Con la pandemia cresce la povertà assoluta: 2 milioni di famiglie e oltre 5,6 milioni di persone

I dati Istat. Nel 2020 sono in condizione di povertà assoluta il 7,7% del totale delle famiglie, era il 6,4% nel 2019. “Dopo il miglioramento del 2019, nell'anno della pandemia la povertà aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005”. I minori sono 1,3 milioni, mentre gli stranieri residenti sono il 29,3%

Con la pandemia cresce la povertà assoluta: 2 milioni di famiglie e oltre 5,6 milioni di persone

Nel 2020 sono in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (il 7,7% del totale, dal 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (il 9,4%, dal 7,7%). Lo rileva l'Istat nel rapporto sulla povertà, spiegando che "dopo il miglioramento del 2019, nell'anno della pandemia la povertà assoluta aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005 (inizio delle serie storiche)".
Per quanto riguarda la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2,6 milioni (il 10,1%, dal 11,4% del 2019). Del 9,4% è la percentuale di famiglie che si trovano in povertà assoluta nel Mezzogiorno, il 7,6% al Nord e il 5,4% al Centro.
E' di 1,3 milioni, poi, il numero di minori in povertà assoluta (13,5%). Mentre è del 29,3% l'incidenza della povertà assoluta tra i cittadini stranieri residenti (26,9% nel 2019) e il 7,5% tra gli italiani (5,9% nel 2019).

Peggiora la condizione delle famiglie con figli

L’Istat segnala che nel 2020 l'incidenza di povertà assoluta è più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti: è al 20,5% tra quelle con cinque e più componenti e all'11,2% tra quelle con quattro; si attesta invece attorno all'8,5% se si è in tre in famiglia.
La situazione si fa più critica se i figli conviventi, soprattutto se minori, sono più di uno - l'incidenza passa infatti dal 9,3% delle famiglie con un solo figlio minore al 22,7% di quelle che ne hanno da tre in su - e tra le famiglie monogenitore. Proprio per queste ultime si registra il peggioramento più deciso rispetto al 2019 (da 8,9% a 11,7%). La dinamica risulta negativa anche per le coppie con figli (dal 5,3% del 2019 al 7,2% se con un figlio, dall'8,8% al 10,5% con due figli).

Oltre 1,3 milioni i minori in povertà assoluta

Come accennato, nel 2020 la povertà assoluta in Italia colpisce 1 milione 337 mila minori (il 13,5%, rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale). L'incidenza varia dal 9,5% del Centro al 14,5% del Mezzogiorno. Rispetto al 2019 le condizioni dei minori peggiorano a livello nazionale (da 11,4% a 13,5%) e in particolare al Nord (da 10,7% a 14,4%) e nel Centro (da 7,2% a 9,5%).
Disaggregando per età, l'incidenza si conferma più elevata nelle classi 7-13 anni (14,2%) e 14-17 anni (13,9%, in aumento) rispetto alle classi 4-6 anni (12,8%) e 0-3 anni (12,0%, in crescita rispetto al 2019).
Le famiglie con minori in povertà assoluta sono oltre 767 mila, con un'incidenza dell'11,9% (era il 9,7% nel 2019). “La maggiore criticità di queste famiglie emerge anche in termini di intensità della povertà, con un valore pari al 21% contro il 18,7% del dato generale. Oltre a essere più spesso povere, le famiglie con minori sono anche in condizioni di disagio più marcato”, spiega l’Istat

Istruzione e livelli occupazionali migliori proteggono le famiglie

L’Istat segnala che la diffusione della povertà diminuisce al crescere del titolo di studio. Se la persona di riferimento ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore, l'incidenza è pari al 4,4% mentre si attesta al 10,9% se ha al massimo la licenza di scuola media (entrambe le modalità in crescita rispetto al 2019).
Particolarmente colpite nel confronto con il 2019 le famiglie con persona di riferimento occupata (l'incidenza passa dal 5,5% al 7,3%), sia dipendente sia indipendente: per le famiglie con persona di riferimento inquadrata nei livelli più bassi l'incidenza passa dal 10,2% al 13,2%, fra i lavoratori in proprio dal 5,2% al 7,6%. Stabile invece, rispetto al 2019, il valore dell'incidenza per le famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro e fra coloro che sono in cerca di occupazione.

Elevata la povertà assoluta tra gli stranieri

Sempre secondo l’Istat, gli individui stranieri in povertà assoluta sono oltre un milione e 500 mila, con una incidenza pari al 29,3%, contro il 7,5% dei cittadini italiani.
Le famiglie in povertà assoluta sono nel 71,7% dei casi famiglie di soli italiani (oltre 1 milione e 400 mila) e per il restante 28,3% famiglie con stranieri (oltre 568 mila), pur rappresentando queste ultime solo l’8,6% del totale delle famiglie.
Per le famiglie con almeno uno straniero l’incidenza di povertà assoluta è pari al 25,3% (22% nel 2019); è al 26,7% per le famiglie composte esclusivamente da stranieri (era 24,4% nel 2019) e al 6% per le famiglie di soli italiani (dal 4,9% del 2019).
La criticità per le famiglie con stranieri è più marcata nei comuni fino a 50 mila abitanti (27,1%, contro il 6,5% delle famiglie composte da soli italiani). Le famiglie con almeno uno straniero dove sono presenti minori mostrano un’incidenza di povertà pari al 28,6% (301 mila famiglie), valore dell’incidenza uguale a quello delle famiglie di soli stranieri, che è oltre tre volte superiore a quello delle famiglie di soli italiani con minori (8,6%). Nel Mezzogiorno e nel Nord l’incidenza supera il 30% nelle famiglie con stranieri dove sono presenti minori, (rispettivamente 35,2% e 30,7%, contro l’11,8% e il 7% delle famiglie di soli italiani con minori). Nelle famiglie con stranieri in cui la persona di riferimento è in cerca di occupazione, l’incidenza della povertà assoluta è pari al 29,1% (per un totale di 39 mila famiglie); se la persona di riferimento è occupata, la condizione di povertà riguarda invece una famiglia su quattro (25,4%).
A livello territoriale, l’incidenza più elevata si registra nel Mezzogiorno, con quote di famiglie di soli stranieri in povertà quasi quattro volte superiori a quelle delle famiglie di soli italiani (rispettivamente 31,9% e 8,4%).

Casa in affitto per quasi la metà delle famiglie povere

L’incidenza di povertà assoluta in Italia varia anche a seconda del titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive, e la situazione è particolarmente critica per chi vive in affitto. Le oltre 866 mila famiglie povere in affitto rappresentano il 43,1% di tutte le famiglie povere, a fronte di una quota di famiglie in affitto pari al 18,3% sul totale delle famiglie residenti. Le famiglie affittuarie nel Mezzogiorno sono in povertà assoluta nel 22,1% dei casi, rispetto al 18,1% del Nord e al 12,3% del Centro. “Va considerato che il titolo di godimento dell’abitazione è fortemente legato all’età della persona di riferimento, così come alla cittadinanza dei componenti. Infatti, le famiglie con persona di riferimento giovane (frequentemente con minori al loro interno) e quelle con stranieri, vivono più frequentemente in affitto, poiché scontano sia una minore capacità reddituale sia una minore probabilità di avere accumulato risparmi o di aver avuto accesso a beni ereditari”. La quota di affittuari nella popolazione totale scende al crescere dell’età della persona di riferimento (dal 39,4% se è under35 al 10,9% se ha 65 anni e più) e contestualmente aumenta la quota di proprietari (dal 43,6% all’82,8%).
Guardando la cittadinanza, vive in affitto il 70,7% delle famiglie povere con stranieri mentre solo il 15,6% ha una casa di proprietà contro, rispettivamente, il 32,2% e il 55,7% delle famiglie in povertà di soli italiani. Tra le famiglie con minori, quelle in affitto sono povere nel 25,4% dei casi, il 7% sono proprietarie e il 13,3% usufruttuarie o in uso gratuito.
L’affitto medio per le famiglie in povertà assoluta è pari a circa 330 euro mensili, contro i 433 euro pagati dalle famiglie non in condizione di povertà. Tuttavia, poiché la spesa media mensile complessiva delle prime è molto più bassa di quella delle seconde (918 euro contro 1.938), la voce per l’affitto pesa per il 35,9% sul totale delle spese familiari quando si è poveri (39,0% nel Nord, 36,0% nel Centro, 31,0% nel Mezzogiorno) e per il 22,3% quando non si è poveri.
Infine, paga un mutuo il 19,8% delle famiglie in povertà assoluta che vivono in casa di proprietà (19,5% delle famiglie non povere). “Dal punto di vista economico, questa voce di bilancio è un investimento, e non rientra quindi nella spesa per consumi – spiega l’Istat -. Tuttavia, per le famiglie che la sostengono rappresenta un’uscita gravosa, in particolare per quelle che scendono sotto la soglia di povertà anche a causa di questo esborso che sottrae risorse alle spese per consumi”. La rata media effettiva per le famiglie che pagano un mutuo è di 459 euro mensili per le famiglie povere e di 549 euro per quelle non povere.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)