Crisi JP Fabriano: mons. Massara (vescovo eletto), “il grido dei lavoratori non cada nel silenzio”

Serve “rispetto” per “la dignità dei lavoratori e per la tutela dell’ambiente” e “per il contenuto etico dell’occupazione che non può mai essere sostituito dai pur necessari sussidi temporanei o interventi di sostegno che rischiano di risolversi in un boomerang per la dignità della persona”. 

Crisi JP Fabriano: mons. Massara (vescovo eletto), “il grido dei lavoratori non cada nel silenzio”

Lo sottolinea mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo eletto di Fabriano-Matelica, ricordando i trent’anni dalla visita di San Giovanni Paolo II alle fabbriche di Fabriano e Matelica e la crisi attuale dell’azienda Jp di Fabriano.
Qui, evidenzia il presule, “entra in campo l’indispensabile ruolo di portavoce di chi non ha voce tradizionalmente svolto dalla Chiesa nei momenti più bui di una comunità”. In questo caso “la necessità non è solo quella di approntare ‘una tantum’ misure emergenziali, bensì prioritariamente quella di intervenire strutturalmente per mettere fine alla tragica insicurezza che mina alle basi la convivenza civile e la progettualità familiare”.

Mai come ora, secondo l’arcivescovo, “si avverte l’urgenza di un’interlocuzione a tutto campo, che riporti allo stesso tavolo, per una costruttiva concertazione, i soggetti del processo produttivo nella nostra società globalizzata”. Mons. Massara si mette “nei panni di un operaio che dopo decenni di competente e responsabile impegno lavorativo trova chiusi i cancelli della sua azienda. Frustrazione, senso di impotenza e alienazione albergano nell’animo di chi vede minacciato il suo status e la propria vocazione lavorativa. Evangelicamente a repentaglio non è solo il corpo ma anche lo spirito. Non manca solo il pane ma anche la consapevolezza di una presenza nel mondo”.
E dato che “il contenuto valoriale dell’occupazione attiene direttamente a quella dignità umana che la dottrina sociale mette a fondamento della vita comunitaria”, il presule si fa “compagno di strada” di chi rischia il posto di lavoro e la sua porta “è sempre spalancata”. “Il vostro dolore è il mio dolore e, come sono impegnato a fare per altre emergenze sociali, sono pronto ad essere portatore a qualunque livello di legittime e sacrosante richieste di dialogo”, chiarisce.

Di qui l'”accorato appello a tutte le istituzioni e a ciascuna responsabilità pubblica e privata” di “non abbandonare in una logorante incertezza le tante famiglie che aspettano una sistemazione definitiva ai loro problemi. Ogni concreta mediazione, utile a sbloccare lo stallo, deve essere tentata. Sono vicino ai lavoratori della JP e sollecito paternamente e con fervida partecipazione chiunque abbia titolo ad esercitare una responsabilità a dare una risposta stabile ai lavoratori che da anni sopportano una condizione di precarietà e impossibilità a progettare il futuro. Fabriano si rialza se i suoi figli tornano ad esercitare l’operosa identità che ha scritto gloriose pagine di storia”.
Mons. Massara assicura: “Nessuna strada che sarà possibile intraprendere, mi resterà estranea. Non si pensi di confinare nel silenzio l’insopportabile ingiustizia del povero”.

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Fonte: Sir