Coronavirus, che ne sarà della Serie A? Il ministro dello sport Spadafora: «Irrealistico ripartire il 3 maggio»

Per il ministro dello sport è difficile credere a una nuova ripartenza della Serie A agli inizi di maggio. In aggiunta, con la conferma di Europei ed Olimpiadi rinviati nel 2021, proporrà il blocco di tutte le attività sportive e anche allenamenti per il mese di aprile. E mentre la Juventus ha trovato l'intesa con i suoi calciatori per la riduzione degli stipendi fino a giugno, Damiano Tommasi, presidente Aic, conferma la preoccupazione sulla chiusura anticipata dei campionati

Coronavirus, che ne sarà della Serie A? Il ministro dello sport Spadafora: «Irrealistico ripartire il 3 maggio»

«Riprendere le partite il 3 maggio è irrealistico». Vincenzo Spadafora, ministro dello sport e dei giovani, è stato chiaro parlando a La Repubblica sulla possibile nuova ripartenza della Serie A agli inizi del mese di maggio durante l’emergenza coronavirus. Sul tavolo di Spadafora c’è anche la proposta di prorogare per tutto aprile il blocco delle competizioni sportive di ogni ordine e grado, estendendo la misura anche agli allenamenti, sui quali il governo non era intervenuto in precedenza perché, seppur remota, c’era ancora la possibilità che si tenessero le Olimpiadi.

Ma con i giochi a cinque cerchi ufficialmente rinviati al 2021 assieme all’Europeo, sullo sport italiano potrebbero presto essere prese nuove decisioni. Pronta una mano tesa per un concreto aiuto economico: «Lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la Serie A. Destinerò un piano straordinario di 400 milioni di euro allo sport di base, alle associazioni dilettantistiche sui territori, a un tessuto che sono certo sarà uno dei motori della rinascita. Dalla Serie A invece mi aspetto che le richieste siano accompagnate da una seria volontà di cambiamento: le grandi società vivono in una bolla, al di sopra delle loro possibilità, a partire dagli stipendi milionari dei calciatori. Devono capire che niente dopo questa crisi potrà più essere come prima».

Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione italiana calciatori, ha detto ai microfoni dell’Ansa

«Sul tavolo abbiamo un elemento in più rispetto alle scorse settimane perché dopo le parole del ministro Spadafora la preoccupazione che si chiudano qui i campionati c'è. Occorre dunque porsi il problema della chiusura della stagione sia da un punto di vista sportivo sia dal punto di vista formale, dei contratti».

Tommasi ha parlato alla vigilia dell'incontro tra il sindacato dei calciatori e la Lega Serie A, in cui si dovrà discutere diversi temi riguardanti la sospensione dei campionati, tra cui anche un eventuale annullamento definitivo.

Al centro della discussione, naturalmente, anche la questione stipendi: la Juventus nella giornata di sabato 28 marzo ha confermato di aver raggiunto un’intesa con calciatori e allenatore per la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Tommasi propone una soluzione comune: «La Juve è andata avanti, ma non ci ha colto di sorpresa, sapevamo tutto e non ci sentiamo delegittimati. Tra l'altro Chiellini è un nostro consigliere. Se non ci sono contenziosi tra club e giocatori non siamo tenuti a intervenire, se loro hanno trovato un accordo va bene così».

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