Coronavirus. I volontari di Padova: “Il dono non si può fermare”

L’appello delle associazioni padovane di donatori di sangue che chiariscono: “In provincia la raccolta prosegue normalmente, tranne in alcuni punti prelievi”. Emanuele Alecci, presidente del Csv Padova: “Ringrazio i volontari in prima linea che, nel silenzio, stanno proseguendo le attività, senza allarmismi”

Coronavirus. I volontari di Padova: “Il dono non si può fermare”

ROMA - “Il dono non si può fermare”, è questo l’appello che arriva da Padova Capitale europea del volontariato nei giorni dell’emergenza coronavirus. Nonostante molte associazioni abbiamo ridimensionato le proprie attività, sospendendo soprattutto le iniziative formative e di aggregazione in linea con quanto indicato dal Ministero della Salute con l’ordinanza del 23/02 e dalla Regione Veneto, i servizi fondamentali restano attivi.

“Il senso di responsabilità da parte di tutti è molto forte - spiega Emanuele Alecci, presidente del Csv Padova -. In molti casi si è scelta la sospensione delle attività proprio in quest’ottica di prevenzione e senso civico. Siamo certi che appena la situazione si sarà normalizzata le associazioni padovane sapranno riprendere le attività in maniera rapida, con efficienza ed entusiasmo. Ringrazio inoltre i moltissimi volontari e volontarie in prima linea in queste ore, da Croce Verde e Croce Rossa alla Protezione Civile e alle centinaia di piccole realtà che, nel silenzio, stanno proseguendo le attività, senza allarmismi”.

Un appello al dono, nonostante la paura di nuovi contagi, arriva dalle associazioni che si occupano della raccolta di sangue, soprattutto dopo la nota del Centro nazionale sangue che ha imposto uno stop di 28 giorni alle donazioni nei centri della zona rossa. “La raccolta in provincia di Padova prosegue normalmente - precisa Luca Marcon presidente di Avis provinciale Padova -, tranne che per i punti prelievi Ospedale di Schiavonia ed il punto prelievi Ospedale di Montagnana chiusi in precedenza, applicando le misure di controllo dettate dal Centro Nazionale Sangue nelle Circolari del 20 e 24 febbraio, recepite dal Coordinamento Regionale Sangue del Veneto e da Avis nazionale, le quali prevedono un rafforzamento del livello di attenzione sulla salute del donatore”.

Ai donatori è richiesto di comportarsi come sempre, aggiunge Marcon, cioè di “rimandare la donazione se non si è in buona salute, in particolare in presenza di sintomi da raffreddamento e febbre. A chi va a donare si raccomanda di segnalare tempestivamente l’eventuale comparsa di sintomi riconducibili al coronavirus o la diagnosi di infezione nei giorni successivi alla donazione. L’invito ai donatori è pertanto di rispettare puntualmente l’appuntamento con le donazioni e non fare mancare il loro fondamentale contributo anche in questo complicato momento”.

Anche Paola Baiguera, presidente di Admo Padova, conferma che le associazioni del dono non si fermano perché la necessità di donatori di sangue e cellule staminali è un’emergenza continua. “Nel nostro piccolo ringraziamo tutti gli operatori sanitari al lavoro e cerchiamo di veicolare le informazioni utili - spiega Baiguera -, invitando i donatori in salute a recarsi ugualmente a donare perché il panico non serve a nessuno. E i malati sono gli unici che hanno bisogno di una mascherina e di un dono che continui ad essere informato, consapevole e responsabile. Quindi condividiamo le informazioni della Regione e della Ulss 6 Euganea, per contribuire ad una divulgazione importante, ma allo stesso tempo informiamo che i centri trasfusionali sono aperti, che la donazione si può effettuare con le stesse regole di buona salute! E che il dono non si può fermare”.

Da subito in prima linea la Croce Verde Padova con un dispiegamento aggiuntivo di operatori e volontari, per un totale di 90 persone coinvolte in queste giornate. “Ancora una volta Croce Verde ha dimostrato di essere parte attiva del sistema di soccorso padovano, fedele al suo motto ‘Ubi necessitas adsum’, cioè ‘dove c’è bisogno, ci siamo’ da 106 anni” dichiara il presidente, Andrea Franco. “In sede Croce Verde è stato istituito un tavolo tecnico speciale proprio per diramare agli equipaggi le informazioni nel minor tempo possibile e nel pomeriggio di domenica è terminata la predisposizione di un'area apposita per la vestizione/svestizione del personale e per la sanificazione di mezzi e presidi - racconta Federico Sergi, volontario -.  Per quanto riguarda il personale i problemi sono due: la paura del contagio ed il fatto che noi volontari non abbiamo i benefici di legge art. 9 e 10 ex DPR 194/2001 pertanto non possiamo assentarci dal lavoro. Gli assenti per paura del contagio non sono tantissimi, grazie anche al senso di responsabilità di noi volontari ma in questa situazione ogni mancanza si sente”.

Dall’associazione Gioca con il cuore di Padova, infine, arriva la disponibilità a condividere i propri materiali formativi, nonostante la sospensione delle attività per alcuni giorni presso le strutture ospedaliere. “La nostra associazione è da sempre impegnata a diffondere principalmente nelle scuole e durante la giornata mondiale sull'igiene delle mani, la metodologia corretta per lavare le mani attraverso il progetto 'Dammi il cinque’ - spiega il presidente, Giorgio Silvestrin -. Il progetto si svolge attraverso vari step che prevedono canzoni, giochi, un video prodotto da clown sordomuti, metodologia corretta all'uso del gel lavamani ed è prevalentemente rivolto ai ragazzi delle primarie. Siamo a disposizione di chiunque necessitasse o desiderasse contattarci per divulgare questo progetto”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)