Dal mercato illegale a quello solidale, con "ri-pescato"

A Catania il progetto per la lavorazione e distribuzione del pesce confiscato di taglia grande agli enti caritatevoli della rete del Banco alimentare. In 18 mesi di sperimentazione recuperati oltre 12 mila chili, che hanno integrato 83 mila pasti

Dal mercato illegale a quello solidale, con "ri-pescato"

Il pesce di taglia grossa come tonno rosso e pesce spada frutto di pesca di frodo potrà essere distribuito alle realtà, affiliate al Banco alimentare, che sostengono le persone più bisognose. Lo prevede il progetto "Ri-pescato" dal mercato illegale al mercato solidale, sviluppato dalla Fondazione Banco Alimentare e da Intesa Sanpaolo, che consente il recupero, la lavorazione e la distribuzione del pesce confiscato in Sicilia agli enti caritatevoli regionali convenzionati con la rete banco alimentare. In 18 mesi di sperimentazione sono stati recuperati  oltre 12 mila kg che hanno integrato 83 mila pasti.  

Si tratta di un progetto di respiro nazionale ed europeo che parte proprio dalla Sicilia. L'Isola è infatti la prima regione di sviluppo dell’iniziativa che si svolge grazie al lavoro  congiunto di diversi soggetti: le Capitanerie di Porto siciliane, il MAAS - Mercati Agro Alimentari Sicilia, la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, gli enti caritativi convenzionati con la rete del Banco Alimentare.

Il Banco alimentare, nato 31 anni fa, oggi ha 21 sedi in tutte le regioni italiane. Fino allo scorso febbraio 2020 le strutture accreditate erano 7500 in aiuto di un milione e 500 mila persone. Dopo la pandemia l'aumento delle situazioni di disagio sta facendo crescere sia il numero delle realtà solidali che quelle delle persone aiutate. Da anni, il Banco Alimentare lavora in forza di accordi con aziende agro-industriali e grosse catene di supermercati. L'organizzazione per svolgere il suo servizio ha 120 dipendenti e circa 1900 volontari.

"In passato ci siamo occupati di recupero delle eccedenze di pesce di piccola taglia - afferma Giovanni Bruno presidente della Fondazione Banco alimentare - mentre oggi questo progetto è dedicato al pesce pregiato di grosso taglio cioè, nello specifico, il tonno rosso ed il pesce spada. Banco alimentare entra quindi in collaborazione con le autorità preposte (guardia di finanza, guardia costiera e capitaneria di porto) al sequestro di questo tipo di pesce qualora sia stato pescato non rispettando i limiti quantitativi previsti per legge. La sanzione sociale  in questo caso è il valore del pescato che viene distribuito nel circuito degli enti di banco alimentare. L'esperienza mostra ancora una volta il ruolo significativo di ponte che abbiamo fra profit e non profit e istituzioni. Abbiamo una collaborazione pure con l'ordine dei veterinari che sono quelli che poi devono certificare che il prodotto possa arrivare al consumatore. L'obiettivo, essendo pesce di grosso taglio, è quello di poterlo distribuire in un arco temporale più lungo. Se si tratta, infatti, di grosse quantità sequestrate, il pesce viene lavorato, conservato per essere porzionato e messo sotto vuoto ed eventualmente anche surgelato per favorirne una distribuzione più a lungo termine. Il progetto si inserisce molto bene, in questo caso, anche nell'ambito del ripristino dei valori di legalità sempre nel quadro dell'modello di economia circolare che portiamo avanti".

“Siamo molto contenti di questo nuovo intervento che ci vede ancora  una volta insieme al Banco Alimentare - ha sottolineato Elena Jacobs, responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa  Sanpaolo -. Dopo l’accordo di collaborazione quadriennale e il sostegno al progetto Siticibo che ci hanno permesso di offrire milioni di pasti alle persone in  difficoltà, questa iniziativa innovativa rafforza l’impegno della Banca a favore delle  persone in stato di bisogno, così come previsto dal Piano d’Impresa. Un progetto complesso che ci ha consentito - attraverso il lavoro sinergico di una pluralità di soggetti locali, pubblici e privati - di raggiungere numerosi obiettivi dell’agenda 2030 ONU: contrasto alla povertà, riduzione delle disuguaglianze, tutela della salute, salvaguardia ambientale,  contenimento dello spreco alimentare e sostegno al lavoro dignitoso e alla crescita  economica”.

L’attività si articola in diverse fasi. Il prodotto, dopo la confisca, viene conservato in celle  frigorifere idonee, fino alla certificazione di idoneità al consumo umano da parte dell’ASP entro 24 – 48 ore. Successivamente viene trasferito con appositi furgoni refrigerati presso cooperative  locali per essere lavorato, congelato e infine distribuito alle organizzazioni caritative siciliane. L’impatto sociale e i benefici del progetto sono numerosi: il contenimento dello spreco  alimentare, la tutela della salute, il rispetto dei valori di legalità (potrebbe essere immesso sul  mercato illegalmente), la salvaguardia dell’economia del territorio e dell’occupazione.

Lo sviluppo di questo progetto e del suo innovativo modello di recupero potrà essere esteso dal  territorio siciliano ad altre regioni costiere in Italia nei prossimi mesi.

“La collaborazione tra Banco Alimentare ed Intesa Sanpaolo ha radici storiche e negli ultimi anni - ha aggiunto pure Giuseppe Parma, direttore generale di Fondazione Banco Alimentare - si è ulteriormente sviluppata. Il sostegno di Intesa Sanpaolo al progetto RiPescato ha consentito l’impiego di risorse adeguate per la sua gestione. Banco Alimentare guarda a questo progetto come conferma della necessità di collaborazione tra profit e no-profit, che, mettendo a disposizione l’uno dell’altro risorse, competenze ed idee possono lavorare insieme per il bene comune”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)