Covid-19. Il volontariato padovano si mobilita, al via un nuovo progetto di prossimità

Dopo l’iniziativa che ha coinvolto oltre mille volontari durante il lockdown, Csv, Comune e Diocesi ancora insieme con il progetto “Per Padova noi ci siamo, ancora” e nuove modalità operative. Alecci, presidente del Csv di Padova: “Sarà ancora una volta un progetto pilota in Italia perché le risposte verranno dal basso”

Covid-19. Il volontariato padovano si mobilita, al via un nuovo progetto di prossimità

La Capitale europea del volontariato 2020 si mobilita nuovamente per far fronte alle problematiche legate alla pandemia da Covid-19 e riparte il progetto già avviato durante il lockdown di inizio anno che ha coinvolto oltre un migliaio di volontari in tutta la città.  “Per Padova noi ci siamo, ancora” è il nome del nuovo progetto avviato da Comune di Padova, Csv provinciale e Diocesi per far fronte alle necessità di quanti sono in difficoltà per via delle chiusure imposte dalle norme contro la diffusione del virus, ma stavolta con una impostazione diversa. “Il modello che Comune di Padova, Csv provinciale e Diocesi hanno previsto si basa sulla possibilità di attivare un aiuto di prossimità che abbia al centro la capacità dei quartieri e dei rioni di autorganizzarsi e mobilitarsi - spiega una nota congiunta dei promotori -. Il tessuto padovano è ricco di associazioni, parrocchie, comitati di base, ma anche di servizi ed istituzioni che fanno della territorialità un tratto distintivo: significa che sono radicati, conoscono la comunità locale e da questa ne sono attraversati ed arricchiti. Per questi motivi la seconda fase del progetto vedrà impegnati nuovamente insieme il Centro di Servizio Volontariato di Padova, il Comune e la Diocesi con l’obiettivo di coordinare, rinforzare e supportare le reti che già esistono nei quartieri e di farne nascere di nuove, fornendo un sostegno affinché la capacità di dare risposte sia organizzata ed efficace”.

Fondamentale, stavolta, il ruolo delle associazioni di volontariato, spiega il Csv di Padova. Sono state censiste, geolocalizzate e sono stati raccolti i primi loro spunti - aggiungono dal Csv -. Dal 16 novembre inizierà un confronto più serrato con quelle che si sono rese disponibili, insieme a comitati e parrocchie”. Gli incontri partiranno da lunedì 16 novembre fino al 23 novembre e coinvolgeranno i quartieri della città. “Al primo incontro ne seguiranno altri in modo da avviare un percorso partecipato di condivisione dei bisogni e delle risorse a disposizione - si legge nella nota -. Il percorso sarà coordinato dal Csv Padova anche grazie al supporto di esperti di processi partecipativi”. Ad oggi le associazioni che hanno confermato la disponibilità sono 60.
“Il desiderio, con questo modello organizzativo - spiega don Luca Facco, direttore della Caritas diocesana -, è di riuscire a intercettare le tante e diverse nuove forme di povertà, che non sono solo economiche ma soprattutto relazionali. Inoltre come istituzioni desideriamo non sostituirci, ma valorizzare, sviluppare e coordinare il grande potenziale di associazioni, parrocchie e singoli cittadini già presenti e attivi nei nostri territori”.“Abbiamo sperato che questo 2020 potesse chiudersi raccogliendo i frutti e gli insegnamenti di questi mesi complicati per una ri-programmazione serena delle prossime attività - ha affermato Emanuele Alecci, presidente del Csv di Padova -. Purtroppo invece siamo ancora, di nuovo, in emergenza sanitaria e sociale. Era quindi importante che tutti noi, da subito, rinnovassimo la nostra disponibilità dichiarando che 'Per Padova noi ci siamo, ancora’. Il Csv di Padova quindi conferma di esserci, a fianco di Comune e Diocesi, ma in modo diverso. Sarà un ruolo di coordinamento e supervisione per permettere alle organizzazioni territoriali di operare al meglio e sarà ancora una volta un progetto pilota in Italia perché le risposte verranno dal basso”. Per Cristina Piva, assessora al Volontariato del Comune di Padova, “la grande e preziosa risorsa del volontariato torna a essere protagonista in questo periodo di emergenza. Lo fa con un modello disegnato sulle esigenze di questa seconda fase, più vicino al territorio e per questo capace di agire in maniera più capillare. Padova riuscirà a superare anche i prossimi mesi solo se le relazioni di comunità prevarranno sui singoli, e per riuscirci la rete e le sinergie costruite grazie a Per Padova noi ci siamo saranno fondamentali”.Le priorità alle quali sarà importante dare risposta riguardano tre macro aree, spiega la nota. Si parte con la spesa e i farmaci a domicilio, poi ci sono le attività per i minori, in particolare per le famiglie più fragili e infine l’aiuto alle persone più anziane, in particolare quelle sole. “Questa seconda fase dell’emergenza sanitaria rischia di essere molto più impattante della prima - ha aggiunto Marta Nalin, assessora al Sociale del Comune di Padova -. Non solo per i numeri del contagio, ma in termini di conseguenze economiche e psicologiche su tutte e tutti noi. È ancora più importante agire mettendo al centro i valori propri del mondo del volontariato. Nei primi mesi dell’anno abbiamo messo in campo un progetto forte, che non si è mai fermato e ha insegnato molto alla città. Ora è tempo di fare tesoro di quanto appreso e affrontare di nuovo insieme l’emergenza. Solo così la potremo superare al meglio”.Parallelamente si attiverà un percorso formativo online per volontari civici sui temi della relazione di aiuto e della sicurezza in data 24 novembre e 1 dicembre alle ore 18. I volontari che daranno disponibilità in questa nuova fase saranno indirizzati alle associazioni. Questo permetterà di creare un gruppo di volontari di comunità con delle competenze base comuni il cui ruolo e percorso siano conosciuti e riconosciuti da tutti i soggetti coinvolti. “Se c’è una cosa che ci hanno insegnato le settimane primaverili in casa - ha spiegato Francesca Benciolini, assessora al Decentramento del Comune di Padova -, è l’importanza del vicinato, della rete di quartiere: abbiamo imparato a scoprire ciò che c’è nei 200 metri nel raggio di casa, abbiamo colto mancanze e scoperto occasioni. Per questo sono convinta sarà vincente potenziare le forme di prossimità e il coinvolgimento delle associazioni attive nei quartieri, perché ognuno è più interessato ad agire nel proprio territorio, anche per far crescere e consolidare relazioni. Sarà possibile anche grazie alle Consulte, che svolgeranno un ruolo fondamentale, un trade d’union tra le associazioni e il coordinamento del Csv”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)