Dal clima all’istruzione, generazioni a confronto: ecco cosa pensano i giovani

Sondaggio internazionale, lanciato da Unicef e Gallup  in vista della Giornata dell'infanzia (20 novembre):  coinvolti 21 mila giovani e adulti in 21 paesi. Per i giovani "il mondo diventa un posto migliore di generazione in generazione". Il 58% dei 15-24enni crede che sia molto importante che i leader politici ascoltino i bambini. Fore: "Giovani preoccupati per il futuro, ma si vedono come parte della soluzione" 

Dal clima all’istruzione, generazioni a confronto: ecco cosa pensano i giovani

Bambini e giovani sono quasi il 50% più inclini, rispetto alle generazioni più anziane, a pensare che il mondo stia diventando un posto migliore di generazione in generazione.  E’ quanto emerge dal sondaggio internazionale “The Changing Childhood Project”, lanciato oggi da Unicef e Gallup, in vista della Giornata mondiale dell'infanzia e dell'adolescenza (20 novembre), che ha coinvolto più di 21 mila persone adulti e giovani (15-24 anni e 40 anni e oltre) in 21 paesi. Inoltre sono state intraprese indagini rappresentative a livello nazionale in paesi di tutte le regioni - Africa, Asia, Europa, Nord e Sud America – e fra tutti i livelli di reddito.  

L'indagine rileva che i giovani (39%) sono in media quasi due volte più propensi degli adulti (22%) a identificarsi maggiormente con il sentirsi parte del mondo, rispetto alla propria nazione o zona. Con ogni anno in più di età, le persone hanno in media circa un punto percentuale in meno di probabilità di identificarsi come cittadini globali.  Inoltre i giovani sono anche più propensi a pensare che l'infanzia stessa sia migliorata, con una maggioranza schiacciante che crede che l'assistenza sanitaria, l'istruzione e la sicurezza fisica siano migliori per i bambini di oggi che per la generazione dei loro genitori. Eppure, nonostante il loro ottimismo, i giovani sono tutt'altro che ingenui, manifestano inquietudine per l'azione sul cambiamento climatico, scetticismo sulle informazioni che ricevono sui social media e lottano con sentimenti di depressione e ansia. Sono molto più propensi degli adulti a vedersi come cittadini globali, e più propensi ad approvare la cooperazione internazionale per affrontare minacce come la pandemia da Covid-19.

“Non mancano i motivi di pessimismo nel mondo di oggi: il cambiamento climatico, la pandemia, la povertà e la disuguaglianza, la sfiducia in aumento e il crescente nazionalismo. Ma ecco una ragione di ottimismo: i bambini e i giovani si rifiutano di vedere il mondo attraverso la lente tetra degli adulti - sottolinea il direttore generale dell'Unicef Henrietta Fore - Rispetto alle vecchie generazioni, i giovani del mondo rimangono fiduciosi, hanno una mentalità molto più globale e sono determinati a rendere il mondo un posto migliore. I giovani di oggi sono preoccupati per il futuro, ma si vedono come parte della soluzione".
"Non possiamo sapere cosa ci sia nella mente dei giovani se non glielo chiediamo - sottolinea Jeo Daly, Senior Partner di Gallup - L'indagine dell'Unicef rafforza l'importanza dell'ascolto delle future generazioni e della comprensione delle loro prospettive. I bambini di oggi sono i leader di domani; è fondamentale che le generazioni più grandi facciano la loro parte per assicurare che i nostri bambini ereditino un mondo migliore.” 
Bambini e giovani sono più fiduciosi nei confronti dei governi nazionali, degli scienziati e dei media internazionali come fonti di informazioni accurate. La maggior parte dei giovani vede seri rischi per i bambini online, come vedere contenuti violenti o sessualmente espliciti (78%) o essere bullizzati (79%); solo il 17%  dice di fidarsi "molto" delle piattaforme di social media per ricevere informazioni accurate. Il 64% dei giovani dei paesi a basso e medio reddito crede che i bambini del loro paese staranno meglio economicamente dei loro genitori, i giovani dei paesi ad alto reddito hanno poca fiducia nel progresso economico. Meno di un terzo dei giovani intervistati nei paesi ad altro reddito afferma che i bambini di oggi cresceranno meglio dei loro genitori dal punto di vista economico. Più di un terzo dei giovani riferisce di sentirsi spesso nervoso o ansioso, e quasi uno su cinque di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività. In media, il 59% dei giovani dice che i bambini di oggi affrontano più pressioni per avere successo di quanto abbiano fatto i loro genitori crescendo.

Il sondaggio rivela poi che i giovani chiedono progressi più rapidi nella lotta contro la discriminazione, più cooperazione tra i paesi e che i decision-maker li ascoltino. In media, quasi tre quarti dei giovani che sono consapevoli del cambiamento climatico credono che i governi dovrebbero intraprendere azioni significative per affrontarlo. La percentuale è ancora più alta nei paesi a reddito basso e medio-basso (83%) dove ci si aspetta che l'impatto del cambiamento climatico sia maggiore.  In quasi tutti i paesi esaminati, un'ampia maggioranza di giovani riferisce che i loro paesi sarebbero più sicuri da minacce come il covid-19 se i governi lavorassero in coordinamento con altri paesi piuttosto che da soli. I giovani dimostrano un sostegno più forte per i diritti Lgbtq+, con le giovani donne che guidano la lotta per l'uguaglianza.  In media, il 58% dei 15-24enni crede che sia molto importante che i leader politici ascoltino i bambini.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)