Consiglio d'Europa. La Convenzione dei diritti dell'uomo compie 65 anni

La Convenzione dei diritti dell’uomo compie 65 anni. «È un meccanismo di sicurezza unico che protegge oltre 830 milioni di persone. Che sia applicata dalle giurisdizioni nazionali o dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, la Convenzione ha cambiato la vita delle persone in tanti modi diversi in tutto il continente» spiega  il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland.

Consiglio d'Europa. La Convenzione dei diritti dell'uomo compie 65 anni

La Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, nota come Convenzione europea dei diritti dell’uomo, è entrata in vigore il 3 settembre 1953. Grazie all’anniversario, il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, coglie l’occasione per spiegare: “La Convenzione europea dei diritti dell’uomo è un meccanismo di sicurezza unico che protegge oltre 830 milioni di persone. Che sia applicata dalle giurisdizioni nazionali o dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, la Convenzione ha cambiato la vita delle persone in tanti modi diversi in tutto il continente”. Essa “ha svolto un ruolo chiave nella promozione della stabilità e della sicurezza in Europa negli ultimi 65 anni e, in un momento in cui il continente è confrontato a molteplici sfide, le sue garanzie assumono più che mai un’importanza cruciale”. La Convenzione è un trattato internazionale giuridicamente vincolante che è stato firmato e ratificato da tutti i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa. Al momento dell’adesione alla Convenzione, gli Stati s’impegnano volontariamente a sostenere i diritti umani e le libertà fondamentali, tra cui il diritto alla vita, a un processo equo e alla libertà di espressione.
“Chiunque si ritenga vittima di una violazione da parte di uno degli Stati membri – spiega il cdE – può presentare ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che ha l’ultima parola sull’interpretazione della Convenzione e della sua giurisprudenza”. Gli Stati membri sono tenuti ad attuare le sentenze della Corte di Strasburgo.

Gianni Borsa

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Fonte: Sir