mappa (esposta all’interno del cocktail bar Aperture) che ritaglia una frammento di Padova sulla quale le partecipanti hanno ricamato e cucito le proprie vite. “Fibre umane”, una descrizione apparentemente dall’alto, ma che mostra gli intrecci che si vivono e si creano unendo i cammini di ciascuno e ciò che intimamente rappresentano punti importanti o perché legati alla quotidianità o perché legati a ricordi. Diversità e senso di appartenenza si miscelano in numerosi punti di contatto.

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Ri-tratti urbani, tra i vincitori del bando “La città delle idee”, promosso dall’associazione Razzismo Stop in collaborazione con Federica Manna, curatrice, restauratrice e pittrice del Collettivo Pictor, del resto si è proposto di riscoprire, conoscere ed esplorare diversi aspetti del mondo femminile, nella propria unicità ma anche all’interno del contesto urbano circostante, coinvolgendo donne migranti e autoctone, donne soprattutto emarginate, avendo come filo conduttore l’arte.

E con ago e filo attraverso il ricamo, le partecipanti, seguite dall’artista Olga Trevisan, hanno personalizzato uno spazio dell’Arcella e al di là della stazione, nell'idea di considerare non solo il quartiere, ma tutto il perimetro urbano in cui ci si sposta e si vivono relazioni. L'attenzione è stata, poi, quella di individuare i percorsi che maggiormente percorrono o i luoghi a cui sono più affezionate:

«I bottoni spesso si riferiscono a dei punti, luoghi dove sostiamo o da dove partiamo e che fanno parte del nostro percorso abituale – racconta Federica Manna – Altri lembi di stoffa sono simboli di quello che volevamo raccontare rispetto ai nostri luoghi: come parlare di un giardino, mostrare un punto di svolta utilizzando una stoffa con stampe a forma di forbici. Anche i colori dei fili sono stati scelti con un valore simbolico dal rosso, all’arancione o il viola, diventano il percorso che nella mia città ha rappresentato anche un legame speciale con qualcuno, una passione».

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