Consumo di suolo, “i Comuni rendano pubblici i costi ambientali e economici”

Il forum "Salviamo il paesaggio" ha lanciato un appello ai Comuni per rendere pubblici i numeri sul consumo di suolo e per inserire in bilancio i costi correlati, stimati a 10 euro l’anno per ogni metro quadrato di suolo impermeabilizzato. “Nel post-pandemia stanno nascendo molti progetti per la creazione di posti di lavoro, che però implicano tanto consumo di suolo”

Consumo di suolo, “i Comuni rendano pubblici i costi ambientali e economici”

Quanto costa a una comunità rinunciare a un ettaro di suolo libero, costruendoci sopra? Il forum Salviamo il paesaggio ha lanciato un appello  ai Comuni per rendere pubblici i numeri sul consumo di suolo e per inserire in bilancio i costi correlati. Secondo l’ultimo Rapporto sul consumo di suolo  dell’Ispra, le conseguenze della cementificazione non si calcolano soltanto in termini ambientali, ma anche economici: si parla di circa 100mila euro l’anno per ciascun ettaro di suolo impermeabilizzato, ovvero una media di 10 euro l’anno per ogni metro quadrato.

Si tratta di costi “nascosti” dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici che il suolo non è più in grado di fornire una volta ricoperto: stoccaggio e sequestro di carbonio, qualità degli habitat, produzione agricola, produzione di legname, impollinazione, regolazione del microclima, rimozione di particolato e ozono, protezione dall’erosione, regolazione del regime idrologico, disponibilità e purificazione di acqua. In particolare, si parla di un costo tra 66 mila 81 mila euro a ettaro per il flusso di servizio che il suolo non sarà più in grado di assicurare; e tra 23 mila e 28 mila euro a ettaro per lo stock di risorsa perduta.

La campagna punta a fare pressione sui consiglieri comunali affiché presentino una mozione volta a deliberare l’arresto totale e immediato del consumo di suolo libero in quel Comune, inserendo in bilancio (bilanci sociali, bilanci di sostenibilità, bilanci ambientali) il costo fisso annuale causato dal consumo di suolo, a partire dall’annualità in cui il nuovo consumo di suolo sia stato accertato.

“Servono politiche di arresto del consumo di suolo e di sostegno al riuso e al recupero del patrimonio edilizio inutilizzato esistente, attraverso una norma nazionale da anni evocata eppure mai seriamente discussa – scrive il forum Salviamo il paesaggio – La proposta di legge del nostro forum, ‘Norme per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli urbanizzati’, è ormai congelata da mesi al Senato e neppure il nuovo Rapporto dell’Ispra pare indurre a risolvere un’emergenza così evidente. Tutta la comunità scientifica si è già espressa con estrema chiarezza, ricordandoci che prima viene la tutela dell’ambiente e della salute, e poi lo sviluppo economico”.

In Italia, la copertura artificiale del suolo è ormai arrivata a estendersi per oltre 21mila chilometri quadrati, pari al 7,11 per cento del territorio nazionale (era il 7,02 per cento nel 2015, il 6,76 per cento nel 2006), rispetto alla media europea del 4,2 per cento. Nonostante i ripetuti lockdown, nel nostro paese il consumo di suolo non si è fermato: nel 2020 le nuove coperture artificiali hanno riguardato 56,7 chilometri quadrati, più di 15 ettari al giorno.

“Negli ultimi tempi, la necessità della ripartenza post-pandemica sta moltiplicando i casi di nuovi progetti, sull’onda di un’allarmante deregulation – conclude il forum –. Si tratta di progetti di nuovi insediamenti produttivi, logistici, commerciali, con la creazione di nuovi posti di lavoro e tanto, tanto consumo di suolo. Se fosse confermato il trend attuale e, quindi, la crescita dei valori economici dei servizi ecosistemici persi, il costo cumulato complessivo, tra il 2012 e il 2030, arriverebbe quasi ai 100 miliardi di euro, praticamente la metà dell’intero Pnrr”.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)